TERRACINA – L’aggressione c’è stata ma non certamente per l’omosessualità della loro vittima. Il tutto è scaturito da una scambio di battute poco gradite. Hanno offerto un’altra versione sui fatti i quattro giovani di Fondi – Michele Ciaccia, Massimiliano Di Crocco e Salvatore Di Manno – arrestati la scorsa settimana dai Carabinieri della Compagnia di Terracina per l’aggressione consumata il 31 agosto ai danni di un ragazzo omosessuale di Terracina.
I quattro – tre ai domiciliari e il quarto (F.D.F) con l’obbligo di firma – sono comparsi davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese per l’interrogatorio di garanzia e, difesi dagli avvocati Giulio Mastrobattista, Maurizio Forte e Tiziana Di Perna, hanno risposte a tutte le domande del magistrato ma hanno fornito un’altra versione sui fatti. Hanno raccontato che la vittima del pestaggio era entrata nel bar dove si trovavano urtando contro uno di loro. Ne scaturì una discussione nel corso della quale il ragazzo omosessuale – secondo la versione dei giovani di Fondi – avrebbe aggredito uno dei giovani di Terracina.
Con la complicità di uno zio presente nel bar la vicenda sarebbe degenerata al punto ad avere la peggio è stato il ragazzo di Terracina che, colpito da calci, pugni e da un posacenere, ha riportato un trauma cranico e ferite lacero contuse al cuoio capelluto e contusioni multiple su tutto il corpo. Per il quartetto di Fondi l’aggressione non ha avuto un movente omofobo dovuto all’orientamento sessuale della vittima. Anzi, hanno sottolineato come sia stata quest’ultima a provocarli all’interno del bar di Terracina. I Carabinieri hanno sempre fatto leva, invece, sul contenuto della telecamera di sorveglianza dell’attività commerciale grazie al quale hanno identificato i quattro di Fondi. La loro difesa ha preannunciato ricorso al Tribunale del Riesame.