ROCCACORGA – I titoli di coda, attesi da settimane, alla fine sono arrivati. Li hanno fatto scorrere sette consiglieri comunali, ormai ex di maggioranza, che hanno posto fine definitivamente alla traumatica consiliatura al comune di Roccagorga. A Lubiana Restaini, Valeria Atrei, Maurizio Fusco, Fatima Nardacci, Gianluca Frateschi, Sante Tullio e Davide Cipolla non è rimasto altro che firmare la sfiducia al sindaco che aveva contribuito ad eleggere, Nancy Piccaro, che dunque deve per la seconda volta lasciare la poltrona più prestigiosa del palazzo municipale del centro lepino al commissario straordinario che nelle prossime ore sarà nominato dal Prefetto di Latina Maurizio falco.
La sfiducia arriva poco meno di un mese e mezzo quando il Tar aveva annullato lo stesso scioglimento del consiglio che, decretato lo scorso giugno dalla stessa Prefettura, era stato provocato dalla mancata approvazione nei termini di legge della salvaguardia degli equilibri di bilancio.
L’arrivo delle sette firme dei consiglieri della sua ex maggioranza è stato rivelato dall’ormai ex sindaco di Roccagorga: “Ancora una volta viene messo a repentaglio il bene della comunità. Il 25 gennaio – ha osservato – si era svolto il Consiglio comunale, durante il quale tutti i consiglieri avevano votato all’unanimità una disposizione prevista dalla Legge di Bilancio varata dal Governo Meloni. Comprensibile che avrebbero dovuto votare contro gli esponenti del Pd. Invece no, tutti hanno votato all’unanimità. Subito dopo però si sono dati appuntamento e hanno deciso di richiedere una nuova seduta per presentare una mozione di sfiducia al sindaco. Non discuto, ne avevano piena facoltà. Anzi, ero stata proprio io a dirglielo durante il consiglio, visto che nessuno si dichiarava disponibile a permettere di poter amministrare il paese”.
Sarebbe stata convocata per giovedì, 9 febbraio, una seduta del consiglio comunale per discutere ed approvare la mozione di sfiducia. Ma i sette consiglieri “ribelli” hanno deciso di rivolgersi ad un notaio: “Davanti a questa strana sequenza – ha aggiunto l’ex sindaco – mi sono fatta una domanda: sono persone che seguono un ragionamento logico nel mettere in campo azioni che determinano le sorti di una comunità? Massimo rispetto per le libere scelte di ognuno, perché ognuno si assume le proprie responsabilità. Il problema è che le scelte di 7 persone ricadono su una comunità intera. Io non ho sentito neanche un cittadino, di qualsiasi schieramento, dichiararsi contento di questi comportamenti. Non ho sentito alcun elettore, di qualsiasi schieramento politico, condividere i comportamenti delle persone che hanno eletto. E soprattutto delle persone elette nella mia lista. E’ ammissibile che chi è minoranza eserciti un certo ruolo, ma chi è stato eletto? È veramente ignobile tradire il mandato degli elettori. Questa volta per fortuna sarà più breve il commissariamento perché a maggio o giugno si andrà al voto popolare. Quello stesso voto democratico che loro hanno calpestato in tutti questi anni impedendo ad un’amministrazione eletta dal popolo di governare”.
E prosegue: “E’ chiaro a tutti il gioco che hanno fatto e a chi dà fastidio che il nostro paese venga governato con onestà e buon senso. Faccio presente che per il bene del paese io li ho contattati tutti i consiglieri. Ripeto, ci può stare che la minoranza non sia d’accordo a far governare l’amministrazione, ma è assurda la posizione degli altri. C’è chi ha risposto che sarebbe rientrato solo se fosse rientrato anche il Pd. Era questa l’unica condizione imprescindibile, tutti insieme appassionatamente. C’è poi chi ha detto tutto e il contrario di tutto, dicendo di essere andata a firmare perché “costretta”. Mi verrebbe da chiedere…costretta da chi? Le ho provate tutte, ma non c’era proprio verso di trovare un barlume di buon senso, di amore per la comunità e per le sue sorti. Si avvertiva solo un odio cieco e distruttivo“.
L’ex sindaco Piccaro si sente quasi sollevata quando, concludendo, arriva a questa considerazione: “Forse è meglio che sia andata così. Piuttosto che trascinare per un altro anno persone che non meritano di rappresentare i bisogni di una comunità. Mi scuso con la comunità intera di aver contribuito a portare al governo del paese chi, evidentemente, non lo meritava e non ha avuto neanche il coraggio di venire di fronte alla comunità stessa ad argomentare le sue “vere” motivazioni. Per loro è stato preferibile mettere una firma e non affrontare il consiglio. Consiglio che io avrei affrontato a viso aperto e a testa alta, perché non ho nulla da temere”.
Ora la palla al Prefetto di Latina che dovrà nominare sì un commissario Prefettizio ma anche chiedere al Viminale di autorizzare il voto amministrativo anticipato nella tornata della tarda primavera 2023 piuttosto che lasciare Roccagorga commissariato per oltre un anno. Troppo.