Gaeta, l’esposto sulle spiagge si colora di nuovi risvolti

GAETA – l’esposto sulle spiagge si colora di nuovi elementi. Il super anticiclone regala al Sud – pontino un anticipo d’estate, e così in molti nel fine settimana cominciano a riversarsi sulle spiagge, almeno nel fine settimana. Fanno bene, perché in barba alla normativa regionale che limita le aree destinate a concessione ed all’incombente direttiva Bolkestein, anche quest’anno sotto il sole cocente di agosto sugli arenili rimarrà posto solo per l’ombra, quella degli ombrelloni privati. Stavolta però l’interesse potrebbe essere risvegliato da un elemento pruriginoso. È l’esposto del “Comitato per la salvaguardia del Mare e della Riviera d’Ulisse”, indirizzato alla procura della Repubblica di Cassino e, per competenza, alla Capitaneria di porto di Gaeta, che sta avendo un seguito proprio nelle ultime settimane. Il documento originario, elaborato diversi mesi fa con il contributo di diversi attori, tra cui l’avvocato Fabio Maria Vellucci, potrebbe infatti avere un ulteriore sviluppo, proprio per la volontà, manifestata da quest’ultimo, di fornire ulteriori e mirati elementi sul sistema di gestione delle spiagge nel Golfo e sulla riviera di ponente di Gaeta. Se per l’inapplicazione della direttiva europea che prevede la liberalizzazione delle concessioni e, riassuntivamente, la loro immissione sul mercato tramite procedura di gara, è in atto una procedura di infrazione contro l’Italia, la procura di Latina ha già acceso un faro sulla situazione delle concessioni a Sabaudia e Terracina. Tra gli arenili più importanti sono rimasti fuori invece quelli di Gaeta, di competenza della procura di Cassino. E proprio l’esposto del Comitato indica alcune stranezze che potrebbero passare ora sotto la lente della capitaneria e della magistratura della città martire, rinfrescate con l’introduzione di nuove circostanze o precisazioni. L’esposto di focalizza sui meccanismi che hanno portato, a partire dal 2001, a rilasciare mini concessioni per 25 metri quadrati e ad emettere atti di anticipata occupazione. Come giustificazione delle proroghe, di anno in anno, gli atti amministrativi riporterebbero la cura della pulizia e della sicurezza dei tratti gestiti dai concessionari. Ma forse sarebbe anche il caso di capire se l’uso di questa terminologia debba essere rivista dagli addetti ai lavori in quanto, almeno per Gaeta, un piano spiagge, non esiste e la stessa capitaneria di porto è intervenuta più volte per verificare strane variazioni di superficie occupate. Ma, secondo l’esposto, basterebbe leggere la delibera del consiglio comunale del 2013 dove per Serapo e Fontania risulta che le spiagge libere attrezzate siano pari al 10%, in località Sant’Agostino, al 17%, a San Vito pari all’11% ed addirittura per Arenauta e Scissure pari al 38% per capire che qualcosa non quadra. Senza contare gli accessi a mare non a pagamento che, in alcune zone, sono praticamente impossibili.

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