CASSINO – Verso un chiarimento – ma c’era da aspettarselo – la vicenda relativa ad un noto fast food di Cassino balzato agli onori delle cronache dopo che un consumatore, di 46 anni, originario di un centro della provincia di Caserta, aveva dovuto fare ricorso alle cure dell’ospedale Santa Scolastica in seguito ad alcune ferite riportate alla bocca e all’apparato digerente nei minuti successivi alla consumazione di un panino avvenuta nella notte del 21 novembre scorso.
“Alcun sequestro è stato compiuto ai danni dell’Azienda né dal competente dipartimento dell’Asl di Frosinone nè dalle forze di polizia intervenute” – a dirlo e a chiarirlo è ora il legale della stessa società, l’avvocato Luca Cupolino, che gestisce il locale della città martire. È stata la stessa azienda, “con spirito collaborativo”, a mettere a disposizione dell’Asl parte della propria merce al fine di effettuare controlli sulla filiera di produzione – chiarisce l’avvocato Cupolino, incaricato di seguire legalmente l’intera e ancora non chiarita vicenda – dell’azienda che ha concordato con la stessa autorità sanitaria l’immediata sospensione per un periodo minimo del locale per “procedere con controlli approfonditi”.
Insomma è stata effettuato un accertamento svolto in autocontrollo, e le risultanze dei controlli “svolti autonomamente dall’Asl, unitamente ad un protocollo HACCP di primario livello ed alla collaborazione totale dell’Azienda”, hanno portato all’accoglimento dell’istanza avanzata dall’avvocato Cupolino, “che si è concretizzata con “l’immediata revoca della sospensione dell’attività già poche ore dopo l’emissione del provvedimento ha ripreso in totale sicurezza la propria a conferma della totale estraneità dell’Azienda agli eventi narrati”.
I presunti problemi gastrointestinali del 46 enne, denunciati presso i Carabinieri di una stazione del casertano (e non presso quelli di Cassino) e ora al vaglio della Procura di piazza Labriola, sono stati contestati dal legale del fast food cassinate: “A questo punto è lecito dubitare sulla fondatezza del racconto del 46enne – ha concluso l’avvocato Cupolino – anche perché ci risulta che questo cliente abbia lasciato sulle proprie gambe il punto vendita, unitamente ad un amico”.
(In copertina, immagine di repertorio)
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