MIGNANO MONTELUNGO – E’ tornato mercoledì sera presso la sua abitazione di Mignano Montelungo Giovanni Marra, l’uomo di 45 anni che, arrestato dai Carabinieri con l’accusa di essere un affiliato al clan camorristico Sangermano, è stato scarcerato dopo una detenzione di 20 giorni nel carcere napoletano di Secondigliano dai giudici dell’ottava sezione del Tribunale del Riesame di Napoli. I giudici del Tribunale della Libertà, accogliendo la tesi difensiva dell’uomo, l’avvocato Paolo Marandola, hanno annullato l’ordinanza cautelare in carcere che con la grave ipotesi accusatoria di associazione a delinquere di stampo camorristico – l’uomo è considerato dagli inquirenti come il referente del clan nella provincia di Caserta – era stata emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Fabrizio Finamore su richiesta dei pm della locale Dda.
Marra è tornato un uomo libero, senza alcun vincolo, per l’insussistenza di gravi indizi di colpevolezza. Morra è tornato a casa ma i Pm gli contestano la circostanza di aver operato per consentire al clan Sangermano “il conseguimento, con metodologia mafiosa, di terreni ed altre proprietà immobiliari reputate di interesse dalla medesima associazione”. Il Gip Finamore ha contestato al 45enne di Mignano l’accusa di tentata estorsione nei confronti di un agricoltore a cedere al capoclan due terreni attraverso un apposito di compravendita che il proprietario – i fatti si sarebbero verificato in località San Paolo Belsito nei pressi di Nola tra il febbraio 2016 ed il maggio dell’anno successivo – si era rifiutato di firmare nonostante le pressioni e le minacce subite dall’organizzazione criminale