CASSINO – Assolti perché il fatto non sussiste. Il collegio penale del Tribunale di Cassino, presieduto dalla dottoressa Assunta Tillo, scagionando i tre imputati (due operai ed uno studente) ora di età compresa tra i 23 e i 30 anni, ha posto fine alla vicenda iniziata nella tarda serata di un sabato dell’aprile 2019 quando finirono nei guai per estorsione aggravata e lesioni per aver costretto due trans sudamericani, con in quali si erano intrattenuti in un’abitazione nel centro di Cassino, a restituire la somma pattuita per le prestazioni sessuali di cui avevano beneficiato.
Le parti, dopo aver effettuato una consumazione in un locale del centro, raggiunsero innanzitutto un accordo economico: 100 euro per tutti e tre i clienti che seguirono i due trans presso un’abitazione che avevano preso in affitto. I primi due consumarono il rapporto, il terzo rimase in attesa. Quando i suoi amici finirono, i due trans dissero di essere stanchi. Era ormai mattina quando il terzo cliente, insoddisfatto per la lunga ed inutile attesa, chiese la restituzione di una una parte del danaro versato. Ne scaturì un diverbio al termine del quale i vicini di casa dei due trans si lamentarono del trambusto e chiesero l’intervento delle forze dell’ordine. Ma prima di farlo i due trans furono costretti a restituire 50 euro ai tre esigenti clienti.
Uno di loro nell’immediatezza dei fatti venne anche arrestato, provvedimento ritenuto illegittimo dal Gip. La Procura aveva chiesto la condanna a 5 anni e 3 mesi di reclusione per uno e a 3 anni e 7 mesi di reclusione per gli altri due imputati ma il Tribunale di Cassino, accogliendo integralmente le istanze difensive degli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola, Gianluca Giannichedda e Marco Vento considerando veritiera la versione degli imputati, ha assolto il terzetto finito a giudizio.