FORMIA – Si complica col passare delle ore la situazione economica e occupazionale del pastificio Paone di Formia. Chiuso dagli inizi di settembre per gli alti costi dovuti al caro energia e all’approvvigionamento della materia prima, la semola per esempio, si è aggiunta l’11 settembre la sentenza della settima sezione civile della Corte d’appello di Roma che, rigettato il ricorso della “Domenico Paone spa”, ha confermato lo sfratto definitivo per cessata locazione e, di fatto, ha restituito lo stabilimento alla società proprietaria, la Corex spa di Battipaglia.
I 32 dipendenti, che resteranno in cassa integrazione ordinaria sino al 4 marzo prossimo, il giorno della sentenza dei giudici civili d’appello avevano ricevuto un messaggio whattsapp dell’amministratore, il manager italo argentino Alejandro Octavio Quentin, sec ondo il quale il martedì successivo, il 17 gennaio, ci sarebbe stato un incontro tra le parti per definire e valutare “insieme la situazione e le eventuali opzioni”. Quell’incontro promesso ad oggi non c’è mai stato e tantomeno è stata convocata la rappresentanza sindacale unitaria del sito produttivo di Penitro.
A censurare la gestione di questa controversia che interessa 32 operai ma anche un marchio prestigioso dell’immagine
Intanto all’esterno del sito produttivo sono comparse le prime bandiere e i lavoratori sono pronti a dar vita ad un presidio perché comincia a serpeggiare il timore di un possibile smantellamento delle due linee di produzione quando la Corex di Battipaglia, se venisse applicata la sentenza di cessata di locazione della Corte Civile d’appello, le raddoppierebbe con l’esecuzione di un piano industriale che prevede il parziale assorbimento dell’attuale organico “Domenico Paone spa” rimasto, nel frattempo, senza un sito produttivo.