FORMIA – Il tempo di ultimare la conta dei danni – poco meno di 39 milioni di euro provocati dall’eccezionale ondata di maltempo del 29 settembre scorso – che la comunità di Formia deve contarne altri – analogamente ingenti – scaturiti dalla breve ma violenta bomba d’acqua che si è abbattuta sulla città poco prima delle 15 di oggi. Solo per una fortunosa casualità non ha avuto un epilogo tragico quanto verificatosi in via Gramsci, nel quartiere di Mola: la furia di un fiume di acqua e detriti, ingrossato dalla pioggia e da uno dei tanti canali di scolo della ferrovia Roma-Napoli, rimbalzando come una pallina di un flipper contro un muro di cinta, è arrivato ad invadere il primo piano di un fabbricato che si trova nella parte sottostante la rete ferrata.
Se gli occupanti, terrorizzati, sono riusciti a mettersi in salvo, la violenza dell’acqua ha letteralmente spostato, danneggiandole, alcune auto in sosta e hanno invaso altre abitazioni private e attività commerciali ubicate al piano terra lungo la discesa di via Gramsci e della sottostante via Solaro. Un fabbricato, al civico 26 di Via Gramsci è stato evacuato in quanto l’acqua è arrivata al primo piano e per la sua violenza ha sfondato il solaio.
Questo torrente in piena è sfociato nella darsena della torre di Mola ma ha contributo ad allargare nuovamente piazza Tommaso Testa – dove insiste la gran parte dei locali della movida cittadina – e Largo Paone, il cui parcheggio sotterraneo, a causa dell’ondata di maltempo di fine settembre, è stato chiuso dal comune di Formia agli inizi di novembre. In piazza Testa la conta dei danni da parte dei privati è considerevole. Molte attività commerciali sono finite nuovamente sott’acqua, la stessa che, a causa di un deficitario ed poco funzionale sistema di regimentazione, arriva nella parte più bassa di Formia dalle colline sovrastanti e dalla stessa ferroviaria Roma Napoli attraversando come un fiume in piena la centralissima via Lavanga e via Vitruvio.
In concomitanza di questa nuova bomba d’acqua era molto temuto un altro corso d’acqua, il torrente Rialto, che il 29 settembre aveva creato danni e distruzione. La recente pulizia del suo alveo, sia nel tratto collinare di S.Maria La Loce che in prossimità della foce sulla spiaggia di Vindicio, ha permesso al torrente, alla stressa stregua di quelloi di Pontone, ai confini con il comune di Gaeta, di defluire senza problemi nel mare del litorale di ponente di Formia. E’ stato sul punto di straripare, inoltre, anche il Rio Fresco nell’omonimo quartiere ma gli interventi di sistemazione idraulica hanno permesso di contenere questa volta i danni. Allagamenti si sono registrati anche nella principale frazione di Formia, Maranola, ma anche nei quartieri di San Giulio e San Pietro, in località Acqualonga, in quelli balneari di Gianola e S.Janni e nella parte orientale della città, a Penitro, dove è straripato il Rio Sant’Angiolillo.
A monitorare l’intera e critica situazione è il gruppo di protezione civile “Ver sud pontino”, naturalmente in stretta collaborazione con il Comune di Formia che temeva moltissimo questa nuova allerta arancione. Il forte vento di scirocco, poi, è la causa di violente mareggiate che già dalla mattinata di sabato ha provocato l’annullamento dei collegamenti con le isole di Ponza e Ventotene e ha costretto la marineria locale a rafforzare gli ormeggi delle proprie imbarcazioni. La bomba d’acqua è durata poco più di un quarto d’ora, tanto è bastato per causare di nuovo il fenomeno dell’intorbidamento delle sorgenti – Mazzoccolo a Formia e Capodacqua – che alimentano l’intero sud pontino. Inevitabile l’invito di Acqualatina ad evitare di utilizzare l’acqua per scopi alimentari e potabili nei comuni di Castelforte, Formia, Gaeta, Minturno, Santi Cosma e Damiano, Spigno Saturnia.
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