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Formia / “Trivio paese del Ceppo di Natale”: si rinnova la tradizione…e la toponomastica! [VIDEO]

FORMIA – La frazione formiana di Trivio ha ora ufficialmente un proprio brand per la propria promozione turistica: il Ceppo di Natale. L’indicazione toponomastica e stradale è stata inaugurata nel pomeriggio della vigilia di Natale in occasione proprio dell’accensione per il 162° anno consecutivo del Ceppo, una manifestazione che, capace di superare per due anni anche le limitazioni e le restrizioni imposte dal Covid, è considerata a ragion una delle tradizioni più longeve che si ricordino sul territorio del Golfo. Allo scoprimento della nuova indicazione stradale alle porte della seconda frazione più importante di Formia c’erano i vertici dell’amministrazione comunale (il sindaco Gianluca Taddeo, il suo vice e assessore al turismo Giovanni Valerio, l’assessore alle Opere Pubbliche Eleonora Zangrillo, il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo e diversi consiglieri comunali tra cui Tania Forte e Renata Ranucci).

L’inaugurazione della nuova cartellonistica ha dato attuazione alla delibera di Giunta numero 353 del 9 dicembre che, recependo una richiesta dello scorso 8 settembre del centro socio culturale, che prevedeva per l’appunto l’installazione di un cartello turistico alle porte della frazione recante la dicitura “Trivio paese del Ceppo di Natale”. In effetti la tradizione dell’accensione del “Gliu Foco in piazza”, che è seguita allo scoprimento di questa cartellonistica stradale, sta richiamando “sempre più quote di persone che raggiungono il borgo collinare di Trivio per assistere ad un appuntamento” che, inaugurato il 24 dicembre 1860 dall’allora parroco don Giovanni Filosa, è considerato erede di un’usanza antichissima risalente al XII secolo. Ogni capofamiglia, quale buon auspicio per le sorti dei propri cari, bruciava nel camino di casa un grosso tronco di legno che poi veniva lasciato ardere per dodici notti, fin all’Epifania. Ed è quello che avviene ora nella centralissima piazza Sant’Andrea su una piattaforma avente un diametro di cinque metri grazie agli arbusti raccolti dai volontari del centro socio culturale di Trivio nelle campagne lungo la fascia collinare (e non solo) di Formia.

Il sindaco Gianluca Taddeo, accompagnato tra gli altri anche dal vice presidente del Consorzio industriale regionale Salvatore Forte, ha esternato un familiare feeling nel corso del suo intervento sollecitato dal padrone di casa, il presidente del Centro socio culturale Luigi Saraniero. Alle ultime amministrative dell’ottobre 2021 Trivio ha portato fortuna alla sfida elettorale di quello che sarebbe stato il neo sindaco di Formia che la vigilia di Natale era orgoglioso al punto giusto per sottolineare come “piazza Sant’Andrea, dopo trent’anni, è finalmente illuminata”.

Si tratta di un importante risultato – non c’è dubbio – che poteva essere affiancato da altri interventi che, già programmati (per un importo di 700 mila euro) per il miglioramento della viabilità del paese, sono stati “purtroppo congelati per dirottare i fondi già impegnati – ha specificato l’ormai candidata di Forza Italia alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio, l’assessore ai Lavori Pubblici del comune, Eleonora Zangrillo – nel capitolo di bilancio che abbiamo dovuto inaugurare dopo l’alluvione del 29 settembre scorso”.

A darle personalmente un sostegno in vista del voto in programma tra meno di 50 giorni è stato direttamente il sindaco (e capo della delegazione di Forza Italia contro quella altrettanto nutrita di Fratelli d’Italia) Gianluca Taddeo: “Non so per quanto tempo avremo l’onere e l’onore di guidare la città ma vogliamo lasciare un segno che naturalmente riguarda questo bellissimo borgo di Trivio”.

Il clima metereologicamente non era dei migliori ma la vigilia di Natale nella seconda frazione collinare di Formia è tornato ad illuminarsi uno dei suoi simboli natalizi più belli e più caratteristici. E stato il parroco del paese, Monsignor Giuseppe Sparagna, il primo e più di tutti ad alimentare un senso di ottimismo in occasione dell’accensione con la contestuale benedizione del ceppo Natalizio. Arderà – come detto – fino al giorno dell’Epifania a rappresentare un augurio di serenità e prosperità all’intera e laboriosa comunità triviese. Il ceppo servirà alimentare il fuoco del cammino un po’ tutti, degli adulti e, ancor di più, delle future generazioni e dei ragazzi di Trivio, chiamati, su iniziativa di Monsignor Sparagna, ad attingere dal grosso ceppo il fuoco per accendere piccoli lumini. E’ stata rinnovato un gesto introdotto da qualche anno per rafforzare e tramandare  il concetto di quanto questo fuoco simboleggi il focolare domestico, il trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo.

“Una tradizione quella dell’accensione del Ceppo che non vogliamo assolutamente perdere – ha sottolineato Luigi Saraniero, presidente del Centro Socio Culturale Trivio – perchè per noi “triviesi” non esiste miglior modo per farsi gli auguri di un Buon Natale e un felice anno Nuovo. Non esiste altra occasione per valorizzare il nostro Borgo, farci conoscere, apprezzare e non solo. E poi è bello vedere come questa manifestazione cominci a farsi sentire anche fuori dal Borgo, visto che molte associazioni hanno accettato l’invito del Centro Socio Culturale Trivio a collaborare. Il potenziamento della cartellonistica stradale da parte dell’amministrazione comunale è un segnale di tangibile di vicinanza al nostro impegno associativo per rilanciare il recupero di antichissime tradizioni, usi e costumi che sicuramente – come sta avvenendo da anni – ci consentiranno di alimentare nuove e interessanti prospettive turistiche per il paese e non solo”.

L’accensione per il 162° anno consecutivo (l’Italia doveva ancora raggiungere la sua unità e i piemontesi soltanto nel febbraio del 1861 posero fine al loro assedio di Gaeta con la deborbonizzazione della città) del Ceppo Natalizio a Trivio è stata mutuata da un’usanza risalente al XII Secolo e diffusa in diversi paesi europei. Dai grossi tronchi bruciati nei camini di ciascuna casa i resti venivano poi conservati. Si attribuivano loro proprietà magiche – si credeva che favorissero il raccolto, l’allevamento, la fertilità delle donne e degli animali e la salute e che proteggesse dai fulmini –spesso venivano riutilizzati per accendere il ceppo dell’anno successivo.

Video scoprimento targa stradale “Trivio paese del Ceppo di Natale”

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