REGIONE LAZIO – Dopo il danno anche la beffa. E’ questa l’aria che si respira nel centrosinistra, dopo che Giuseppe Conte, nel Lazio, ha prima chiuso il dialogo con i dem (ufficialmente la rottura si è consumata sul nome del candidato, ma molto ha fatto la vicenda del termovalorizzatore a Roma) e poi ha messo in campo la stessa strategia del Pd: quella del campo largo. L’obiettivo di questo campo largo a trazione M5s? Non tanto la vittoria (questa decisione rischia, casomai, di consegnare la Regione alla destra), ma fare a pezzi quel che resta del Pd, dopo che, con il Modello Lazio e Nicola Zingaretti, ha guidato la Regione per ben 10 anni.
Gli alleati di Conte
Le voci di corridoio dicono che per conoscere il nome con cui Conte intende sfidare i dem bisognerà aspettare ancora una settimana. Sabato 17 dicembre, infatti, ci sarà la riunione del Coordinamento 2050 – ovvero, la parte della sinistra che già si è schierata con i pentastellati – nella sede del IX Municipio (una scelta che appare simbolica, considerato che è l’area, secondo le indicazioni del sindaco Gualtieri, che ospiterà il termovalorizzatore di Roma).
Ma, intanto, una domanda sorge spontanea: chi sono gli alleati del M5s? Il primo nome è quello sopra citato del Coordinamento 2050, a cui bisogna aggiungere quello di Sinistra Italiana. La segreteria regionale del partito, infatti, ha ufficializzato la rottura con i dem (e, quindi, almeno per ora, anche con i Verdi). Il segretario Cervellini: “Non staremo con il Pd e Calenda. Per un’incompatibilità su elementi portanti e un profilo politico a guida Calenda” che sostiene D’Amato. Siamo per l’ecosostenibilità, sanità e trasporti pubblici. In questo campo non possiamo esserci.”
Il toto nomi: la caccia si tinge di rosa
Mentre il Consiglio dei Ministri ha decretato che per le Regionali – sia nel Lazio che in Lombardia – non si voterà soltanto domenica (12 febbraio), ma anche lunedì 13, nel campo delle ipotesi, si cercano di capire quali potrebbero essere i nomi dei possibili sfidanti di Alessio D’Amato (per ora unico candidato ufficiale).
Secondo alcune ipotesi avanzate in prima battuta da Repubblica, Conte potrebbe basarsi innanzitutto sulla suggestione lanciata da Giorgia Meloni, prima donna premier, e, quindi, cercare un volto tra le quote rosa. Non solo. Pare che, dati alla mano, stia pensando di ricalcare uno schema più volte dimostratosi vincente nel Lazio: quello di un candidato presidente che provenga dal mondo del giornalismo (come fu rispettivamente per Piero Badoloni, Francesco Starace e Piero Matarazzo).
In questa duplice ottica, che vuole una donna e una giornalista come volto dei pentastellati, i nomi più accreditati sarebbero quelli di Bianca Berlinguer (Cartabianca) e di Luisella Costamagna (Agorà). Per ora, però, si viaggia ancora nel campo delle ipotesi e dei rumors…
L’incognita dei Verdi
Infine, mentre D’Amato ha avviato la sua campagna elettorale, per i dem resta ancora un’incognita da sciogliere: ora che Sinistra Italiana ha ufficializzato il cambio di schieramento in favore dei pentastellati, cosa faranno i Verdi?
Per ora, non sembrano intenzionati ad entrare nella scia del M5s, concentrati come sono sul capire se presentarsi con una propria lista a sostegno di D’Amato o se aggregarsi a qualche altra formazione a sostegno del candidato (a sostegno di D’Amato, lo ricordiamo ci sono anche Azione -Italia viva, con un’unica lista). Ma in questa campagna elettorale, tra tensioni, frecciatine e veleni, nulla può essere dato per scontato…