GAETA – Non hanno certamente brillato in lucidità e lungimiranza politica due dei tre consiglieri comunali d’opposizione – l’ex sindaco Silvio D’Amante e il capogruppo consiliare del Partito Democratico Emiliano Scinicariello – che hanno partecipato (con un non esaltante rendimento comportamentale e amministrativo) martedì all’ultima seduta del 2022 del consiglio comunale di Gaeta. Era assente l’ex candidato a sindaco Sabina Mitrano, mentre gli altri due esponenti del centrosinistra rimasti superstiti alla “Waterloo” elettorale del 12 giugno scorso hanno gettato alle ortiche la ghiotta occasione di dimostrare che, in effetti, Cartesio con il suo “cogito ergo sum” aveva ragione.
E invece davanti ad un ordine del giorno apparentemente tecnico ma sostanzialmente politico i consiglieri D’Amante e Scinicariello si sono vestiti da volontari della Croce Rossa e sono giunti in soccorso ad una maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia e Pd che, nonostante i numeri bulgari fuoriusciti dalle urne il 12 giugno, poteva andare per la prima volta in difficoltà. E invece i consiglieri D’Amante e Scinicariello, complice il periodo natalizio, hanno deciso di palesare la loro inutile generosità politica al cospetto di una maggioranza che in termini di decisionismo si conferma essere un carro armato senza limiti.
La seduta del consiglio comunale di Gaeta di martedì sarebbe dovuta iniziare alle 15 e, dopo 55 minuti, i consiglieri D’Amante e Scinicariello hanno dimostrato di poter indossare con successo i panni di Babbo Natale. La maggioranza Leccese sapeva di non poter fare affidamento sulla presenza e sui voti dei consiglieri Massimo Magliozzi, Coscione, Costabile, Di Vasta e Conte – le elezioni regionali si avvicinano (si vota con il sempre proporzionale dove sarà fondamentale contarsi) ed è un giusto che un po’ di fuoco covi sotto la cenere – ma il mutuo soccorso è arrivato dai due esponenti di centro sinistra. Bastava chiedere l’intervento della segretaria generale Patrizia Cinquanta per effettuare l’appello e censire la mancanza del numero legale in quel momento.
E invece il buonismo natalizio dei consiglieri D’Amante e Scinicariello è stato salutato dal sornione sorriso del presidente del consiglio comunale Davide Speringo e, soprattutto, di quello calcolatore del sindaco Cristian Leccese. La maggioranza educatamente ha ringraziato per questa superficialità politica e ha portato a casa la gran parte dei punti all’ordine del giorno. Tra questi il Dup, il documento unico di programmazione propedeutico all’approvazione del bilancio di previsione 2023, le linee di indirizzo per il rinnovo della gestione esterna, della durata novennale, del servizio della pubblica illuminazione comunale e degli impianti elettrici e termici degli immobili comunali strumentali, il riconoscimento di un importante debito fuori bilancio a favore dell’avvocato Anna Rita Di Giacomo, la ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche del comune e, inoltre, la nomina del Collegio dei Revisori dei conti per il triennio 2023/2025.
Il Dup approvato dalla maggioranza Leccese prevede l’alienazione di diversi immobili di proprietà comunale. Tra questi particelle in località Monte Moneta – area destinata ad ospitare strutture ricettive ed alberghiere secondo quanto prevede il vigente Piano regolatore generale – parte dell’attuale piazza Risorgimento in cui sono in corso i lavori per la trasformazione in parcheggio dell’ex Cittadella del Tennis, dell’ex mattatoio, del centro di trasferenza dei rifiuti in località Conca, il complesso immobiliare in località “Mazzamareglie” e finanche il palazzo c he in via Commestibili ospita la tenenza dei Carabinieri. E’ apparso incredulo sui social l’ex sindaco ed capogruppo Udc Giuseppe Matarazzo: “Non ho parole, amministratori che vendono un presidio di legalità. Ma tanto – ha sbottato – ciò dimostra la situazione catastrofica delle casse comunali”.
La sezione operativa del Dup comprende, invece, la programmazione in materia di lavori pubblici, di patrimonio, di informatizzazione, di acquisti di beni e servizi, oltre agli strumenti di programmazione relativi all’attività istituzionale dell’Ente. E a rispondere all’avvocato Matarazzo è stato il sindaco Leccese: “Obiettivo della mia amministrazione – ha dichiarato – è di predisporre quelle condizioni favorevoli ad un plurale ed equilibrato sviluppo del sistema socio-economico-territoriale, favorendo la qualità di vita dell’intera comunità. Gaeta è una città dalle molteplici potenzialità di crescita e sviluppo, favorite dalla sua posizione geografica e strategica. La bellezza del suo golfo, la sua storia e la sua cultura rappresentano per noi delle grandi opportunità di crescita e benessere. La buona e corretta amministrazione rappresenta il punto di riferimento per proseguire nell’attività di sviluppo del territorio, al fine di dotarlo di servizi e infrastrutture sempre più adeguati ed efficienti e corrispondenti alle aspettative del cittadino. Dalla prosecuzione e completamento delle opere avviate, alla creazione di nuove progettualità. Queste le linee guida che l’Amministrazione intende perseguire ponendo solide basi per ‘traghettare’ Gaeta da città dei bisogni a città delle opportunità. L’avviato programma di riqualificazione, non solo strutturale ma anche culturale e sociale del territorio, deve pertanto proseguire per consentire alla città di continuare a crescere”.
Gli argomenti politicamente più significativi – la modifica di due articoli dello Statuto e del regolamento del consiglio comunale – il presidente d’aula Speringo martedì pomeriggio li aveva inseriti nella parte finale dell’ordine del giorno ma anche qui i consiglieri D’Amante e Scinicariello hanno mancato un’altra occasione per distinguersi sulla decisione della maggioranza Leccese di sopprimere di fatto le commissioni consiliari (nell’articolo 29 dello Statuto c’è scritto che il consiglio, se vuole, le “può” nominare) surrogate (articolo 28) dalla conferenza dei capigruppo. In sede di votazione alla maggioranza sono mancati di fatto i voti degli consiglieri assenti e in qualsiasi consesso democratico questa circostanza sarebbe stata rappresentata. E invece il capogruppo Dem Scinicariello alla chetichella ha abbandonato l’aula consiliare. Vi è rimasto stoicamente solo l’ex sindaco Silvio D’Amante, che ha votato no alla modifica dello Statuto ma il suo voto è stato politicamente inutile.
I dodici “Sì” non sono bastati alla maggioranza per licenziare la modifica statutaria. C’è bisogno di un nuovo passaggio consiliare quando di voti favorevoli ne basteranno anche di meno. L’ex sindaco D’Amante avrebbe potuto frenare, bloccandola pure, questa forzata presa di posizione della maggioranza ricordandosi che alcuni giorni orsono, affiancato dall’ex presidente del consiglio e penalista Lino Magliuzzi, aveva incontrato il Prefetto di Latina Maurizio Falco. Di questo faccia a faccia il massimo rappresentante dello Stato in provincia ne aveva fatto argomento di una lettera riservata al sindaco di Gaeta Leccese. Gli ha ricordato l’ennesimo parere del Ministero degli Interni che “ha ribadito il principio del rispetto del criterio proporzionale, ossia che le forze politiche presenti in consiglio comunale – aveva letteralmente scritto il Prefetto – debbano essere rappresentate anche nelle commissioni”. E invece davanti a questa lettera del Prefetto Falco il Comune di Gaeta ha proposto di modificare l’articolo 29 dello statuto in base al quale il consiglio comunale può nominare le commissioni”.
Un modo istituzionalmente elegante per ribadire, nonostante le crociate di D’Amante, che il Comune di Gaeta può fare a meno di tante cose. Figuriamoci delle commissioni…