GAETA – Sei appartamenti e una panoramicissima villa in località Ariana. Ha interessato anche Gaeta l’operazione della Guardia di Finanza del Comando provincia di Caserta con cui è stato eseguito un provvedimento di confisca della Corte di Cassazione nei confronti di beni immobili, mobili registrati e quote societarie che, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro, sinora hanno fatto parte del patrimonio Pasquale Piccirillo, noto dentista di Caserta prima diventare imprenditore nella sanità, nel settore immobiliare e delle telecomunicazioni assumendo la proprietà e la gestione della più emittente televisiva più importante della provincia di Caserta, Tele Luna.
A Gaeta le Fiamme Gialle, agli ordini del Tenente Colonnello Daniele Corradini e del maggiore Domenico Spera, hanno dato attuazione ai provvedimenti di confisca di questi sette immobili che , per un valore che supera il milione e mezzo di euro, erano intestati a Piccirillo e ai suoi familiari. Ora faranno parte del patrimonio immobiliare dello Stato (e forse un giorno dello stesso Comune) dopo il provvedimento della Suprema Corte che, nell’ambito dell‘operazione “Cash Flow” della Guardia di Fiannza, ha confermato le decisioni a suo tempo assunte nel febbraio 2018 dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e successivamente avallate dalla Corte d’Appello di Napoli.
Il provvedimento di confisca non ha interessato solo Gaeta. I finanzieri di Terra di Lavoro hanno dato attuazione ai provvedimenti della Cassazione anche presso alcune località turistiche della Costiera amalfitana, di Roccaraso e Pescocostanzo in Abruzzo e finanche in Svizzera. Di fatto il pronunciamento della Suprema Corte costituisce l’epilogo di mirati accertamenti economico-patrimoniali, posti in essere dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta. Avevano permesso di ricostruire il profilo di “pericolosità sociale” dell’imprenditore e di individuare i proventi illeciti che hanno permesso allo stesso Piccirillo di ottenere un ingiustificato arricchimento personale e l’accumulazione – nel tempo – di un ingente patrimonio, definito incongruente con i redditi, dichiarati.
Questi accertamenti hanno monitorato il coinvolgimento dell’uomo, tra il 2005 ed il 2017, in diverse truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, appropriazione indebita e delitti tributari per evasione fiscale ed utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. La Guardia di Finanza ha operato infinite verifiche incrociate per verificare la correttezza dell’aumento del patrimonio di Piccirillo e della sua famiglia. Era stata acquisita la copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare finito nel mirino degli inquirenti. Era stata verificata per ogni transazione le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.
Il materiale così raccolto è stato oggetto di circostanziati approfondimenti, anche bancari, che hanno consentito di accertare un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e le disponibilità finanziarie invece utilizzate da Piccirillo per le acquisizioni patrimoniali, oltre all’utilizzo strumentale delle società allo stesso riconducibili per mascherare la titolarità del suo ingente patrimonio immobiliare e per drenare liquidità attraverso fittizie operazioni di “restituzione finanziamenti”.
All’imprenditore casertano sono state confiscate, infine 3 imprese – tra cui un noto studio odontotecnico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale – un gruppo editoriale attivo nelle telecomunicazioni, una società immobiliare, 93 tra terreni e fabbricati, 8 autoveicoli e disponibilità finanziarie presenti su 22 tra conti correnti, conti di deposito e altri investimenti finanziari.