GAETA – È stata espropriata nel lontano 1997 per costruire un depuratore, ma, a 25 anni di distanza, una vasta area di 15.000 mq in località Arzano continua a far parlare di sé e della curiosa dinamica di rapporti che in questi anni è intercorsa tra il comune di Gaeta e l’Eni spa. Appurato infatti che già nel 2019 c’era stata una delibera di consiglio che prevedeva, in favore dell’Eni, la riduzione della fascia di rispetto attorno al depuratore, e da cui già emergerebbe la somma dovuta all’ente petrolifero, la somma ha continuato a lievitare per tre anni, fino al recente raggiungimento dell’accordo tra Eni e Comune per 750.000 euro da versare in tre rate.
“Nel frattempo – si interroga l’ex consigliere Franco De Angelis (Demos), che aveva votato contro quella delibera – ci sono stati dei rapporti tra i due enti incomprensibili per un amministratore comunale. Mi riferisco all’apporto, non sappiamo ancora, dopo tre anni, se con risorse economiche, organizzative o di altro genere, dati dall’Eni alla manifestazione Favole di Luce”.
In effetti leggendo un comunicato del 21 ottobre 2019 si legge: “A sostenere con convinzione la IV edizione di “Favole di Luce”, L’Eni in qualità di partner dell’evento”, affermazione che aveva trovato spazio anche nella conferenza stampa di presentazione dell’allora sindaco Cosmo Mitrano.
Considerazioni di cui invece non c’è traccia sulle dichiarazioni Facebook del sindaco Cristian Leccese e del consigliere Massimo Magliozzi. Quest’ultimo addossa le colpe all’allora sindaco Sindaco D’Amante, rieletto solo pochi mesi fa in consiglio comunale. “E’ incredibile – commenta l’ex consigliere di centrosinistra – come il facente funzioni dell’ex sindaco Mitrano e il consigliere comunale Massimo Magliozzi, che nel 2019 addirittura si astenne dal votare la delibera, si riferiscano a fatti di quasi tre decenni fa senza fare un minimo di autocritica.
Leccese dovrebbe chiedere al suo predecessore come mai, seppure la parola fine è stata messa dalla magistratura nel 2013, gli abbia lasciato un debito di queste dimensioni in eredità. Personalmente non ho mai avuto la fortuna di incontrare un creditore, che avanzi somme di quella entità e decida comunque di rifonderci ulteriormente.
Ancora più assurdo è il passaggio di Magliozzi che si scaglia contro la costruzione del depuratore di Gaeta. Quel depuratore, il cui funzionamento a regime è passato più volte sotto la lente di ingrandimento della Capitaneria di porto di Gaeta e dell’Arpa Lazio, è sicuramente l’opera pubblica più importante che sia stata realizzata a Gaeta dagli anni novanta ad oggi. Nessuna delle amministrazioni comunali che si sono alternate successivamente avrebbero infatti potuto fare una programmazione turistica senza questa infrastruttura basilare”.