FORMIA – “E ora lo Stato mi risarcisca sino all’ultimo euro”. C’erano tantissimi cittadini comuni venerdì mattina nel giardino del Grande Albergo Miramare, la gran parte di Formia in attesa di qualcosa e di qualcuno. Una coppia di sposi che hanno deciso di convolare a giuste nozze in un giorno, venerdì, vietato dalla cabala e della tradizione? Questi cittadini comuni, moltissimi in abito da lavoro, alle 11 di un lento venerdì di inizio Quaresima hanno deciso di prendere (a ragione) d’assalto l’albergo della famiglia Celletti per abbracciare una vittima di sistema giudiziario che a volte, troppe volte, non offre le dovute risposte in termini di “giustizia giusta”.
Gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Felice Belluomo così hanno presentato ai numerosi cronisti invitati a partecipare ad una conferenza stampa Fabrizio Purificato, 51 anni il prossimo 25 aprile. Per questo consulente finanziario molto attivo nella city londinese il suo “giorno della Liberazione” è stato il 21 febbraio quando la presidente della prima sezione penale del Tribunale di Napoli Nord, la dottoressa Stefania Amodeo, ha emesso una sentenza – era affiancata dai giudici a latere Marina Napolitano e Luigi Montariello – che di fatto ha inaugurato un contenzioso contro lo Stato a sei zeri. Al termine di un giudizio immediato chiesto dal Procuratore aggiunto Carmine Renzulli e dal sostituto Procuratore Barbara Buonomo della Procura della Repubblica di Napoli Nord ha assolto “perché il fatto non sussiste reato” e “il fatto non costituisce reato” il broker formiano dalla gravissima e pesantissima accusa di riciclaggio transazionale di oltre 21 milioni di euro.
L’ipotesi accusatoria riguardava altre 18 persone che – secondo il teorema della Procura di Aversa – avrebbe operato finanche sotto le dipendenze del consulente finanziario formiano (ma anche di Gianpaolo Cretella di 63 anni, anch’egli assolto e di Rosario Ambrosino, di 66 anni di Napoli) per trasferire all’estero, dal gennaio 2018 al febbraio dell’anno successivo, attraverso la “Prime Investment Corporation Ltd”, cospicue somme di danaro che invece sarebbero dovute essere versati all’erario come imposte dirette ed Iva. Insomma Purificato si sarebbero prodigato “quale referente fiduciario di numerose persone ubicate in diverse zone geografiche” a reinvestire all’estero somme di danaro che invece avrebbe introitare l’erario.
Il Tribunale ha bocciato questo teorema accusatorio per il quale Purificato è stato arrestato, nell’ambito dell’operazione “Piccadilly”, la mattina del 4 novembre e “strappato dalla mia famiglia dopo alcune ore – ha detto un commosso Purificato trattenendo a stento le lacrime – mi sono trovato in quell’inferno terreno che si chiama Poggioreale”. Purificato vi è uscito martedì dopo alcune ore della sentenza della dottoressa Amodeo e dopo una detenzione durata – come detto – 15 mesi “nei corsi dei quali ho anche pensato – ci ha rivelato nell’intervista video allegata – di non farcela. Mi cambiavano continuamente di cella. E i miei unici motivi di rammarico – Purificato ha cercato di metabolizzare la legittima tensione facendo ricorso all’autoironia – sono stati essenzialmente due: innanzitutto non ho avuto modo di stabilire un’amicizia stabile con i detenuti che incontravo e poi gli stessi agenti della Polizia Penitenziaria s’interrogavano sui motivi per i quali fossi in quel posto”.
Quest’ultima considerazione è stata ribadita dalla presenza nel giardino del Grande Albergo Miramare di Formia di tantissimi cittadini comuni che hanno voluto abbracciare Purificato al termine della lunga e – quanto pare – ingiusta detenzione a Poggioreale. A fare da scudo al consulente finanziario formiano sono stati soprattutto l’emozionatissima compagna Silvana, gli anziani genitori Vittoria Assunta e Giuseppe, il fratello (in tuta da lavoro per il suo noto lavoro di montatore di parquet di legno) Giancarlo e la cognata Vanessa. E poi tanti familiari e amici, contenti di stare al Miramare non per festeggiare una coppia di sposi ma un uomo “contento come un bambino per aver rivisto, grazie all’opera degli avvocati Cardillo Cupo e Belluomo (lui si che conosceva il Miramare perché invitato ad alcuni matrimoni in passato), la luce”.
In effetti l’inchiesta “Piccadilly Due” – il nome era stato scelto per via dei lunghi periodi trascorsi da Purificato a Londra ed in altri paesi anglosassoni – aveva subito una prima mutilazione processuale quando gli iniziali legali del consulente finanziario di Formia, gli avvocati Pasquale Di Gabriele ed Enrico Lisetti, avevano chiesto ed ottenuto dal Tribunale del Riesame l’annullamento, ai fini della custodia cautelare in carcere, dell’associazione a delinquere. Nonostante ciò la Procura di Napoli Nord ha deciso di fidarsi del quadro probatorio raccolto da chi all’epoca del gruppo di Formia della Guardia di Finanza aveva svolto le indagini. E in quest’ottica ha chiesto ed ottenuto lo svolgimento del giudizio immediato bypassando l’udienza preliminare perché “le prove sono così evidenti e schiaccianti”. Gli avvocati Cardillo Cupo e Belluomo nelle interviste video allegato hanno specificato un altro particolare: avrebbero potuto chiedere un rito alternativo come il rito abbreviato e invece abbiamo optato per il processo ordinario perché eravamo convinti di ridare a Fabrizio e alla sua bellissima la dignità che meritavano”.
E non è finita. Il pronunciamento della dottoressa ha anche provocato la revoca del provvedimento di sequestro preventivo operato all’epoca degli arresti a Purificato e agli altri 18 indagati per l’importo corrispondente della frode fiscale “traslata” all’estero. Il Tribunale aveva nominato anche un custode giudiziario per la gestione di quanto sottratto al consulente finanziario di Formia: somme di danaro, un terreno, un’auto e “una piccola barchetta che utilizzavo di tanto per andare a pescare”. Questi beni saranno ora riconsegnati a Purificato. Ha concluso un’affollatissima conferenza stampa lanciando un segnale che ha definito “pedagogico”: “La mia vicenda serva perché non si verifichino in futuro casi di questo genere. Il dolore è forte ma spero che serva a prevenire tante altre ingiustizie!”.
Bocche cucite, invece, nel Gruppo di Formia delle Fiamme Gialle dopo lo svolgimento di conferenza stampa. I cronisti hanno ricevuto tutti l’analoga risposta: “C’è una procura che attenderà nei prossimi 90 giorni le motivazioni della sentenza e poi deciderà se proporrà appello”. La controreplica, in effetti, l’avevano fornita nella conferenza stampa gli avvocati Cardillo Cupo e Belluomo ricorrendo ad un latinismo che non ammette commenti (di parte): “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.
INTERVISTE Video Pasquale Cardillo Cupo e Felice Belluomo, Fabrizio Purificato, consulente finanziario
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