GAETA – Era stato inaugurato il 28 maggio scorso, a quindici giorni esatti dal plebiscitario voto amministrativo al comune di Gaeta. Ora la città dovrebbe attendere – il condizionale è sempre d’obbligo – tempi migliori per avere il proprio museo civico. Ha creato una pioggia di critiche ma anche di perplessità la decisione del Comune di rimuovere nelle ultime ore l’insegna che indicava la sede del museo civico all’ingresso della torre campanara nel luogo in cui un tempo c’era l’ufficio di informazione turistica di Gaeta. Ma cosa è successo? Il più critico di tutti è stato l’ex sindaco della città, l’attuale consigliere comunale di opposizione Silvio D’Amante: “Tanto strombazzato, inaugurato prima della campagna elettorale, il museo civico non è stato mai aperto. Ora l’insegna è stata finanche rimossa, ammainata. Perché?”
Al taglio del nastro di questa struttura espositiva, per la cronaca, c’era il gotha della penultima amministrazione comunale, dall’ex sindaco
Che ci fosse qualche problema autorizzativo più che logistico l’aveva fatto intuire l’ex consigliere comunale e ora candidato di Demos per le elezioni regionali Franco De Angelis. Aveva avanzato una pioggia di interrogativi che l’ex sindaco D’Amante aveva raccolto ed inserito in un’interrogazione presentata al comune l’8 novembre scorso: il museo è iscritto o meno all’Omr, l’Organizzazione Museale Regionale? In caso contrario, il Comune può dire di aver inaugurato un museo? Quali titoli accademici ha il direttore? Esiste un inventario dei reperti esposti? Sono opere inventariate dal Ministero della Cultura?
“E tanto altro per adesso – aveva dichiarato De Angelis – mi fermo qui ma solo per adesso”.
L’ex sindaco D’Amante nell’interrogazione inviata al sindaco Cristian Leccese e alla Segretaria Generale Patrizia Cinquanta a fronte di 500 reperti riguardanti la storia cittadina e collocati nell’appena inaugurato museo, aveva chiesto di avere copia del progetto museale ed il suo costo, di sapere se i reperti fossero di proprietà del Comune di Gaeta o di privati cittadini e associazioni, se fossero in essere convenzioni per la gestione del Museo ed eventuali impegni economici le modalità di scelta del suo direttore. E infine i motivi della non apertura al pubblico del museo Civico. Ora rimasto pure senza insegna!