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Cronaca

Latina / Veterinari dell’Asl: scatta la condanna per “truffa” e “peculato” per due dottori

LATINA – Utilizzavano l’auto aziendale , con gli annessi “pieni” di carburante, per effettuare spostamenti personale: per andare a fare una passeggiata e, nelle migliori delle occasioni, per fare al supermercato. Con le accuse di truffa e di peculato il tribunale collegiale di Latina martedì sera ha condannato ad un anno e mezzo di reclusione – pena naturalmente spesa – due ex medici veterinari dell’Asl di Latina.

A finire nel mirino nel 2014 dei Carabinieri dei Nas furono i dottori Piero Giuliani ed Umberto Sciscione, i cui trasferimenti, a bordo sempre stessa auto, una tradizionale Fiat Panda, cominciarono ad essere monitorati duranti i rispettivi orari di servizio. La Procura nell’atto di citazione a giudizio ha censurato l’utilizzo della Panda dei due veterinari dell’Asl – nel frattempoi rimossi dai rispettivi incarichi – per perseguire “finalità egoistiche e private” soprattutto lungo l’asse Pontinia- Sabaudia. La scorsa settimana il sostituto procuratore Daria Monsurrò nella sua requisitoria era stata assai severa: Sciscione si sarebbe assentato per 66 giorni dal 2010 al 2014 mentre l’assenza del collega Giuliani sarebbe stata più prolungata, di 215 giorni.

In sede di richiesta la dottoressa Monsurrò aveva chiesto due anni e otto mesi per Giuliani e due anni e qiattro mesi per Sciscione per l’accusa di “peculato” sollecitando invece l‘assoluzione per i reati di “falso e omissione d’ufficio”. Quest’ultima richiesta è stata accolta dal tribunale che, invece, ha condannato i due ex veterinari (difesi dagli avvocati Angelo Fiore e Maria Teresa Ciotti) ad un anno e mezzo mentre l’Asl di Latina si è costituita parte civile che, attraverso l’avvocato Renato Archidiacono, ha chiesto ed ottenuto, un rimborso delle spese legali di 3500 euro. La difesa aveva chiesto, invece, l’assoluzione per i due imputati sostenendo il mancato raggiungimento della prova del processo e l’assenza di mancati riscontri nell’impianto accusatorio. Così non è stato…

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Saverio Forte