TERRACINA – L’ex sindaco di Terracina Roberta Tintari è ora una donna completamente libera. Lo ha deciso la sesta sezione penale della Cassazione che ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma, che, nell’ambito dell‘inchiesta “Free Beach” sui presunti appalti pilotati al comune, aveva fatto sopravvivere solo uno dei cinque capi di imputazione contestati all’ex primo cittadino e, per questo, disposto l’obbligo di firma due volte la settimana al posto degli arresti domiciliari.
La Suprema Corte ha quindi integralmente accolto il ricorso dei difensori dell’ex sindaco finita ai domiciliari lo scorso luglio, gli avvocati Massimo D’Ambrosio e Dino Lucchetti, e ha ordinato l’immediata cessazione di tutte le misure cautelari disponendo l’annullamento dell’ordinanza del Riesame anche nella parte in cui si ipotizzava il reato di falso relativamente al contenuto della delibera di giunta con la quale venne conferita la destinazione pedonale al ponte sul canale del porto di Terracina. La Cassazione ha, nella stessa udienza, dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura di Latina, con il quale l’accusa aveva chiesto il ripristino della custodia cautelare, nel frattempo revocata dal Riesame, nei confronti dell’ex sindaco di Terracina.
“Occorre attendere il deposito dei motivi per meglio comprendere fino a che punto i Giudici di legittimità si siano spinti nella valutazione
Roberta Tintari, ricevuta l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, si dimise dall’incarico di sindaco, un gesto di coraggio che le fece onore a meno di due anni dalla vittoria delle amministrative del 2020. Il comune per quella coraggiosa decisione – che l’interessata rifarebbe migliaia di volte – fu costretto a perseguire, suo malgrado, la strada commissariale che terminerà in primavera con le nuove elezioni amministrative. L’ex sindaco, da noi interpellata, ha confermato che terrà una conferenza stampa subito dopo la pubblicazione delle motivazioni dei giudici della Cassazione.
Intanto ha voluto rilanciare le dichiarazioni che fece la scorsa estate quando decise di dimettersi da sindaco: “Le contestazioni rivolte nei miei riguardi, oltre che infondate, risultano palesemente errate. Indipendentemente da questo, sento il dovere di tutelare i miei familiari da tutto il fango che si sta riversando anche su di loro, per l’inaudito ma comprensibile clamore di un arresto tanto eclatante quanto ingiusto. Malauguratamente, quando verrò assolta, non ci sarà altrettanto clamore della notizia. Questo ce lo insegna la storia delle cronache giudiziarie. Ed, allora, la mia decisione di evitare nel breve ulteriori dispiaceri per i miei familiari, impedendo, con le mie dimissioni, che i soliti coraggiosi della tastiera possano alimentare l’insaziabile desiderio delle piazze forcaiole di veder punito colui che resta esposto alla pubblica gogna, prima ancora che il processo venga iniziato. Resto fiera del ruolo ricoperto e, soprattutto, orgogliosa del lavoro svolto, sempre con la massima trasparenza ed onestà, al servizio ‘non facile’ della collettività.”
Solo nei giorni scorsi, per la cronaca, la stessa Procura aveva chiesto al Gip Giorgia Castriota l’archiviazione della posizione dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, iscritto nel registro degli indagati per turbata libertà degli incanti in concorso altri vale a dire il contributo economico erogato alla cooperativa ‘Mare e Monti 2018’ relativamente al salvataggio collettivo del 2019 e per l’installazione di alcuni gonfiabili in mare. L’ex primo cittadino, difeso dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Massimo Procaccini, continua ad essere indagato limitatamente al reato di induzione indebita a dare o promettere utilità per le presunte pressioni fatte su una funzionaria dello Sportello unico per le attività produttive del comune di Terracina per il rilascio della licenza di spettacolo viaggiante ad una società romana nel zona del porto della città.