Formia / Interdittive antimafia, il Comune pronto a chiudere i due locali di Piazza Testa

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FORMIA – Il comune di Formia, a diversi livelli, politici e burocratici, sostiene di aver appreso dalla stampa l’esistenza e la notifica, da parte del Prefetto di Latina, di due interdittive antimafia ai danni di due locali nel cuore della movida cittadina, in piazza Tommaso Testa. “Procederemo” – così il sindaco Gianluca Taddeo ha preannunciato l’orientamento del comune ad avviare i procedimenti amministrativi con cui il Suap revocherà le autorizzazioni commerciali nei confronti del bar-gelateria “Santoro” e del ristorante “Pesce Matto”, ubicate a poche decine di metri di distanza l’una dall’altra.

Si tratta di due attività commerciali controllate sinora dal 29enne imprenditore calabrese Lorenzo Santoro che, secondo le risultanza investigative dei Carabinieri della Compagnia di Formia, sarebbe contiguo alla cosca calabrese dei Talia operante nell’area di Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria. Secondo le due interdittive antimafia le due attività vanno ora chiuse perchè a rischio di condizionamento della criminalità organizzata relativamente alle frequentazioni e addirittura all’assunzione di dipendenti graditi alla famiglia dei Talia.

Che al comune di Formia non sia arrivato ancora nulla dalla Prefettura di Latina, l’ha confermato lo stesso neo dirigente del Suap e della Polizia Locale Domenico Di Russo: “Sapete più voi cronisti che noi” – ha risposto. Una richiesta di revoca delle concessioni commerciali rilasciate a favore della gelateria “Santoro” nel luglio 2020 e al ristorante Pesce Matto” lo scorso luglio potrebbe essere formalizzata nelle prossime ore dal commissariato di Polizia? Le bocche sono ermeticamente cucite da parte degli inquirenti del vice questore Aurelio Metelli ma qualcosa da parte del comune di Formia è cambiato dopo le due interdittive del Prefetto Falco che naturalmente ora potrebbe essere impugnate al Tar da parte dei destinatari.

Il comandante Di Russo, spulciando il fascicolo delle due attività in odore di crimine organizzato, si era reso che qualcosa non filava per il verso giusto. Il comune aveva emesso lo scorso settembre un’ordinanza con cui il dehors non avrebbe potuto più occupare suolo pubblico. Per due mesi quel provvedimento è rimasto inapplicato e, all’indomani del report giornalistico, c’è stato un sopralluogo della Polizia locale in uno dei locali di piazza Testa.

Se l’ex sindaco Paola Villa sinora ha preferito polemizzare sui social, il partito Democratico ha preferito firmare un comunicato stampa la questione del contrasto alla criminalità organizzata resta “una priorità dell’azione politica”. I Dem hanno indicato “quale strada maestra l’importanza della cooperazione tra politica e società civile. Cooperazione possibile, come fatto in passato, anche attraverso l’Osservatorio per la Legalità. L’Osservatorio che immaginiamo oggi è da intendersi quale strumento di monitoraggio del territorio, di studio e reportistica, di promozione della cultura della legalità, di elaborazione di strategie virtuose”. Da qui il monito rivolto all’amministrazione comunale di Formia di “capire cosa abbia intenzione di fare, per evitare che la città sia considerata “terra di nessuno” da conquistare tanto della criminalità organizzata che del più forte o del più violento”.

Dopo l’ultimo accoltellamento sabato notte ai danni di un 22enne proprio in piazza Testa l’allarme è tornato ad essere alto per quanto “la violenza nelle strade della nostra città”. E’ una violenza tra ragazzi che fanno della sopraffazione, anche armata, uno stile ed una condotta, incoscienti delle conseguenze, forse ed anche perché non educati alle stesse. – osservano i consiglieri comunali del Pd Alessandro Carta e Luca Magliozzi – Attenzionare i luoghi della movida con maggiori controlli è fondamentale, ma non la soluzione. La politica locale, come quella nazionale, è chiamata a fare un’analisi seria del fenomeno per dare concrete e reali soluzioni, aprire un dialogo intergenerazionale in cui si ascoltano i problemi e i disagi dei giovani. Occorre creare spazi e momenti di condivisione per una programmazione e gestione del territorio più attenta alle esigenze dei giovani e delle loro forme espressive assicurandone quindi la partecipazione attiva alla cittadinanza”.