SEZZE – Si allarga l’inchiesta della procura di Latina sulla gestione dei migranti. Therese Mukamitsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro e presidente della cooperativa Karibù di Sezze, risulta ora indagata anche per truffa aggravata e false fatturazioni. L’inchiesta, partita dalle denunce di una ventina di lavoratori non pagati che hanno trovato il coraggio di intraprendere la battaglia legale grazie al sostegno della Uiltucs Latina, sta suscitando forte imbarazzo anche nel mondo politico e imprenditoriale. Perché la cooperativa Karibù, secondo quanto pubblicato dal quotidiano “La verità”, avrebbe gestito in questi anni circa 62 milioni di euro e di contatti, istituzionali e non, ne aveva moltissimi e soprattutto molto stretti. Per qualcuno forse anche troppo. E’ il caso di un assessore ai servizi Sociali di Roccagorga, contemporaneamente dipendente della cooperativa stessa, sempre secondo quanto riporta lo stesso quotidiano. C’è innanzitutto una questione morale, e di non poco conto, davantti alla quale gli unici ad indignarsi apertamente sono i lavoratori ed il sindacato.
“Le notizie politici sul libro paga in forza alla Karibù, i quali probabilmente come i soci e CDA hanno percepito stipendi, è veramente piena di lati oscuri – è il commento della Uiltucs – ad oggi il prezzo più alto lo stanno pagando solo i lavoratori”. E poi: “ricordiamo come Uiltucs Latina che tali situazioni ed affermazioni come una delle tante “DIRITTO ALLA MODA “ affermate da un deputato parlamentare rimangono delle offese gravi a queste famiglie Pontine che stanno constatando che tutti hanno percepito risorse economiche e loro lavoratori che hanno fatto la vera accoglienza ed integrazione con sacrificio e lavoro sono senza salari, urgono chiarezza e salari, il Prefetto deve cambiare passo e convocare le parti per risolvere i problemi sociali che hanno creato i datori di lavoro Karibù e Consorzio AID”.
C’è poi un aspetto squisitamente imprenditoriale. La cooperativaa Karibu, non sempre operava da sola. Aveva bisogno di competenze specifiche, e per questo a volte, ad esempio per la formazione, si rivolgeva ad enti terzi o, in qualche maniera li supportava, come, ad esempio, l’Oescmi di Gaeta. Tra i progetti più curiosi, sempre rigorosamente finanziati con soldi pubblici, spunta per esempio il pluriennale – “MESTIERI” Work experience “Progetto integrato per la promozione e valorizzazione della Tiella Gaetana”, realizzato tra il 2016 ed il 2017, progetto complesso che si riproponeva diverse azioni: 1) Formazione giovani disoccupati 2) attività di Work Experienìce giovani disoccupati; 3) Accompagnamento al Lavoro giovani disoccupati; 4)Valorizzazione della Tiella Gaetana. Lo scopo era quello di impegnare, con il denaro del Fondo Sociale Europeo, erogato dalla Regione Lazio, 18 disoccupati e 18 artigiani per un importo di euro 124.378 euro da spendere in 8 mesi.
In altri casi era invece la cooperativa Karibu a tirare direttamente le Fila e l’Oescmi a figurare quale partner. E’ il caso della domanda presentata Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 – Obiettivo Specifico 1.Asilo – Obiettivo nazionale ON 1 – lett c) – Potenziamento del sistema di 1° e 2° accoglienza – Avviso Realizzazione di percorsi individuali per l’autonomia socio-economica. Il progetto Per.Se.O. – Percorsi, Servizi, Orientamento all’inclusione socio
lavorativa dei titolari di protezione internazionale è molto più recente (2019 – 2021) e gli importi richiesti, su fondi del Ministero dell’Interno, ammontano ad euro 2.135.705,52. Da questo quadro, ovviamente, non è possibile trarre alcuna considerazione di valore legale, ma solo comprendere la complessità di un mondo, quello dei finanziamenti pubblici e soprattutto quello sui finanziamenti dei progetti sui migranti, molto variegato, dove si intrecciano realtà con competenza diversa e, più che probabilmente, con orientamenti socio – politici diversi. E ciò potrebbe aver influito non poco sul silenzio generalizzato di questi giorni, e spiegare più efficacemente anche il perché di quella cortina di ferro alzata davanti alle denunce del segretario di Uiltucs Latina Gianfranco Cartisano dalla politica locale. Di certo la cooperativa Karibu – da incartamenti in nostro possesso – è stata destinataria nel periodo 2013 – 2019 di fondi Cas per 25 milioni di euro (Erogati su bando della prefettura per i centri di accolienza straordinaria destinati alle donne ed agli uomini richiedenti protezione internazionale, su un costo del progetto complessivo afferente al Ministero dell’Interno di 500 milioni di euro).