SUD PONTINO – Finirono nei guai lo scorso 24 maggio al termine dell’ultima ed importante operazione effettuata contro lo spaccio di droga sul territorio di Formia e del sud pontino. Furono i destinatari di una chilometrica ordinanza custodiale richiesta dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma Corrado Fasanelli con l’accusa di gestire lo spaccio di sostanze stupefacenti a domicilio, davanti le più importanti scuole cittadine e l’ex Sert dell’ospedale Dono Svizzero. Ad oltre otto mesi dagli arresti operati dalla Guardia di Finanza e dal commissariato di Polizia giovedì mattina davanti il collegio penale del Tribunale di Cassino (presidente Tillo, a latere Gioia e Sangiovanni) è iniziato il giudizio immediato che, disposto dal Gip del Tribunale di Roma Francesco Patrone, vede imputate 12 persone con le ipotesi accusatorie di associazione a delinquere finalizzata al traffico, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo.
La Dda ha chiesto ed ottenuto lo svolgimento del giudizio immediato perchè – a suo dire – le prove raccolte dagli inquirenti sono cosi schiaccianti ed evidenti che non serviva lo svolgimento di un’udienza preliminare. Se altri due imputati (Marco Massimiani ed Alì Abbassi Ali) hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato che si svolgerà davanti il Tribunale di Roma, l’atto inaugurale di questo delicato dibattimento si è caratterizzato per l‘ammissione delle prove costituite soprattutto da una “pioggia” di intercettazioni telefoniche ed ambientali per la cui trascrizione nella prossima udienza in programma il prossimo 16 marzo saranno nominati due periti fonici. Le successive sono state calendarizzate per il 6 e il 13 luglio, 21 e 28 settembre, il 5 ed il 19 ottobre ed il 9 novembre 2023.
Gli arresti eseguiti a fine maggio 2022 concretizzarono un’attività investigativa che, estesa a tutto il 2020, era iniziata nel 2019 mettendo insieme due filoni d’inchiesta avviati dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia con l’arresto di un pusher campano sorpreso a Formia a cedere una dose di cocaina e di un’altra persona sorpresa in possesso di 116 grammi di cocaina e di 16mila euro in contanti. L’attività probatoria della Dda aveva definito il compito di ogni singolo componente di questo sodalizio guidato dai gestori di un mini market di generi alimentari per gestire l’attività di spaccio approfittava della sua vicinanza nei pressi di alcune scuole, del Sert dell’ospedale Dono Svizzero e dei locali della movida formiana nel rione di Mola. Nell’ordinanza del Gip Patrone furono menzionati anche i mandanti di azione violente finalizzate al recupero dei crediti vantati dai vari pusher, i promotori per l’acquisto e la successiva rivendita sul mercato locale di ingenti quantitativi di droga o, più semplicemente, chi tagliava e custodiva la sostanza stupefacente.
Sullo sfondo di questa operazione antidroga – culminata anche lo svolgimento di quindici perquisizioni domiciliari – ci fu anche un tentativo di omicidio e di sequestro di persona, il cui processo di secondo si è svolto davanti la Corte d’Assise d’appello del Tribunale di Napoli. Un pusher, ora indagato a piede libero, maturò un debito di 31mila euro per una partita di droga non pagata. Esponenti dello stesso gruppo criminale lo condusse sulle rive del Lago Patria e, dopo averlo legato mani e collo con una fune, lo minacciarono di gettarlo in acqua documentando l’episodio con un video. Alla scena presenziò la fidanzata della vittima con il chiaro intento di intimorirla e convincerla a saldare immediatamente il debito di droga.
Già dalle prossime udienze sarà delineata più chiaramente la strategia che intenderà portare avanti il collegio difensivo di cui fanno parte gli avvocati Pasquale Di Gabriele, Vincenzo Macari, Matteo Macari, Pasquale Cardillo Cupo, Walter Marrocco, Alfonso Furgiuele, Maria Paola Samarelli, Pasquale Di Gabriele e Flaviana Coladarci. Due curiosità, infine: se il collegio giudicante i 12 imputati (la gran parte originari o residenti a Formia) è presieduto da una magistrato di Formia, la dottoressa Assunta Tillo, due degli imputati reclusi nel vicino carcere di Cassino con il vincolo associativo hanno potuto partecipare all’udienza inaugurale del loro dibattimento collegandosi in video conferenza dal carcere d Frosinone. Non potendo farlo (per ragioni di sicurezza) nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di piazza Labriola, sono stati trasferiti a Frosinone perchè l’impianto di collegamento presso la struttura penitenziaria di Cassino non era operativo. Capita.