FORMIA – L’arrivo di Raffaele Rizzo alla guida della Formia Rifiuti zero? Di meglio non c’era in giro. Un gruppo di dipendenti della società municipalizzata, facendo ricorso a frettolosi toni giubilari, si è espresso in questi giorni per salutare il ritorno del 61enne manager di Colleferro al timone della Frz, questa volta nella più delicata mansione di amministratore unico. L’aveva deciso giovedì scorso l’assemblea dei soci e lunedì con l’invio del verbale alla Camera di commercio di Latina –Frosinone Rizzo è entrato nella pienezza del suo ruolo, investito anche del potere di firma.
I dipendenti – tutti ? o gran parte di loro ? – in sette righe hanno fatto sapere di essere contenti affermando testualmente: ”Aspettavamo il suo ritorno. E’ stato un piacere lavorare con lui e speriamo che con il suo ritorno – si utilizza quasi un tono messianico – l’azienda ritorni ad essere come lui l’ha lasciata. Ci auguriamo che il suo lavoro e le sue capacità non vengano infangate da gente che non lo conosce e che vuole il male dell’azienda”.
Di sicuro a non voler il male della Formia Rifiuti zero è il capogruppo Imma Arnone, il capogruppo della lista di centro sinistra “Guardare oltre”. Le vuole bene perché la nascita della municipalizzata fu un’idea politica ed imprenditoriale del marito, il quattro volte sindaco di Formia Sandro Bartolomeo. La Arnone non entra nel merito di questo attestato di fiducia dei dipendenti nei confronti di Rizzo. E’ una presa di posizione soggettiva che dovrebbe rispondere ad una chiara campagna comunicativa di normalizzazione per respingere lo spettro della traumatica presenza nel 2020 di Rizzo nella ‘Frz’ quando fu nominato direttore tecnico senza mai superare ben due periodi di prova.
Il capogruppo Arnone mette ora in discussione la nomina del dirigente di Colleferro sulla scorta di quanto dispone il bando pubblico redatto dall’amministrazione comunale per quanto riguarda la nomina dell’amministratore unico della Formia Rifiuti zero, secondo il quale non sarebbe nominabile “chi sia stato licenziato, destituito o dispensato dall’impiego presso la pubblica amministrazione per persitente ed insufficiente rendimento…”. Per la Consigliera comunale di “Guardare Oltre” l’articolo del bando sui requisiti generali – lettera L – si applica nei confronti del nuovo amministratore Unico della Formia Rifiuti Zero, l’ingegner Raffaele Rizzo, “che è stato “ licenziato” o non ha superato il “periodo di prova” nel 2020. Il suo ricorso al giudice del lavoro del Tribunale di Cassino Annalisa Gualtiero nel 2021 e stato rigettato e, con esso, la sua richiesta di reintegro. C’è un chiaro conflitto di interessi riguardo al fatto che dipendenti della FRZ, da sempre leali con l’azienda, hanno testimoniato contro di lui”.
Ora, attraverso il breve comunicato sindacale diramato lunedì, è avvenuto nuovamente il contrario. Ma il capogruppo Arnone chiama la scelta dei sindaci di Formia e Ventotene, Gianluca Taddeo e Carmine Caputo: “Mi chiedo: come sia possibile aver scelto come amministratore unico, colui che non è stato definito un buon direttore? L’aver seguito un iter poco trasparente, senza aver pubblicato i vari passaggi decisionali, dall’ arrivo dei vari curricula alla rosa dei papabili, ci lascia molto perplessi! Faremo accesso agli atti e seguiremo con grande attenzione l’evolversi della situazione aziendale. La Formia Rifiuti zero – conclude il capogruppo Arnone – va tutelata e non distrutta”. Formalmente è lo stesso pensiero degli stessi dipendenti. Alla sostanza deve pensarci ora solo l’ingegner Raffaele Rizzo.