FONDI – L’annullamento o l’attenuazione della misura cautelare in carcere. Sono le richieste che campeggiano nel dettagliato ricorso presentato martedì al Tribunale del Riesame dalla difesa di Lucio Nallo, il dipendente del comune di Fondi di 66 anni che, inizialmente destinatario di un fermo di polizia giudiziaria, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Latina Giorgia Castriota – si trova tuttora nel carcere di Frosinone – con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma pericolosa con l’accusa di aver ferito gravemente, al termine di una lite, il nipote di 29 anni, Stefano Nallo.
Secondo l’avvocato la ricostruzione effettuata dall’avvocato Giulio Mastrobattista il suo assistito ha imbracciato un machete per difendersi da un tentativo di aggressione subito dal nipote in seguito ad un rimprovero e, più precisamente, di non gettare la spazzatura nel giardino di sua proprietà. Stefano Nallo, a quel punto gli avrebbe gettato contro un vecchio divano. Il dipendente del comune di Fondi reagendo e per legittima difesa ha imbracciato il machete colpendo il familiare alla testa (due volte), alla coscia destra e all’avambraccio ferite gravi tali da richiedere il ricovero in prognosi riservata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Le condizioni del 29enne, intanto, sono migliorate e sempre nella giornata di martedì è stato dimesso dall’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove era stato ricoverato dalla giornata di venerdì scorso. Determinante per la trasformazione del fermo di Pg nei confronti di Lucio Nallo in un’ordinanza di custodia cautelare era stato il contenuto di una perizia del medico legale Cristina Setacci secondo la quale i colpi inferti sulla testa e, soprattutto, sull’avambraccio della vittima avrebbero avuto un carattere omicidiario. La lite – secondo la ricostruzione dei Carabinieri – avrebbe potuto conoscere un epilogo tra l’aggressore e l’aggredito se non si fosse frapposto un cittadino di 30 anni di nazionalità maliano che avrebbe tentato di bloccare Lucio Nallo. Secondo gli inquirenti solo grazie all’intervento di questo giovane immigrato non si è consumata una tragedia in quanto Lucio Nallo sarebbe stato sul punto di “decapitare” il nipote puntando al suo collo.