FORMIA – Col passare dei giorni aumenta il malessere dei 32 dipendenti del pastificio Paone di Formia dopo la sentenza della settima sezione civile della Corte d’Appello che ha concluso per cessata locazione la permanenza della “Domenico Paone srl” relativamente alla gestione delle due linee di produzione all’interno dello stabilimento nella zona industriale di Penitro. Le maestranze hanno fatto sapere di non percepire la cassa integrazione ordinaria scattata per una breve parentesi la scorsa primavera e poi proseguita dagli inizi dello scorso settembre per l’alto costo delle materie prima e soprattutto per il caro energia.
I 32 dipendenti potranno beneficiare di questo ammortizzatore sociale sino al 4 febbraio prossimo . Ora invocano l’intervento del mondo politico-istituzionale di Formia perchè la loro situazione economica è stata alleggerita – si fa per dire – dal riconoscimento di una parte della tredicesima mensilità da parte della società titolare, relativamente al biennio 2019-2021, delle due linee di produzione della pasta.
Gli stessi operai vogliono informazioni certe sul loro futuro occupazionale sia da parte della “Domenico Paone srl” e, dunque, del manager italo-argentino Alejandro Octavio Quentin, che dalla Corex, la società di Battipaglia che ha ottenuto dai giudici civili d’appello la disponibilità dell’intero sito produttivo di Formia. I sindacati di categoria stanno alla finestra: hanno fatto sapere che interverranno solo dopo che Quentin avrà formalizzato il suo nuovo piano industriale alle maestranze.
I lavoratori su un aspetto sono categorici: non vogliono rimanere imbrigliati nella morse di una “guerra” in corso tra due gruppi industriali che si stanno contendendo la disponibilità del pastificio formiano. La Corex, intanto, ha rinnovato la sua disponibilità a investire per il pastificio formiano ma per farlo attende che venga applicata la sentenza dei giudici civili d’appello per ottenere l’intera disponibilità del sito produttivo di Penitro.
La stessa società campana ha smentito una tesi rilanciata in questi giorni dall’ex consigliere dell’amministrazione della “Domenico Paone fu Erasmo spa”, Erasmo Paone, circa una trattativa, avviata nel 2014 e poi abortita, per subentrare con il 50% nel capitale della azienda alimentare formiana e tentare di evitare al ricorso del concordato preventivo. Che la Corex non abbia mai avviato alcuna trattativa 8 anni fa per diventare co-proprietaria del pastificio di Formia lo dice un altro rappresentante della famiglia Paone, l’ex amministratore unico Stefano Paone: “Personalmente avviai altri contratti, e posso mostrare le carte, con altri gruppi imprenditoriali del settore come Garofalo e Pallante. Ma entrambe le trattative vennero bocciate dall’assemblea dei soci costituita a quell’epoca dalla maggioranza dei cugini e dallo stesso Erasmo Paone”.