FORMIA – Gli agenti del commissariato di Polizia di Formia non escludono alcun movente sull’aggressione di cui è stato vittima venerdì mattina uno degli amministrativisti più noti del sud pontino, l’avvocato Christian Lombardi, 52 anni, di Formia. A rivelare la vicenda è stata soltanto domenica pomeriggio con un post sui social Manuela Salvi, la cognata del professionista che, sposato e padre di due figlie, è da anni impegnato in politica svolgendo dal 2018 al dicembre 2021 l’incarico di consigliere comunale di maggioranza al comune di Formia e ora quello coordinatore politico di “Un’altra città”, il movimento di cui è stata fondatrice nel 2012 proprio il futuro sindaco di Formia Paola Villa.
L’episodio si è verificato non molto lontano dall’abitazione di via Mergataro, alle pendici della collina di Campese, in cui abita l’avvocato Lombardi con la sua famiglia. Il legale in una strada molto isolata era impegnato di mattina a far passeggiare il proprio cane quando un uomo, con un accento decisamente campano, è sceso dalla sua auto e, dopo avergli chiesto se il cane fosse o meno pericoloso, ha tirato fuori un manganello e lo ha picchiato. L’aggressore prima di andarsene ad alta velocità a bordo dell’auto con cui ha raggiunto questa zona scarsamente abitata di Formia avrebbe esclamato con un tono intimidatorio la seguente frase “Nun te scurdà”. Insomma non ti dimenticare.
Questa versione sull’aggressione rivelata sui social dalla cognata del coordinatore di “Un’altra Città” è stata confermata dalla stessa vittima che, visibilmente scossa, ha dichiarato di non spiegarsi quanto capitatogli in rapporto alla sua attività professionale e a quella politica, molto calda nei primi giorni dell’anno per la candidatura, molto osteggiata da alcuni attivisti della prim’ora, dell’ex sindaco Paola Villa nelle ‘regionarie’ del Movimento Cinque Stelle. Lo stesso avvocato Lombardi non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale. Si è limitato a dire di attendere fiducioso i primi riscontri dalle indagini degli agenti del vice questore Aurelio Metelli che stanno passando al setaccio il contenuto del sistema di video sorveglianza di alcune abitazioni private in località Mergataro.
Dell’avvocato Lombardi la portavoce è diventata, dunqeue, la cognata: “Non sappiano – utilizza la prima persona plurale la scrittrice Manuela Salvi – chi sia il mandante di questo avvertimento ne di cosa volesse avvertirlo. Siamo in attesa che le istituzioni facciano il proprio dovere e indaghino, che chiedano ai vicini la registrazione delle loro telecamere di sicurezza per risalire ai veicolo”.
E ancora Manuela Salvi: “Non ci spieghiamo la cosa perché mio cognato è un cittadino comune, un avvocato civilista di provincia che rispetta le regole e ha una vita normalissima. Quello che non è affatto normale – osserva la cognata dell’avvocato Lombardi – è invece il nostro territorio, questa palude tra Latina e Caserta – così viene definito il sud pontino – che sulla mappe non esiste e che le fiction di genere le fa impallidire”.
La rabbia della cognata del coordinatore di “Un’altra città” affiora anche nella parte conclusiva del suo post mentre le stesse forze dell’ordine hanno deciso di mantenere, almeno per ora, un rigoroso riserbo: “Il nostro è un territorio che, dopo essere stato svenduto al migliore offerente, un pezzo alla volta adesso va alla deriva insieme a noi cittadini che nove volte su dieci siamo lasciati soli. E siamo noi, ovviamente, a dover aver paura – conclude Manuela Salvi, perché i ‘cattivi’ non ne hanno affatto”.
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