ITRI – La Regione Lazio torni ad occuparsi, dopo un periodo di assenza sul problema, della gestione dei pozzi da parte di numerosi privati sul territorio comunale di Latina. La richiesta, chiara ed eloquente, viene ora avanzata dal gruppo di opposizione di “Itri facciamo futuro” ed è finalizzata a sollecitare la ripresa dei necessari tavoli tecnico-istituzionali che dovrebbero affrontare una diversa gestione, contrariamente a quanto avvenuto sinora, dei pozzi privati. E’ una problematica che coinvolge da anni migliaia di cittadini che, residenti in zone rurali e periferiche del territorio aurunco, sono costretti ad attingervi non essendo serviti dal gestore idrico integrato. Dunque da Acqualatina spa.
Della problematica, che assume un carattere economico ma anche di vivibilità, se ne sta facendo portavoce da anni l’ex sindaco di Itri Antonio Fargiorgio che, in qualità di capogruppo di minoranza, ha firmato una lettera, unitamente agli altri due consiglieri di Itri Facciamo Futuro, gli avvocati Vittoria Maggiacomo e Tiziana Ialongo, una lettera alla direzione Lavori Pubblici, risorse idriche e difesa del suolo della Regione Lazio.
L’avvocato Fargiorgio chiama l’attuale corso al comune di Itri e lo accusa, almeno da parte di “qualcuno”, di aver “voluto far calare una sorta di oblìo, non interessandosi fattivamente della questione, come se stessero più a cuore gli interessi di pochissimi anziché i diritti di tanti. E, nonostante ciò, da parte nostra si continui a sollecitare (con pec, richieste formali, interventi in consiglio comunale) una decisa presa di posizione sull’argomento da parte della maggioranza Agresti. Le nostre richieste non sono mai state evase e mai abbiamo ricevuto risposte da chi ci amministra.
La ragione – o le ragioni – di questo silenzio “sono a noi ben note: ci sono interessi familiari e professionali di persone e gruppi vicini alla giunta Agresti che – viene denunciato nella lettera inviata alla Regione – impediscono un’azione amministrativa corretta, ispirata a quei principi di rapidità ed efficacia che dovrebbero caratterizzare il buon andamento di una pubblica amministrazione”. Durante il consiglio comunale del 22 dicembre 2021, dal Sindaco Givanni Agresti era stata confermata la volontà di un incontro in Regione Lazio dopo il 10 gennaio 2022, per riprendere quei tavoli istituzionali che erano stati avviati dall’Amministrazione Fargiorgio.
“Non abbiamo saputo più nulla – hanno osservato gli avvocati Fargiorgio, Maggiarra e Ialongo – Intanto lo scorso marzo c’è stato un pronunciamento del Tar di Latina che ha rigettato l’istanza avanzata da uno dei titolari dei pozzi, l’unico ad aver impugnato l’ordinanza dell’ex Sindaco Fargiorgio, che a questo punto dovrebbe, anzi deve essere eseguita, con i mezzi messi a disposizione dalla legge. Si tratta di un’ordinanza in esecuzione della quale, peraltro, erano stati disposti accertamenti ed analisi batteriologiche sull’acqua emunta dai singoli pozzi, i cui esiti giacciono in Comune da diverso tempo, senza che vi sia stato dato seguito alcuno”.
“Itri facciamo Futuro nella lettera alla Regione Lazio ha chiesto “non solo che i provvedimenti amministrativi (confermati da pronunciamenti giudiziali) siano fatti osservare ed eseguire, ma insistiamo affinché quei tavoli tecnici vengano riattivati immediatamente. Lo chiede a viva voce, insieme a noi, una consistente parte della popolazione, che certo non può essere oggetto di discutibili pratiche contrattuali da parte di coloro che detengono la titolarità dei pozzi”.
Itri Facciamo futuro chiede nella parte conclusiva della lettera una “maggiore sensibilità” da parte della Regione Lazio “per dare impulso alle trattative avviate dall’ex sindaco Fargiorgio, vista la perdurante inerzia sul punto della giunta Agresti. Quando si amministra e governa una città, bisogna essere politicamente ed intellettualmente onesti; l’attuale maggioranza ritiene questa problematica una priorità? – è il monito finale dell’ex sindaco aurunco – Se si, allora deve agire di conseguenza; diversamente, questa perdurante mancanza di risposte alle nostre sollecitazioni denuncia una netta (e contraria) presa di posizione”.