CASSINO – Usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività creditizia. Con queste ipotesi di reato gli agenti del Comando Provinciale di Frosinone, al temine di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino, hanno eseguito martedì mattina un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di piazza Labriola nei confronti di un commerciante di Cassino. Le delicate indagini di polizia giudiziaria, eseguite dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino e supportate dalle risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese e indagini bancarie, avrebbero consentito di individuare molte delle vittime, quasi tutte imprenditori del posto, che si sarebbero rivolte all’uomo in un momento di grave difficoltà economica, in alcuni casi acuita dalla crisi pandemica.
Sulla base delle ipotesi investigative, l’imprenditore da almeno dodici anni avrebbe prestato soldi applicando tassi di interesse notevolmente superiori al tasso effettivo globale medio fissato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, assumendo solitamente a garanzia del credito titoli cambiari o assegni, ricorrendo anche a condotte estorsive per la restituzione del debito.
In un caso, al fine di garantirsi la restituzione dell’importo concesso in prestito, pari a 20mila euro, avrebbe preteso dal debitore la stipula di un contratto preliminare di compravendita dell’appartamento di sua proprietà, di valore di gran lunga superiore rispetto alla somma ricevuta. Nell’occasione, al fine di celare il suo coinvolgimento in tale trattativa, l’arrestato avrebbe fatto stipulare l’atto in questione da sua moglie, nella veste di promittente acquirente.
Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo, nella forma per equivalente, di circa 75mila euro, corrispondente agli interessi percepiti attraverso l’ipotizzata attività di usura, nonché il sequestro di un ingente patrimonio immobiliare per un valore di oltre un milione e 200mila euro, del tutto sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati, intestato principalmente all’ex coniuge, alla figlia e, sulla base delle ipotesi investigative, a tre prestanome ai quali aveva solo fittiziamente intestato i beni. Nello specifico, il patrimonio immobiliare sequestrato, quasi interamente nel comune di Cassino, è costituito da sei locali commerciali, sei appartamenti, quattro locali a uso garage, due locali adibiti a deposito e un lastrico solare, nonché da ulteriori due appartamenti a Pontecorvo.