GAETA – Ulteriori guai in vista per un 76 ex consigliere comunale di maggioranza di Gaeta dopo aver subito con la moglie una lunga perquisizione degli agenti della Squadra mobile della Questura di Caserta. Erano giunti nel sud pontino, insieme al personale della Guardia Costiera di Napoli, per effettuare una perquisizione domiciliare nei confronti dell’ex amministratore coinvolto in un’altra più ampia e delicata inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per la gestione di alcuni corsi di formazione tenuti da una società di Castelvolturno di cui era docente. E invece gli inquirenti campani, a cui si sono aggiunti gli uomini dei commissariati di Gaeta e Fondi e del Nucleo speciale del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, hanno rinvenuto nel salotto della coppia, come se fossero pezzi di un normale arredamento, due grandi anfore romane.
Si tratta di manufatti risalenti, uno dei quali appartenente all’epoca precristiana, del valore di decine di migliaia di euro. I reperti storici sono stati sequestrati e posti a disposizione del sostituto procuratore Alfredo Mattei che, chiedendo al Gip del Tribunale di Cassino la convalida del sequestro, ha disposto nuovi accertamenti investigativi per accertare il canale di provenienza dei due reperti archeologici e la legittimità del loro possesso dei due coniugi che sono stati denunciati a piede libero.
La perquisizione domiciliare era stata disposta dal sostituto procuratore Gerardina Cozzolino che, distaccata dalla Dda di Napoli, presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva iscritto il registro degli indagati i nomi di due alti funzionari della filiale di Gaeta dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro settentrionale e l’imprenditore titolare di Castelvolturno presso il quale il 76enne ex consigliere comunale di Gaeta (e tra i primi non eletti alle elezioni amministrative del 12 giugno) aveva prestato consulenza ai corsi di formazione riservati ai marittimi e agli operatori portuali.
L’imprenditore casertano e i due dirigenti dell’Asdp sono indagati per corruzione perchè in cambio del rinnovo della concessione demaniale presso una porzione di banchina del porto commerciale “Salvo D’Acquisto” uno dei due funzionari di Gaeta dell’ex Autorità portuale avrebbe chiesto, con la collaborazione del collega dirigente, l’ottenimento di un posto di lavoro per un proprio familiare. La perquisizione disposta dalla Dda era finalizzata ad individuare ulteriori elementi investigativi su questa non chiara vicenda ma gli inquirenti si sono imbattute in queste due anfore che dovevano trovarsi (forse) in un museo archeologico e non nel salotto di un comune appartamento di Gaeta.
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