GAETA – Ancora con le ossa rotta dopo i traumi subiti il 12 giugno scorso in occasione della disfatta alle amministrative, il centro sinistra al comune di Gaeta tenta di ritrovare il sorriso. E pare che la cosa le sia riuscita nel pomeriggio di venerdì. E’ stata finalmente convocata dal presidente del consiglio comunale Davide Speringo la commissione consiliare “Controllo e garanzia” e – come prevede lo statuto – la presidenza è andata ad un rappresentante delle minoranze. Sin qui nulla di clamoroso. Di clamoroso – anche se gli interessati utilizzano l’aggettivo “normale” – c’è stata la nomina a presidente dell’ex sindaco diessino di Gaeta Silvio D’Amante e a proporre il suo nome è stato il capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello.
E’ stato un gesto di grande responsabilità politica che naturalmente D’Amante ha apprezzato nelle ore in cui a Gaeta avveniva qualcosa di impensabile, politicamente parlando. Presso i locali della parrocchia di Santo Stefano Protomartire, nel quartiere di Via del Piano, il Pd – o parte del centro sinistra – tornava a guardarsi negli occhi dopo le divisioni culminate con la presentazione alle amministrative dello scorso giugno di due candidati sindaco d’area: la professoressa Sabina Mitrano – sostenuta da un movimento civico, da Europa Verde e, appunto, dal Pd – e proprio l’ex sindaco Silvio D’Amante, appoggiato da una lista che portava il suo nome e dal Movimento Cinque Stelle.
Nei locali parrocchiali della chiesa di via degli Eucalipti c’erano i rappresentanti delle due componenti Dem che, divise nel voto amministrativo di quattro anni mesi fa, ora stanno provando a riallacciare un filo che, tessuto su alcune questioni amministrative come la recente variante al Prg approvata tra le polemiche sul nuovo palazzetto dello sport di via Venezia, ha l’obiettivo di tentare di riunificare il Pd in vista delle elezioni regionali di gennaio 2023. E’ un compito che si sono posti il capogruppo Scinicariello ed il neo coordinatore comunale del partito Gianluca Conte, consapevoli che, sebbene sia prematuro e fuori luogo parlare di ricompattamento, un confronto sulle più disparate questioni amministrative possa contribuire a dimezzare le distanze ancora esistenti tra le due componenti del Pd gaetano.
In effetti ce ne sarebbe una terza ma quella guidata dall’ex presidente del consiglio comunale Pina Rosato ha deciso in maniera unilaterale di moltiplicare i propri sforzi (elettorali) esclusivamente a favore dell’azione amministrativa (prima di Cosimino Mitrano, ora di Cristian Leccese) interrompendo ogni tipo di dialogo con il partito cittadino – l’ex componente Moscardelliana ha ritenuto non partecipare lo scorso aprile al congresso che ha eletto democraticamente l’avvocato Conte – e con quello provinciale guidato da Omar Sarubbo.
Naturalmente la designazione dell’ex sindaco D’Amante a presidente della commissione Trasparenza è stato un garbato riconoscimento per il voto garantito dall’ex primo cittadino (che è un regolare iscritto al Pd) all’elezione di Sabina Mitrano alla vice presidenza del consiglio comunale ma, tutto sommato, intende perseguire questa logica in questo stesso organismo di derivazione consiliare. Il presidente d’aula Davide Speringo non è stato esente da critiche per i ritardi che hanno caratterizzato l’insediamento di questa commissione che aveva due argomenti all’ordine del giorno, soprattutto l’elezione del suo presidente.
Ma una ragione tecnica, in effetti, c’è stata per motivare questo ritardo: bisognava ricomporre il suo plenum dopo le dimissioni dall’incarico di consigliere comunale Giovanni Di Tucci (lista Mitrano nel cuore) con il primo dei non eletti, il medico gastroenterologo Luca Gallinaro. La surroga c’era stata in estate e la commissione si è insediata il 14 ottobre.
“Almeno questo risultato l’abbiamo portato a casa” – ha commentato l’ex sindaco D’Amante censurando un altro tipo di ritardo che “non sta facendo fare una bella figura alla maggioranza Leccese”. Si è riferito al blocco delle commissioni che, nonostante due univoci pareri della Prefettura prima e del Ministero degli Interni poi (circa la necessità di garantire la rappresentatività e la proporzionalità delle forze politiche presenti in consiglio comunale), non sono state ancora varate. Difficilmente lo saranno. Se venissero rispettati i criteri sollecitati dai due pareri arrivati al comune di Gaeta, ciascuna commissione verrebbe ad essere composta da 11 consiglieri. Troppi…per il presidente Speringo che non esclude neppure problemi di danno erariale per il riconoscimento delle indennità di presenza.
La segretaria comunale Patrizia Cinquanta con la formulazione del secondo parere inviato al Viminale è corsa letteralmente in aiuto alla politica. Ha proposto che le commissioni vengano rimpiazzate dalla conferenza dei capigruppo nel momento in cui devono essere esaminati i punti da sottoporre all’attenzione del successivo consiglio comunale. Le commissioni consiliari rappresentano una palla al piede, un fastidio istituzionale, piuttosto che un momento di partecipazione e di confronto per la risoluzione dei problemi di Gaeta. Non si esclude ora che il presidente D’Amante possa portare questa querelle all’attenzione della commissione Trasparenza, quale estrema ratio prima di assumere altre determinazioni. Se lo facesse potrebbe organizzare un’audizione della segretaria Cinquanta.
La stessa alta funzionaria era finita nel mirino dell’ex sindaco Pds per aver espresso nell’ultimo consiglio comunale il parere tecnico sulla proposta di delibera per l’approvazione del bilancio consolidato quando quello di contabilità era stato rilasciato dal dirigente del settore finanziario del comune di Gaeta, la dottoressa Veronica Gallinaro. D’Amante aveva lamentato questa anomalia ma la segretaria comunale ha operato in maniera legittima dal momento che il 22 giugno scorso il sindaco Leccese con il decreto numero 19 le aveva attribuito ad interim, tra le funzioni minori, anche quella di sovraintendere all’attività delle società Partecipate (come Acqualatina spa o il consorzio industriale del sud pontino) del comune di Gaeta. Tutto nella norma … Con un particolare: la dottoressa Cinquanta era arrivata al comune di Gaeta (dall’amministrazione provinciale) agli inizi di maggio con l’incarico di reggente e, dunque, a tempo determinato.
Il neo sindaco Leccese l’aveva nominata segretaria comunale cinque giorni prima, il 17 giugno nello stesso giorno in cui una simile assegnazione era stata fatta dall’albo nazionali dei segretari comunali e provinciale. Ma non andava espletato un bando per consentire alla categoria di sapere e, dunque, partecipare?