FORMIA – Nominato cardinale nel concistoro nel febbraio 2015, in precedenza Monsignor Francesco Montenegro aveva guidato la chiesa di Agrigento sotto la cui giurisdizione ricade l’isola di Lampedusa. Della porta d’Europa e del suo ruolo ad accogliere tanti migranti provenienti dall’Africa il presule messinese ne ha fatto cenno l’altra sera a Formia in occasione di un’intensa e partecipata catechesi si cui è stato applaudito protagonista presso l’auditorim del Villagio Don Bosco. Il cardinale Montenegro, che ha chiesto di farsi chiamare “Don Francesco”, è giunto a Formia per officiare una messa di suffragio alla memoria del papa emerito recentemente scomparso Benedetto XVI.
Incontrando in precedenza tanti laici impegnati nel sociale ha specificato a modo suo il diverso ruolo da attribuire all’accoglienza alla luce della sua esperienza pastorale in un’Arcidiocesi, quella di Agrigento, che è stata fondamentale nel supportare le iniziative dello stato e delle istituzioni pubbliche a favore degli immigrati sbarcati a Lampedusa. Ospite del parroco Don Mariano Salpinone, il cardinale Montenegro – ora componente della Congregazione delle cause dei santi e del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha rivolto nell’intervista video allegata un appello alla comunità di Formia su come concretizzare “diversamente e meglio in questo ambio sociale lo strumento dell’accoglienza”.
“I confini di Formia siano grandi quanto quelli del mondo – ha esordito il Cardinale Montenegro – Oggi abbiamo bisogno di allargare i confini del cuore perché c’è troppa solitudine, ci sono troppi distacchi , troppi giudizi. Il Signore ci chiede di abbattere questi che sono muri e di costruire, invece, dei ponti , di riscoprire il senso grazie al quale noi tutti possiamo stare vicini agli altri. Come? Bastano – ha concluso il porporato siciliano – un sorriso ed una carezza”.
INTERVENTO video Sua Eminenza Francesco Montenegro, cardinale