GAETA -Si complica ulteriormente l’iter del concorso pubblico indetto dal comune di Gaeta per la copertura di un posto a tempo pieno ed indeterminato di istruttore direttivo – Assistente Sociale – categoria D – posizione economica D1. Se della vicenda è stato interessato il gruppo di Formia della Guardia di Finanza e se al comune di Gaeta pende la richiesta di revoca della prova concorsuale di 12 dei 66 candidati utilizzando lo strumento amministrativo dell’”autotutela”, ora si apprende la natura dei “motivi organizzativi” a causa dei quali è stato sospeso l’inizio della prova orale del concorso.
Lo si evince dalla determina numero 974 assunta dalla segretaria generale Patrizia Cinquanta in qualità di dirigente dell’ufficio personale del comune, quello denominato “Pianificazione e sviluppo organizzativo dell’ente”. Il comune di Gaeta è incorso in un grave errore che potrebbe minare le fondamenta della legittimità formale della prova: ha dimenticato di nominare i due membri esperti che, previsti dall’articolo 7 del bando, avrebbero dovuto far parte della commissione selezionatrice nominata lo stesso giorno – il 19 ottobre scorso – dell’inizio della prima prova scritta. Si tratta dell’esperta di lingua inglese Carla Casale e di quello di informatico Vittorio De Simone che ora vanno a completare la commissione di cui fanno parte (dal 19 ottobre) Maurizio Loreto Ottaviani e Silvia Tatangelo, del Consorzio “Aipes” e, in qualità di addetta verbalizzante, l’istruttrice e assistente sociale del distretto socio sanitario del sud pontino Maria La Posta .
Che l’iter del concorso si sia infilato in un imbuto di non facile uscita, la conferma è arrivata dalla determina con cui la dottoressa Cinquanta ha completato la commissione selezionatrice. Il Comune non può rimproverarsi di nulla sui tempi in cui ha chiesto la disponibilità dei due rimanenti commissari di concorso (per i quali è stata prevista un’indennità economica complessiva di 3600 euro, la stessa prevista per Ottaviani e Tatangelo) le risposte dell’istituto comprensivo “Carducci” di Gaeta” e del liceo scientifico “Enrico Fermi” in cui prestano servizio la professore Casale e Vittorio De Simone – peraltro è uno storico collaboratore esterno del comune – sono arrivate decisamene tardi, il 24 ottobre (per la disponibilità di De Simone) quando il concorso, finito nel frattempo sotto la lente d’ingrandimento del capogruppo del Partito Democratico Emiliano Scinicariello – era abbondantemente iniziato con lo svolgimento delle due prove scritte.
Ora che la commissione selezionatrice ha raggiunto il plenum dei suoi componenti il comune di Gaeta si trova davanti ad un bivio: decidere di andare avanti fissando la data della prova orale o – questa sarebbe un’ipotesi davvero clamorosa – ripartire da zero annullando le due prove scritte? Una decisione – come è emerso da qualche indiscrezione carpita da qualche commissario di concorso – sarà presa nella giornata di lunedì in stretta collaborazione con la dottoressa Cinquanta nella triplice veste di segretaria generale, di dirigente dell’ufficio personale e di responsabile dell’anti corruzione del comune di Gaeta
Un fatto è certo. Durante il doppio mandato amministrativo del sindaco Cosmo Mitrano il comune di Gaeta non era mai incappato in queste “dimenticanze” a dimostrazione di come l’ex primo cittadino , oltre a svolgere questo incarico, provvedesse (sicuramente) a fare dell’altro al posto di altre figure professionali svolgendo i ruoli di direttore generale e di dirigente scrivendo materialmente determine il cui compito spettava ad altri…
Al termine delle due prove scritte erano stati dichiarati idonei 19 candidati quanti dovrebbero essere quelli assunti (se ne aggiungerebbero 18 a tempo determinato al vincitore della selezione) ma pendono 12 richieste di revoca del concorso che, presentate ai sensi dell’articolo 21 octies della legge 241 del 1990 (quella sulla trasparenza degli atti degli enti locali), ha coinvolto gli altri tre membri della commissione, la segretaria comunale Patrizia Cinquanta in qualità di Responsabile Trasparenza ed Anticorruzione del comune, il dirigente pro tempore del Dipartimento Pianificazione e Sviluppo Organizzativi dell’Ente, la segretaria generale Cinquanta, il sindaco Cristian Leccese ed il presidente del Consiglio Comunale Davide Speringo
I firmatari dell’istanza di revoca del concorso avevano dichiarato di aver subito “una lesione”. Avevano contesto apertamente l’iter procedurale del concorso, “dalla sua pubblicazione alle prove di esame ancora in corso con ultima prova a partire dal 26 ottobre”. Presenterebbe – a loro dire – “elementi di dubbia legittimità e correttezza determinati da una serie di provvedimenti e comportamenti che non trovano logica giustificazione”.
E queste presunte anomalie procedurali vengono menzionate. A cominciare dalla nomina ‘last minute” della Commissione concorsuale che avvenne – come si ricorderà – con la determina dirigenziale numero 936 della dottoressa De Filippis il 19 ottobre scorso “in coincidenza della data della prima prova”. Quel giorno vennero ammessi, con riserva, tutti i candidati che avevano presentato domanda di partecipazione. Il giorno successivo venne pubblicato l’esito della prova con gli ammessi, i summenzionati primi 19 candidati classificati, e tra gli esclusi, c’erano i firmatari della richiesta di revoca del concorso. Erano state contestate , poi, le modalità di svolgimento della prova scritta, che si sarebbe tenuta in due ambienti diversi; la circostanza che “delle tre tracce ne venne estratta una sola senza rendere pubbliche le ulteriori due rimaste nelle rispettive buste”; sui fogli contenenti le domande a risposta multipla non era indicato alcun codice per la identificazione del concorrente, venendo meno ogni garanzia di imparzialità con l’evidente, pur teorica, possibilità di sostituzione dei fogli nella successiva fase di valutazione” mentre “l’inserimento degli elaborati avvenne in buste prive di sigillo da apporre al momento della loro consegna e con chiusura con semplice lembo adesivo anch’esso (teoricamente) facilmente rimovibile e così in maniera piuttosto “casalinga” e contraria alle più elementari norme di garanzia ed imparzialità prescritte per i concorsi a tutela di tutti i partecipanti”.
Il blocco di questo concorso è stato sollecitato con l’obiettivo di “ripristinare la legalità e i principi di trasparenza, equità e tutela dei diritti soggettivi e dell’interesse legittimo leso dalle irregolarità procedimentali che, allo stato dei fatti, inficiano l’intera selezione”. Naturalmente i firmatari di queste richieste si riservano adire le tradizionali vie legali a cui si è affiancata l’azione politica del capogruppo del Pd al comune di Gaeta, Emiliano Scinicariello, il primo che sollevò il caso sui social. Ora l’esponente Dem ha confermato che presenterà ben due interrogazioni alle quali “chiederò le dovute risposte e chiarimenti” nel primo consiglio comunale utile.
Scinicariello, ripercorrendo le fasi del concorso per la nomina di un assistente sociale a tempo determinato, ha rimarcato come la commissione d’esame – come detto – fosse stata formalmente la mattina dello svolgimento della prima prova. Il capogruppo del Pd definì quella nominata dalla segretaria del comune di Gaeta Cinquanta “una commissione di supereroi che nel breve volgere di pochi secondi è riuscita a pianificare le attività concorsuali e ad elaborare ed approvare tutti i testi per la prova scritta che si sarebbe tenuta di lì a poco”.
Superarono la prima prova scritta esattamente in 19, che – rincarò la dose Scinicariello – a pensarci bene sono il numero previsto dal fabbisogno del personale deliberato il 30 giugno precedente. Uno a tempo indeterminato più i diciotto part-time. Diciannove, non uno di più, non uno di meno… A questo punto sarà facile immaginare, e vale la pena perfino sperare, che tutti i sopravvissuti alla prima prova passino anche le successive e vadano a riempire tutte le caselle previste dal fabbisogno del personale”.
Lo stesso Scinicariello non volle entrare nel merito su “quanto mi è stato riferito da alcuni partecipanti alla prima prova, circa l’utilizzo di modalità di somministrazione e correzione dei test a dir poco desuete. Resto invece sorpreso dalle tante coincidenze. Non c’è che dire, una sequenza di eventi – e sempre con gli stessi protagonisti – talmente ‘fortunata’ da generare qualche perplessità”.