FORMIA – Di seguito il report completo del consiglio comunale straordinario sull’omicidio di Mario Piccolino. (LEGGI L’ARTICOLO).
INIZIO CONSIGLIO
Inizio ore 11.26:
Presenti anche i sindaci di Minturno Paolo Graziano; Castelforte, Patrizia Gaetano; Gaeta, Cosmo Mitrano; Itri, Giuseppe De Santis; il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Teresa Amici, i coordiatori provinciali e comunali del Partito Democratico e del SEL
Presidente del Consiglio Comunale Tallerini introduce: “Qui perché i fatti non si verifichino più”.
SINDACO
Mario, preferisco chiamarlo così, senza il titolo di avvocato di cui è un degnissimo rappresentante. Nonostante fosse in alcuni momenti una persona difficile, fino ai limiti delle provocazioni che tutti conosciamo, era una persona di un’intelligenza molto raffinata, molto profonda. Aveva una capacità di analisi dei problemi che è difficile ritrovare in genere nelle persone. Una persona con la schiena dritta, sempre pronto ad affermare le sue opinioni, anche quando impopolari e difficili da sostenere. Aveva un grande bisogno di sentire le persone vicine, il desiderio di avere tantissimi amici veri. La sua storia personale, i problemi che lo avevano riguardato facevano in lui più pressante l’esigenza di sentire le persone vicine. Mi dispiace sia stato talvolta considerato per quello che non era. Mi dispiace che insieme a tante critiche giuste, alcune volte abbia dovuto subire anche critiche ingiuste di chi non ha fatto nessuno sforzo per comprendere chi era Mario. Chi ha potuto conoscerlo sa che quello che sto dicendo, nella conoscenza di Mario, è profondamente vero. Ma oggi siamo qui riuniti per un aspetto assai più grave. La parte di dolore per la perdita di un amico – conoscete i miei rapporti personali con Mario – dobbiamo avere la forza di metterlo da parte perché quello che oggi deve concentrare la nostra attenzione è la gravità dell’atto con cui è stata spezzata la sua vita, è stata ferita gravemenente l’intera comunità, con un salto di qualità per quello che è accaduto che ci allarma, ci sconcerta e ci angoscia. Chi vi parla, insieme ai tanti che siedono in questo Consiglio comunale e sono stati membri di questo consiglio in altre stagioni, non si è mai stancato di denunciare come anche in questa nostra realtà le infiltrazioni della criminalità organizzata stessero raggiungendo livelli di allarme. Non sappiamo il motivo per cui Mario è stato ucciso. Ce lo dovranno dire gli investigatori, magistrati e forze dell’ordine, e mi auguro anche che ce lo dicano presto. Però le modalità in cui è avvenuta questa tragedia sono tali che non si può non pensare ad una vera e propria esecuzione. Mario è stato ucciso avendo potuto dire solo: “Chi sei, non ti conosco”. E poi è stato freddato con un colpo al centro della fronte, con solo l’uscita di un rivolo di sangue, da una persona che aveva grande esperienza nell’uso delle armi e ha una grande freddezza nel compiere un gesto così orrendo. Mi sento di dire che difficilmente una persona del genere può appartenere alla nostra comunità e al nostro comprensorio. Un gesto di tale livello criminale probabilmente ha bisogno di apporti esterni a quest’area. E allora non è difficile pensare che la strada da seguire, tra le altre, sia anche quella della criminalità organizzata. Mario negli ultimi anni ha fatto tantissime battaglie. Alcune hanno riguardato fatti più locali, più interni alla nostra comunità e non credo che nessuno di questi sia alla base di quanto accaduto. Ma ha fatto battaglie molto difficili anche su confische di beni ad alcune famiglie di camorra, la confisca a noti esponenti della criminalità organizzata, ci ha affiancato nella nostra lotta all’espansione delle slot machine, ha denunciato possibili collegamenti tra queste manifestazioni criminali e il mondo economico localae. Queste sono realtà indubitabili. Chiunque ha avuto frequentaizone con le cose scritte da Mario, sa bene di cosa parlo. Se questa è una delle possibili spiegazioni, voglio dire a chi ha fatto questo a Mario: adesso avete ucciso Mario. Cosa immaginate? Ci volete ammazzare tutti? Da oggi quello che ha fatto Mario lo faremo ancora con più forza tutti. Non c’è timore che tenga. Questo è il messaggio che dà quest’aula che rappresenta questa città. Sono dei vigliacchi perché hanno ammazzato il più debole di tutti. E questa persona, per dirla in un’espressione che si usa in questi casi, se avesse un po’ più di palle – scusate – non se la sarebbero presa con un uomo di 71 anni, malato, che aveva subito due interventi chirurgici per cancro e per cui la vita era diventata una scommessa di tutti i giorni. Mario era stato colpito anche da altre problematiche, sue, il blog era anche questo per lui. Un modo di vivere in una condizione di estrema difficoltà. E’ stato facile colpirlo. In casa di Mario si poteva entrare con un calcetto alla porta. I cittadini chiedano di essere maggiormente tutelati. La vicinanza a questi territori ci espone a questi rischi. E’ un problema fisico. Quando si ammala un bronco è facile che si ammali anche il polmone. E’ ovvio che una realtà come la nostra – ringrazio i sindaci di Minturno, Gaeta, Itri, Castelforte -, siamo tutti in questa barca nella quale ci dobbiamo non solo difendere e proteggere ma dobbiamo darci anche una direzione per navigare sereni. Lo Stato deve essere ancora più presente. Nessuna polemica con le Istituzioni ma lo voglio dire con grande forza: aver sguarnito il territorio di una sezione distaccata del Tribunale mi è sembrata una scelta che sul piano politico definire demenziale è un aggettivo leggero. E’ arrivato il momento non solo di restituire protezione giudiziaria a questo territorio ma forse di andare oltre: è ora che le sezioni della Direzione Investigativa Antimafia arrivino anche a Formia. Ci sono state e ci sono tuttora indagini in corso. Vogliamo che qualcuno a tempo pieno e non solo casualmente, vogliamo qualcuno che qui su questo territorio sveli il tessuto profondo e ci dica quali siano i collegamenti a tutti i livelli, senza ritegno per nulla e per nessuno. Non è un servizio che si possa fare con delle procure distanti. Qui si gioca una partita per il Lazio intero. Ieri sera, quando mi ha chiamato il presidente Zingaretti, di questo abbiamo parlato. Ho chiesto anche a lui di dire nelle sedi in cui questo va detto che quest’area è Lazio, non è altra cosa. Siamo a pieno titolo un territorio della Regione Lazio. Noi siamo il Lazio più vecchio e più antico e vogliamo essere tutelati a pieno titolo come territorio che non c’entra nulla con altre aree. Vogliamo che si vada fino in fondo su questi collegamenti. Abbiamo bisogno di più presenza delle forze dell’ordine. Le ringraizo per quello che fanno ma ormai il livello si è alzato. Occorre fare di più per consentire l’agibilità politica, sociale ed economica di questa città. Mario non è stato ucciso per le caratteristiche che ci facevano incazzare, è stato ucciso perché evidentemente ha toccato questioni che non doveva toccare. Potrebbe capitare anche ad altri di noi. Se non ci sarà un forte protezione del tessuto locale. Dobbiamo approvare il piano regolatore, dobbiamo fare scelte difficili e vogliamo essere tutelati. Spero che su questi possiamo trovare la solidarietà. Al Sottosgretario Amici ho chiesto incontro con Ministero Interni e Giustizia per potenziamento giudiziario e investigativo di questo territorio. E non ci basterà che venga preso l’assassino di Mario Piccolino perché se verrà preso è una testa di legno che ha agito per conto di qualcuno. A noi interessa sapere il mandante e questo qualcuno potrebbe svelarci cosa sta accadendo su questo territorio. Questa sera fiaccolata che partirà alle 20 da piazza Vittoria. Vorrei chiedere ai sindaci di esserci con i gonfaloni delle loro città. Da Formia parta una grande battaglia perché il territorio si liberi di queste presenze. Non possiamo più vivere nell’incertezza, che questo territorio possa essere intercettato da presenze che non hanno i nostri stessi valori. Non so quando ci saranno i funerali – oggi o domani l’autopsia. L’autorità giudiziaria ci dirà quando potremo fare anche il funerale a Mario. Questa situazione si interseca con la nostra festa patronale di Sant’Erasmo. Ho chiesto a don Alfredo e ai membri del comitato… tutti sappiamo la devozione della città per i suoi santi patroni. Crediamo che sia giusto che per la sua parte religiosa questo giorno di commemorazione si faccia. Però abbiamo chiesto di annullare tutta la parte civile. In questo momento il nostro stato d’animo non ci permette di svolgere i fuochi, i concerti, che INTERROTTO DALL’APPLAUSO. Vogliamo che il Santo ci sia per le strade della città. Vogliamo anche la città sia illuminata perché dobbiamo pensare alla vita futura. Credo che a Mario la città tutta illuminata faccia piacere. E quindi le illuminazioni sono per lui. E’ il riconoscimento che noi vogliamo dargli. Lo voglio ricordare con tutte le contraddizioni di una persona complessa. Tu hai contribuito ad illuminarci, a farci vedere cose che altrimenti non avremmo visto. Grazie Mario, ti vogliamo bene.
SESA AMICI
Aggiungo poche parole. Una persona che ho conosciuto nei momenti pubblici. Una persona un po’ scomoda, per gli amici e per quelli che riteneva i nemici pubblici della città, quelli che non hanno volto né nome. Aveva scelto uno strumento micidiale, il blog. Era sicuramente scomodo e qualcuno ha deciso di ucciderlo perché anch’io credo che siamo in presenza di un salto. La ferita inferta alla città di Formia. il disegno di come è stato ucciso: 5 di pomeriggio, in una strada trafficata, volto scoperto. Vuol dire che non si è paura. E’ un salto di qualità. Forse lui non aveva paura ma la città di Formia non abbassa la testa. La reazione più immediata è quella di essere consapevoli che quello che è accaduto a questa città è qualcosa di più profondo. Che Formia sia stata nel corso degli anni una città di frontiera che per la sua posizione geografica e per le sue bellezze è diventata terreno di appetiti. A tutto questo dobbiamo dare delle risposte. Sandro ha chiesto che lo Stato metta a sua disposizione per tutto il comprensorio – e la presenza dei sindaci ne è una testimonianza – qualcosa di più di semplice protezione: investimento, conoscenza della specificità delle realtà. Ringrazio le forze dell’ordine, ci auguriamo che venga associato alla giustizia presto. Ma una cosa è certa. Allo Stato chiediamo lo sviluppo di questo territorio. La prox settimana chiedo che si faccia questo tavolo per affrontare in quella sede la necessità di rafforzamento del territorio in termini di uomini e risorse. Un luogo della Regione Lazio e non la periferia di un’altra regione martoriata, può far fare un salto di qualità nelle investigazioni. La sicurezza di vivere una città è data dal fatto che dobbiamo colpire chi ha messo a tacere una voce di libertà e quando a quelle voci si oppone la violenza, la saldatura tra stato, istituzioni e società civile è essenziale. Sarà mio compito farlo anche con tutte le altre forze politiche. Il bene di Formia deve essere un bene di tutti e non di una parte sola. Siamo chiamati a dare risposte non banali.
TALLERINI
Volevo esprimere la vicinanza delle istituzioni a chi fa comunicazione perché è giusto che in questo contesto il rapporto tra le Istituzioni e l’informazione sia importante.
GIUSEPPE SIMEONE, CONSIGLIERE REGIONALE
Brutta giornata per Formia. Ieri è successa una cosa che inquieta molto la vita di tutti noi. Non è un incidente di percorso che ognuno può avere per una violenta discussione. Qui ci troviamo di fronte a un fatto molto diverso. Questa è un’esecuzione camorristica e questo ci lascia sgomenti, ci dà molta preoccupazione. Anche questo territorio si sta avvicinando a livelli preoccupanti. Il sostituto procuratore della Dda Diana De Martino ci disse che in questo territorio esistono sì delle infiltrazioni di persone e famiglie pericolose ma non è a sistema, cioè è a fortemente a rischio ma il tessuto sociale della comunità è sano. Si alzi ancor di più la guardia. Ringraziamo le forze dell’ordine. Fenomeni di piccola criminalità sono stati prontamente arginati. Qui è successa una cosa che evidentemente va oltre le loro conoscenze. E’ stata una grossa perdita la chiusura del tribunale di Gaeta e non solo perché abbiamo perso un presidio di legalità. In Parlamento l’abbiamo liquidata troppo frettolosamente la nostra riorganizzazione giudiziaria. Oggi siamo sotto la Procura di Cassino. Oggi c’è confusione. Il procuratore interloquisce con i carabinieri di Formia ma si vede poco con i comandi provinciali delle forze dell’ordine che sono a Latina. L’integrità provinciale serve a questo. E’ meglio Cassino perché in venti minuti siamo lì? Non è questo, quello è per aspetti meramente amministrativi. Cassino ha un piccolo territorio: Formia, Gaeta, Minturno. Non ha Fondi, ad esempio. Mario Piccolino lo ha descritto benissimo il sindaco. Era un personaggio stravagante, è vero. Ha avuto anche una vita difficile. Era forse ingombrante nelle riunioni ma l’omicidio è un’altra cosa. Non è permesso. Come Istituzioni la guardia deve essere ancora più alta. La città dice no a questi episodi. Io parlerò con il presidente del comitato regionale per la sicurezza e la legalità, l’avvocato Cioffredi. Il colpo a Mario Piccolino è stato un colpo a tutta questa comunità. Questa comunità non può essere questa. Non minimizziamo e non ingigantiamo. La nostra comunità è sana ma è a rischio. Un grande saluto a Mario Piccolino che ha rappresentato una storia per Formia.
ENRICO PAONE
Conosco Mario da sempre, un tipo bislacco, animato da una certa spavalderia. Da ragazzi, prese il pattino e andò sotto la Little Rock che era la nave ammiraglia e gli grida: “Yankee go home”. Il suo pattino è stato negli ultimi tempi il suo blog di Freevillage. Parlavamo spesso di lui, del futuro, del poco futuro che forse gli spettava. Sono stato anche criticato da lui. Mario aveva una visione delle cose particolari ma sicuramente era rigoroso per quanto riguarda l’appartenenza. Lui stava dalla parte dei sopraffatti, non dei sopraffattori. E’ stato colpito un pezzo di storia di questa città. Chi lo ha ammazzato? La camorra, è stato un atto compiuto dalla delinquenza locale? L’atto è sicuramente di stampo camorristico. Noi dovremmo parlare anche di cosa si avvale la camorra. E’ anche un fatto mentale, culturale e questo alimenta la camorra organizzata. Quand’è che c’è la camorra? Quando penso che, da amministratore, ho diritto a privilegi. Dovrei pensare a delle rinunce. Se il terreno che mi appartiene può diventare, da agricolo ad uso residenziale, forse devo poterci rinunciare. Se ho un bando e ho un fratello, un figlio, un cugino, è anche giusto che io lo faccia. C’è camorra quando c’è intolleranza nei confronti del diverso. C’è camorra quando si dice a proposito di questo tragico evento – ed è successo e non ti aspetti che lo dica un insegnante -: “Un rompipalle in meno”. C’è camorra quando pensi a tirare a campare perché tanto domani è un altro giorno. C’è camorra se questo evento serve a condannare altri e ad autoassolversi. C’è camorra se da decenni diciamo che la lotta è di lunga durata e non la inizi mai e tra 10 anni ti troverai a dirlo di nuovo. Lo dico senza nessuna retorica perché è quello che penso. Io mi sento sul banco degli imputati, sia come cittadino che come amministratore.
PATRIZIA GAETANO – SINDACO DI CASTELFORTE
Sono profondamente colpita. Viviamo quotidianamente situazioni a rischio. Un caloroso invito lo faccio al governo. Dobbiamo ringraziare le nostre forze dell’ordine perché operano con pochi mezzi e con grande professionalità. Bisogna interessare il governo perché questo sia aumentato. Se non hanno i mezzi non riescono a tutelare le nostre comunità. Non abbassiamo la guardia.
COSMO MITRANO – SINDACO DI GAETA
Sono sconvolto. Un’azione vile che non ti fa tranquillo tranquillo, come amministratore e come cittadino. Una persona al di fuori della norma ma tranquillo. Mi diceva: “Sindaco, tu mi sei simpatico”. Una persona buona. Forse anche involontariamente ha scoperto qualche nervo che non doveva scoprire. Questo ti fa accendere l’allarme rosso. Sono padre di due bambini. Vogliamo vivere nella tranquillità e nella sicurezza. Le forze dell’ordine stanno svolgendo il loro lavoro egregiamente, “con una scarpa e una ciavatta” riescono a portare a termine la loro missione. Qui è un problema di cultura. Siamo abituati a ritrovarci in queste assise sempre il giorno dopo. Dobbiamo imparare a prevenire queste situazioni. Un po’ tutti facciamo il “mea culpa” per la chiusura del tribunale del Golfo – non di Gaeta – per tutta la nuova geografia giudiziaria. Questo è un problema non di parte ma dell’intera comunità. Dobbiamo difendere la nostra libertà individuale. Quella di ieri è una ferita di tutte le città del Golfo di Gaeta e di tutta la provincia di Latina. Manterremo la schiena dritta e la testa alta.
PAOLO GRAZIANO, SINDACO DI MINTURNO
Un’esecuzione, un salto di qualità: credo sia la prima volta che succede. Qualcosa di intollerabile. Non è un problema di Formia ma di tutti noi. Siamo nella stessa barca. L’appello che fai al governo, oggi qui rappresentato dall’on. Amici, lo dobbiamo seguire tutti. Dobbiamo fare sistema. Il nostro territorio, con tutti i suoi limiti, non ha di questi problemi a livello endemico, non deve essere aggredito. Piccolino l’ho visto l’ultima volta all’inaugurazione dello Yacht MEd Festival. Lo ricordo così: con il suo sorriso e le sue provocazioni. Dobbiamo essere uniti e sempre vigili perché non si abbassi mai la guardia. Dobbiamo portare avanti un discorso per riaffermare la legalità nel nostro comprensorio.
GIUSEPPE DE SANTIS, SINDACO DI ITRI
Essere qui è impegno per tutte le amministrazioni: governo, regione, comuni. Ricordo Mario con molta simpatia. Se Mario mancava a quella manifestazione mancava qualcosa. Abbiamo il dovere di educare i nostri figli. Sono molto vicino alla comunità di Formia. Chi mi conosce sa che io ragiono per comprensorio. Abbiamo fatto presidi dappertutto per evitare l’eliminazione del tribunale di Gaeta. Una scelta sbagliata che allungava ulteriormente le distanze da Provincia e Regione. Dobbiamo comunque ringraziare le forze dell’ordine che fanno il loro dovere. A volte lavorano in condizioni di disagio. E questo non fa che incentivare la malavita.
GENNARO CIARAMELLA, consigliere comunale
Mi sono passate davanti tante immagini. Una persona a cui volevo bene e so che me ne voleva. E’ ancora più difficile parlare. E’ difficile non dire cose scontate in questo momento. Quanto accaduto ha scritto in modo indelebile qualcosa di struggente, una cosa mai successa in questi termini. Ha convinto anche i più scettici che questo è un territorio in cui vanno creati anticorpi nel tessuto sociale, nelle scuole, perché non si faccia più finta che tutto va bene. Bisogna essere forti e reagire tutti insieme. Questi fatti non possono mettere in ginocchio la città. Lo dice la vitalità delle associazioni che operano sul territorio. Io credo e approfitto della presenza del Sottosegretario Amici che bisogna fare un salto in avanti. Non lasciateci soli rispetto a scelte coraggiose che abbiamo fatto e che faremo: penso alle sale slot. Noi abbiamo fatto la nostra parte, dobbiamo convincere anche il nazionale a fare scelte coraggiose. Questa non è una cosa che ci ricorderemo solo oggi. Ogni giorno deve esserci questo sentimento di disprezzo verso chi fa queste cose. Questo si fa tutti insieme. Spero che Freevillage continui ad esistere. Qualcuno lo ha chiesto sui Social. Mi piacerebbe contribuire. Perché il suo sacrificio non resti vano.
MATTIA APREA, consigliere comunale
Nella duplice veste di collega e amico di Mario. Mario era una personalità complessa. Dovevi avere un approccio di litigio per diventare suo amico. Tutti ricorderanno il mio litigio in Consiglio. Poi dopo mi ha affidato una questione legale delicata perché coinvolgeva la sua vita privata. Mario era così. Mario si è sacrificato per tutti noi. Ci ha finalmente disvelato quanto da anni diciamo. Non so se la matrice è camorristica ma ci sono tutti gli elementi. Non facciamo il tiro al piccione. Don Peppino Diana venne tacciato di essere un pedofilo. Di Mario si può dire tutto, che era offensivo ma nessuno può disconoscere il fatto che era una persona onesta e perbene. Viveva di stenti. Chiedeva contributi ma era il suo modo per attaccarsi alla vita. Viveva da solo. La sua non era una vita semplice. Non vorrei che si è colpito Mario per far arrivare un messaggio a qualcuno. Mario è stato barbaramente ucciso ma con una freddezza che solo un professionista può avere. In pieno giorno, alle cinque del pomeriggio. Non può essere una persona di Formia, sarebbe stato riconosciuto immediatamente. Non credo si tratti del gesto di un folle. Ci sono troppi elementi che ci inducono a pensare a qualcosa di diverso. Ora noi dobbiamo fare la nostra parte. Simeone ha ricordato lo smembramento del territorio e la separazione tra Procura e comandi provinciali. Vogliamo un commissariato di primo livello in questa città. Abbiamo tutti i numeri per farlo. Le infiltrazioni sono talmente evidenti. In questa città non so quante banche esistono. Dobbiamo avere un potenziamento dei Carabinieri. Ci hanno tolto anche il Norm. Abbiamo proposto di fare una nuova caserma ma se lo Stato non fa lo Stato noi abbaiamo la luna e non andiamo da nessuna parte. Chi ci doveva tutelare non lo ha fatto. Sesa Amici lei dov’era quando ci hanno tolto il Tribunale. La Capacchione ha definito il tribunale di Cassino “il tribunale delle marchette”. La sede distaccata di Gaeta aveva 10 mila fascicoli pendenti che sono stati smistati in modo assurdo. La gran parte di quei reati andranno in prescrizione. Se non abbiamo uno sforzo sinergico non andiamo da nessuna parte. Io mando a dire a coloro che hanno eseguito questo omicidio: “Siete una montagna di merda”. Qui non ci possiamo dividere. Non dobbiamo avere paura. Un anziano di 71 anni che quasi non si reggeva più in piedi. Parlo anche a nome del Consiglio degli Avvocati di Latina mi hanno pregato di dare la vicinanza del Consiglio con commozione infelice. Ha deliberato di farsi carico delle spese funerarie dell’avvocato Piccolino.
AMATO LA MURA, consigliere comunale Udc
Da ieri sera, da quando è arrivata la notizia, sono intervenute tante sensazioni. Quella iniziale era di sgomento. Personaggio scomodo, difficile, alcune volte terribilmente strano. Quello che ti viene alla testa è quanto succede alla città di Formia. Mi hanno chiamato amici da Milano che, dopo aver visto Sky, mi hanno detto: “Prendi i bambini e portali via da Formia”. E’ successo a Mola, un quartiere che ha vissuto sempre porta a porta che rappresenta una parte molto vera della città.
NICOLA LIMONGI, consigliere comunale Idea Domani
Ieri ero a studio quando è arrivata la notizia. La prima cosa che ho provato è stata rabbia e impotenza. Sapere di non poter far niente mi provoca un dolore indescrivibile. Per prima cosa ho chiamato l’amico Maurizio Tallerini. Io con Mario ho litigato nell’ultima campagna elettorale ma non c’entra. Non è stato ucciso Mario, è stata uccisa l’intera città. Questa cultura del terrore, dell’intimidazione non ci appartiene e non ci apparterrà mai.
SALVATORE FORTE, a nome di Forza Italia
Dobbiamo imprimere una svolta, dobbiamo far proporre alcune cose: ripristinare sede del tribunale, aprire la Dia a Formia e un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, sia in termini di numero che di mezzi d’investigazione. La città di Formia è un nucleo pulito di persone sane. La città è cambiata, non la conosciamo più. Non capiamo più neanche il sistema del riciclaggio. Tutte le attività, anche le scommesse. Qui il primo responsabile è lo Stato che trae la propria fonte nei giochi. Abbiamo tolto la clandestinità ma abbiamo avuto un boom di investimenti. Dobbiamo essere uniti e condividere un documento da sottoporre alle forze di governo.
ERNESTO SCHIANO, consigliere comunale Pd
Questa mattanza mi ha riportato a trent’anni fa. Io sono di origine campana. I miei genitori trent’anni fa ci portarono via da Santa Maria Capua Vetere per farci vivere in un ambiente sano. Un passato che pensavo relegato alle mie spalle. La prima sensazione è stata di choc. Come è possibile immaginare di fare una cosa del genere alle 5 del pomeriggio a volto scoperto. La rabbia. E’ avvenuto qualcosa che tutti noi potevamo temere e la paura letta nella faccia dei consiglieri. La risposta di questo Consiglio deve essere solo l’inizio e dire che Formia non è il far west e che nessuno può arrogarsi il diritto di venire qui e togliere di mezzo una persona. Non so se dietro ci sia la camorra. Le modalità fanno pensare alla camorra, la morte di Mario Piccolino deve servire a darci la sveglia, dobbiamo togliere il terreno fertile in cui questi comportamenti proliferano. Nessuno di noi deve fare l’eroe, ognuno deve fare il suo dovere. Spero che quella paura che ho visto ieri si trasformi in orgoglio, di un territorio che deve dimostrare di essere sano, non solo dirlo. La criminalità si combatte con i comportamenti civili. Formia non è questo e non può diventarlo. Formia deve tornare a essere un territorio libero, civile in cui tutti noi ci sentiamo tutelati. Andar via non è la soluzione. Dobbiamo metterci la faccia e dimostrare che Formia non è questa.
GIUSEPPE BORTONE, consigliere comunale SEL
Non parlerò di Mario, né dell’episodio. Vorrei parlare di quello che ho visto stamani, di come ha reagito la città. E’ un aspetto fondamentale: ho visto una città che ha reagito. In piazza si è riunita spontaneamente ha parlato con voglia di vivere in una città libera. La parte sana ha reagito in modo encomiabile. Noi come amministratori che vogliamo una città libera, abbiamo maggiori responsabilità perché lo sia veramente. non possiamo permetterci il lusso di sbagliare. La responsabilità oggettiva ce la dobbiamo sentire tutta addosso. Mario aveva probabilmente sintetizzato la voglia della città di essere libera chiamando il sito “Freevillage”. Tra le tante cose che, come amministratori, dovremo fare, per dire che questa città vuole rimanere libera, “Frevillage” può e deve essere ricordata nella toponomastica.
TALLERINI legge una lettera del senatore Claudio Fazzone che comunica la sua assenza per incontri istituzionali che non è riuscito a rinviare, pure mandando il suo messaggio di cordoglio.
SINDACO BARTOLOMEO
Ringrazio i tanti – a iniziare dal pubblico qui in sala -, il consiglio comunale tutto, i nostri invitati, l’on. Amici, il consigliere regionale Simeone. Quando si svolgono certi ruoli è più facile essere coinvolti in critiche ma sono critiche costruttive che servono a sottolineare il fatto che abbiamo bisogno di maggiore tutela. Nell’intervento di Enrico Paone c’è stato un sentimento autocritico che gli fa onore. Tutti noi possiamo fare di più e meglio. Prima di leggere l’ordine del giorno, stasera abbiamo la fiaccolata. Spostiamola alle 21 perché nel pomeriggio sono stato chiamato a Latina dal prefetto.
Mario. Lunedì mattina l’autopsia, il giorno dopo il via libera alla salma. La famiglia di Mario siamo diventati quanti. E’ giusto che decidiamo cosa fare. Mario gradirebbe, ne sono certo. Per evitare di incrociare la festa di sant’Erasmo, se siamo d’accordo, facciamo i funerali mercoledì pomeriggio per garantire la partecipazione di tutti. Insieme al funerale religioso, faremo un minuto di ricordo anche nella sala consiliare. Qui dentro, facciamo la camera ardente. Questo è un problema che riguarda la città intera. Mario è morto ammazzato perché probabilmente era scomodo, diceva cose che non doveva ridire. A questo la città intera si ribella. Abbiamo il dovere di dare a Mario il massimo degli onori.
PRESENTATO ORDINE DEL GIORNO: eccone il testo
“Il consiglio nella sua unità, nell’esprimere la ferma condanna per l’episodio di straordinaria gravità che si è verificato nel pomeriggio di ieri con l’uccisione dell’avv. Mario Piccolino, esprime l’esigenza di un rafforzamento giudiziario e delle forze dell’ordine e che ci sia unità di tutte le forze politiche e sociali di Formia e di tutto il comprensorio e di invitare i rappresentanti del governo a farsi carico di quanto indicato nel presente documento ai ministri competenti al fine di consentire le urgenti ed improcrastinabili determinazioni”.
esprime esigenza rafforzamento giudiziario e delle forze dell’ordine…
VOTO ALL’UNANIMITA’
CHIUSURA CONSIGLIO