Ventotene / Falso, avviso conclusioni indagini per commissario Macioce, Modesto Sportiello e i due figli

VENTOTENE – E’ iniziata sotto una cattiva stella il mandato dell’ex Generale della Guardia di Finanza Giovanni Maria Macioce alla testa del commissariato di governo per la riqualificazione e recupero dell’ex carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano a Ventotene. E’ di questi giorni l’avviso della conclusione delle indagini su una vicenda di cui ha voluto occuparsi in prima persona il capo della Procura della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele che ha iscritto sul registro degli indagati il nome dell’altissimo ufficiale delle Fiamme Gialle, dell’ex vicesindaco dell’isola Modesto Sportiello, di 56 anni, e dei suoi due figli, Luigi ed Ercolino, di 30 e 27 anni.

I reati ipotizzati sono false dichiarazioni in un atto pubblico e la violazione dell’articolo 76 del Dpr 455/2000. I fatti, contestati in un esposto inviato negli uffici della Procura da una cittadina di Ventotetene, si sarebbero verificati il 9 novembre 2001 davanti al notaio (che è parte lesa) Matteo Baldassarra di Sora. Secondo le indagini compiute niente meno che dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza sullo sfondo ci sarebbe stata un’anonima grotta in località Calanone, non lontano dalla più nota spiaggia di Calanave, che Modesto Sportiello cedette al Generale Macioce e ai figli Ercolino e Luigi traendo in errore il notaio di Sora.

Secondo la conclusione delle indagini della Procura Sportiello dichiarò che il bene, di 85 metri quadrati, censito nel catasto fabbricati del comune di Ventotene al foglio 9 particella 909, che stava alienando era adibito ad uso “deposito”. E invece secondo il capo della Procura D’Emmanuele tutti e quattro gli indagati erano “già consapevoli che si trattava di tre distinti immobili aditi ad uso abitativo”. In effetti le tre unità immobiliari era state cedute attraverso altrettanto scritture private. La prima risale al 12 agosto 2010 quando Sportiello cedette al Generale di Sora il possesso di una frazione della particella per un importo di 31mila euro. La seconda e la terza scrittura privata furono firmate entrambe il 26 giugno 2017 quando l’appena nominato neo vice sindaco di Ventotene Sportiello trasferì il possesso di altre due frazioni della stessa particella 909 ai figli Ercolino e Luigi per un importo di 20 e 25mila euro.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti i tre acquirenti trasformarono poi questa grotta (secondo un report fotografico inviato alla Procura di Cassino tramite il gruppo di Formia della Guardia di Finanza) in un’unità immobiliare che, realizzata su un‘area a rischio “A” (gestita dalla Riserva marina di Ventotene e di Santo Stefano di cui il generale è stato il delegato del neo sindaco Carmine Caputo sino alle dimissioni di qualche giorno antecedenti la nomina a commissario di governo per la gestione dell’appalto per il carcere bonifico), è sottoposta a severi vincoli paesaggistici e idrogeologici. In effetti il generale Macioce e i figli Ercolino ed Luigi consegnarono ciascuno al notaio Baldassarra un assegno bancario non trasferibile di diecimila euro.

La conclusione delle indagini ha messo in moto il collegio difensivo dei quattro imputati formato da un unico legale, l’avvocato Renato Ciamarra, che da sempre cura gli interessi della famiglia Sportiello (impegnata da sempre nella gestione degli approdi turistici sulla seconda isola pontina) e ora quelli del Generale Macioce. “Abbiamo ritirato la documentazione – ha spiegato l’avvocato di Cassino – e vedremo con i miei assistiti cosa fare”.

In effetti la Procura, ai sensi dell’articolo 415 bis del Codice di Procedura penale, ha offerto due opzioni ai quattro indagati: la presentazione di singole memorie difensive o la richiesta di essere interrogati prima di una probabile – o almeno – richiesta di rinvio a giudizio al Gup del Tribunale di piazza Labriola o anche di archiviazione del procedimento.

I riflettori sono puntati anche su piazza Castello, sede del palazzo Municipale di Ventotene. Si ignorano al momento iniziative in autotutela soprattutto per chiedere ai neo acquirenti il ripristino dello stato dei luoghi in una delle zone più rischio, sul piano idrogeologico, dell’isola o finanche della demolizione delle opere eventualmente realizzate abusivamente. Per la possibilità di costituzione di parte civile in un ipotetico procedimento c’è ancora tempo…

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