GAETA – E’ mistero dopo il rinvenimento, avvenuto mercoledì mattina poco dopo le 9.30, di uno scheletro umano a poco meno di due metri di profondità nella sabbia nel tratto iniziale del lungomare di Sant’Agostino a Gaeta. Ad effettuare la macabra scoperta sono stati gli agenti del locale Commissariato di Polizia dopo l’allarme lanciato da due passanti che, approfittando della bella giornata di sole dopo il maltempo degli ultimi giorni, stavano correndo in riva al mare. Sulla battigia sono spuntate alcune ossa, quanto è bastato per lanciare l’allarme e transennare l’area attigua allo stabilimento balneare “Riva di Enea”.
Gli agenti del Vice Questore Michele Pota, in stretto coordinamento con il Pm di turno presso la Procura di Cassino, decidevano di autorizzare lo scavo di una buca all’altezza dell’arenile in cui erano spuntate le ossa, probabilmente rimosse dalle mareggiate di quest’ultimi giorni. Ad una profondità di circa due metri è stato ritrovato questo scheletro umano che, datato nel tempo, è stato considerato tutto sommato in buone condizioni. Saranno ora gli accertamenti medico legali, disposti dalla Procura di Cassino, a tentare di risolvere questo mistero.
Il consulente del Pm dovrà innanzitutto risalire al sesso e all’età della persona trovata nella sabbia, definire la causa del decesso e quando sarebbe avvenuto. Secondo quanto è trapelato gli esami istologici e di laboratorio dovranno anche servire per prelevare il Dna dal cadavere di Sant’Agostino per compararlo con quello delle molte persone che, scomparse negli ultimi anni nel Lazio e nella vicina Campania, potrebbero essere state restituite dal mare. Ma non si esclude neppure l’ipotesi più inquietante, quella di una morte violenta che avrebbe colpito quell’uomo o quella donna in riva al mare nel tratto iniziale del litorale di ponente di Gaeta.