LATINA – Mano pesante del Tribunale di Latina nella sentenza del processo per il fallimento dell’ex gruppo Midal. Il Giudice Gianluca Soana ha emesso cinque condanne per complessivi 23 anni nei confronti di cinque dirigenti e tecnici della società di Latina Scalo che, gestendo diversi supermercati in diverse località della regione, simulò, pilotandolo, un crack nel 2005 per distrarre dall’attivo cospicue somme di danaro, circa dieci milioni di euro, destinati naturalmente ai creditori. Secondo la Procura di Latina – rappresentata nel corso del tempo dai sostituti Procuratori Raffaella Falcione, Luigia Spinelli e ora da Andrea D’Amgeli, furono compiuti artatamente mirati artifici attraverso la falsificazione del bilancio dell’ex Midal, il trasferimento all’estero di queste somme di danaro con l’alibi di liquidare consulenze per prestazioni mai ottenute e l’acquisto di un fabbricato da una società controllata dalla stessa ex Midal.
Se nel processo si sono costituiti parte civile (attraverso gli avvocati Gugliemo Raso, Valentina Macor, Luigi Di Mambro e Claudio
In sede di requisitoria il Pm D’Angeli lo scorso 22 novembre aveva chiesto 34 anni di carcere per i vertici dell’ex Midal finiti in carcere dieci anni fa. E, più precisamente, 10 anni per la Izzi, 7 per Silenzi, 6 anni per Barberini, 7 anni e mezzo per Sergio Gasbarra, 3 anni e quattro mesi per Pontillo. La Procura – come detto – aveva sollecitato l’assoluzione per Pisanu, Piscina e Piero Gasbarra perchè il fatto non costituisce reato e l’assoluzione per intervenuta prescrizione per Piero e Antonio Bova.
La sentenza del giudice Soana scaturisce anche da un’attività investigativa che la Procura sui conti dell’ex-Midal ha fatto insieme ai tre curatori fallimentari – Francesco Calviero, Marina e Francesco Cardopatri – nominati dal Tribunale al momento del fallimento dell’azienda.