GAETA – “Non serve più alcuna forma di sperimentazione per il futuro delle attività imprenditoriali legate all’acquacoltura e alla miticoltura esistenti nel mare del Golfo. Una legge che preveda la loro delocalizzazione off shore c’è ed è anche datata: va soltanto ora rispettata”. E’ netta ed inequivocabile la presa di posizione dei gruppi di minoranza al comune di Formia “Prima Formia” e “Formiamo il futuro” all’indomani della decisione del consiglio comunale di Gaeta che, esprimendo una prevedibile contrarietà allo spostamento di questi impianti lungo il litorale di ponente della stessa città di Gaeta, ha proposto invece alla Regione di ottenere un periodo di sperimentazione prima della loro definitiva delocalizzazione.
“Il contenuto della delibera consiliare di Gaeta non ci piace e non ci convince affatto – esordiscono i consiglieri Antonio Di Rocco, Caterina Merenna, Nicola Riccardelli, Amato La Mura ed il coordinatore comunale della Lega Vittorio Pecorino – Esiste una legge regionale del maggio 2010 che, istituendo nel Golfo di Gaeta un’area sensibile dal punta di vista ambientale, prevede lo spostamento a largo di Punta Stendardo di questi impianti. Sono trascorsi 12 anni e mezzo e questo obbligo normativo non è stato ancora rispettato nonostante le concessioni demaniali rilasciate dalla stessa Regione siano abbondantemente scadute”.
“Prima Formia” e “Formiamo il futuro” sollecitano ora un “fermo ed autorevole” intervento dell’amministrazione comunale di Formia e del sindaco Gianluca Taddeo: “Innanzitutto siamo convinti della inderogabile necessità di trovare un equilibrio tra la salvaguardia ambientale di un ecosistema marino che non deve diventare monopolio di una singola realtà comunale e quella occupazionale garantita nel corso di questi anni dalle realtà produttive del settore. Bisogna operare in fretta perché alla legge istitutiva dell’Area sensibile si è aggiunta di recente una delibera della Giunta Regionale del Lazio che, approvando la Carta Vocazionale sull’Acquacoltura, ha individuato le zone di mare idonee e precluse all’esercizio di queste attività economiche”.
I consiglieri Di Rocco, Merenna, Riccardelli, La Mura ed il coordinatore comunale Pecorino hanno invitato il sindaco Gianluca Taddeo al rispetto di questi chiari provvedimenti di quanto “non stia facendo il vicino comune di Gaeta. Purtroppo si sta perdendo tempo prezioso e ci auguriamo che facciano sentire la loro voce alcuni rappresentanti della maggioranza al comune di Formia che, conosciuti per essere bravi imprenditori del settore balneare, si stanno sforzando per rilanciando il comparto lungo il litorale di ponente della città. Se questi impianti dovessero rimanere laddove stanno operando, i tentativi di qualificare ulteriormente la spiaggia di Vindicio e , con loro, le attività, economiche e sportive, legate alla vela diventerebbero inutili”.
“Prima Formia” e “Formiamo il futuro” su un punto sono categorici: “Nessuna guerra di religione o di campanile con Gaeta – concludono i consiglieri Di Rocco, Merenna, Riccardelli, La Mura ed il coordinatore comunale Pecorino – Il Golfo è unico e tale deve essere ma non tollereremo posizioni egemoniche di chicchessia. Anzi, noi siamo pronti a fare la nostra parte perché il futuro governo regionale individui, anche attraverso i fondi comunitari recentemente assegnati sulla pesca, le risorse economiche necessarie per sostenere le società e le imprese impegnate nella delocalizzazione degli impianti di allevamento del pesce e dei mitili”.
Su questa vicenda si è spaccato clamorosamente il Partito Democratico. Se quello di Gaeta ed il candidato a sindaco (Sabina Mitrano) sostenuto alle amministrative del 12 giugno scorso hanno votato insieme alla maggioranza di centro destra relativamente alla necessità di avviare da parte della Regione una sperimentazione , il Pd formiano è di tutt’altro parere: “la normativa è chiara e i Comuni di Formia e di Gaeta devono farla rispettare, senza se e senza ma: gli allevamenti di acquacoltura devono essere dislocati al di fuori dell’Area Sensibile del Golfo”. A battere un pugno sul tavolo sono i consiglieri comunali Alessandro Carta e Luca Magliozzi. Ricordano come nelle scorse settimane avessero invitato il Sindaco di Gaeta a “non inseguire fantasiose interpretazioni della normativa e a non perdere tempo”.
La delibera approvata nel consiglio comunale di mercoledì “continuerà a mettere a rischio posti di lavoro, lasciare le imprese in una situazione di incertezza e rallentare la riqualificazione ambientale del Golfo. E invece, si continua a perdere tempo e a spostare il problema”. Il Pd di Formia condivide le dichiarazioni che, subito dopo la seduta consiliare aveva lasciato al nostro portale , aveva rilasciato l’ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante che, l’unico a votare contro, aveva definito la delibera approvata dal consiglio con i voti dei consiglieri Scinicariello e Mitrano “raffazzonata, poco chiara e che “dice tutto e il contrario di tutto”. Il Comune di Gaeta si difende affermando di non essere stato coinvolto nel processo decisionale che ha portato all’adozione della Carta Vocazionale, nè sarebbero stati consultati dalla Regione i portatori di interesse del comparto economico della itticoltura e della mitilicoltura.
“Non è così, da quanto ci risulta tutti gli operatori e le amministrazioni del territorio sono stati coinvolti, in questi due anni, dalla Regione Lazio nel percorso che ha portato all’approvazione della carta vocazionale: la situazione normativa era quindi chiara a tutti – ribattono i consiglieri Carta e Magliozzi – E’ giusto e legittimo ritenere che gli impianti di acquacoltura non possano essere delocalizzati davanti le bellissime spiagge di Gaeta, ma perchè devono continuare a deturpare le spiagge di Formia? E questo vale anche per gli scarichi dei depuratori, che contribuiscono all’inquinamento del nostro mare. La politica locale deve dimostrare di essere in grado di guidare questo processo e di farlo in maniera comprensoriale, senza rifugiarsi su posizioni di convenienza, soprattutto alla luce delle prossime elezioni regionali”.
Il consigliere comunale Alessandro Carta ricorda all’ex Sindaco di Gaeta Mitrano che il consigliere regionale, “ruolo a cui tanto ambisce, deve lavorare ed impegnarsi per tutto il comprensorio e non esclusivamente per difendere gli interessi della sua città. Una posizione comune e chiara su questo tema andava già presa da tempo, ora non è più rimandabile”.
E’ stato invitato il sindaco di Formia Taddeo a “dare attuazione a quanto previsto dalla normativa” e a “convincere il Sindaco Leccese a fare altrettanto. Continuare a ritardare il collocamento al di fuori dell’Area Sensibile rischia di aggravare lo stato di salute ambientale del Golfo e allo stesso tempo mette in pericolo i posti di lavoro delle attività di acquacoltura che, invece, andrebbero supportate nelle nuove collocazioni”.
Sul fronte gaetano a prendere posizione a favore dell’ex sindaco Silvio D’Amante(“il suo voto contrario lo sposiamo in pieno”) è – al momento – il solo Movimento Cinque Stelle. Alla velenosa dichiarazione della consigliera regionale Gaia Pernarella si è aggiunto il commento del portavoce cittadino Simone Avico. Ricordando come l’area sensibile sia stata al centro della campagna elettorale grillina alle amministrative di giugno, Avico sottolinea come questo provvedimento normativo che “ha ormai 12 anni) non sia “stata ancora recepita dall’amministrazione comunale di Gaeta.
“L’atto di indirizzo portato in consiglio comunale, approssimativo e contradditorio, paventa più ombre che luci e si evince chiaramente un atteggiamento teso a rimandare un serio iter che porti a compimento la delocalizzazione. Nessuno può permettersi di affermare che il voto contrario rappresenti un’azione contro le imprese e i lavoratori che beneficiano tutt’oggi di questa economia. E’ una bufala – osserva Avico – di chi ha in realtà già deciso con il proprio voto favorevole che di difendere l’ambiente non vuol proprio saperne e l’unica speranza resta quella di creare inutili e dannose attese all’infinito. L’amministrazione per prima può farsi promotrice verso la Regione per salvaguardare gli attuali livelli occupazionali valutando in primis l’applicazione della clausola sociale, lasciando da parte qualsiasi deroga e agevolazione”.
“Non saranno nuovi tavoli di concertazione a tutelare l’ecosistema marino, dal momento che da dodici anni hanno sostenuto esclusivamente lo sperpero di milioni di euro a carico della collettività senza accennare a qualsiasi risoluzione concreta. Dello stesso avviso ci appare l’idea della Consigliera Comunale Pina Rosato di una commissione speciale intercomunale, quando basterebbe adottare nella sede consiliare atti con una vera chiarezza di intenti. L’area sensibile del golfo ci obbliga a ragionare comprensorialmente e non attraverso una difesa d’ufficio di astratti “confini”, come invece sembra far trasparire il consigliere Massimo Magliozzi con inutili tentativi di spostare l’attenzione verso i comuni limitrofi” – conclude Avico.
Il Movimento cinque Stelle di Gaeta, naturalmente, non ha mancato di speculare sulla doppia diversità di veduta del Pd di Gaeta e di Formia: “ Non può passare in secondo piano l’atteggiamento confusionario e irricevibile di tutto il quadro politico circostante, anche del Partito Democratico di Gaeta che sconfessando la linea dei propri compagni di partito di Formia si trova a rincorrere l’irresponsabilità di Forza Italia e Fratelli d’Italia”.
I conti, prima o poi, si faranno per tutti. L’appuntamento è previsto nella notte tra il 12 ed il 13 febbraio 2023. Basterà attendere…