FORMIA – Una nuova tegola finanziaria si è abbattuta in questi giorni sul comune di Formia. E’ di circa 392mila euro, senza Iva, l’importo che l’amministrazione formiana dovrà riconoscere alla “Gino Di Cesare srl” di Spigno Saturnia relativamente alla revoca dell’appalto promosso dall’amministrazione Bartolomeo per la realizzazione della stazione marittima presso il Molo Vespucci di Formia. L’ha deciso l’arbitrato promesso davanti all’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, dalla società che si vide revocato l’appalto dalla stessa amministrazione che l’aveva bandito.
Due arbitri su tre – in rappresentanza del comune di Formia, della stessa Anac e della società esclusa – hanno dato ragione alla “Gino Di Cesare” che aveva però formalizzato una pretesa economica più ghiotta, un milione e 229 mila euro, a causa dell’incredibile dietro front del Comune che aveva pensato di realizzare la stazione marittima per favorire l’attracco degli aliscafi e dei traghetti diretti alle isole di Ponza e Ventotene e dei mega yatch. Il comune di Formia revocò l’appalto alla società spignese perché si rese conto successivamente come l’iter della gara fosse incompleto. Mancavano addirittura il parere del Genio Civile e della Capitaneria di porto di Gaeta per l’utilizzo dello specchio di mare antistante la stazione marittima, da anni rimasta incompleta e abbandonata a se stessa.
Il Comune dunque dovrà riconoscere un altro debito fuori bilancio per una sua incredibile decisione e già nella giornata di giovedì i legali della società creditrice hanno chiesto al comune di pagare entro una settimana. Un termine che non sarà rispettato perché l’amministrazione formiana intende ricorrere in appello contro la decisione dell’arbitrato e coinvolgere sia la Corte dei Conti che la Procura della Repubblica per una gara d’appalto vinta da società – un’altra parallela si è aggiudicò l’appalto per la realizzazione del parcheggio multipiano di piazza Aldo Moro promosso dalla Formia Servizi spa, dichiarata fallita nel settembre 2010 – che sarebbe nata sulle ceneri di un’altra realtà societaria gravata, a quanto pare , da precedenti evidenti difficoltà finanziarie.