Attualità

Sud Pontino / Viabilità in montagna: a Spigno regolamentato l’accesso, quando a Formia e Itri?

SUD PONTINO  – “Spigno ha regolamentato l’accesso carrabile sui monti Aurunci: a quando Formia e Itri?” a porsi la domanda sono –  in una nota congiunta –  la Comunità Lazio Meridionale e isole Pontine e l’Associazione Incontri & Confronti. Un intervento, il loro, ispirato da un lato dalla recente sottoscrizione (30 gennaio 2023) del protocollo d’intesa tra il comune di Formia e la presidenza del Parco Naturale dei Monti Aurunci sulla manutenzione delle strade comunali di montagna ricadenti nel perimetro del parco; dall’altro dall’ ordinanza n. 7 del 02 febbraio 2023 del comune di Spigno Saturnia, circa l’interdizione al traffico dei veicoli a motore nei sentieri montani dell’area protetta del Parco Naturale dei Monti Aurunci, ricadenti nel territorio comunale.

“Sul primo punto – eccepisce la riflessione proposta nella nota –  c’è da dire che il protocollo sottoscritto è di carattere generico, perché non contempla alcun impegno concreto. Infatti l’articolo n. 6, denominato Convenzione, prevede che le parti, per la disciplina di specifici obblighi, rinviano a successivo e specifico atto convenzionale, che dovrà essere approvato dai rispettivi organi entro e non oltre il 10.02.2023. Tuttavia le circostanze citate evidenziano, entrambe, la necessità di disciplinare l’uso, la manutenzione e la circolazione motorizzata su strade e sentieri montani nell’area protetta dei monti Aurunci. L’accesso con mezzi meccanici e motorizzati sui sentieri in terra battuta o, in maniera irresponsabile, al di fuori di essi, sta infatti assumendo aspetti rilevanti, al punto di rischiare di svilire la montagna, trasformandola in una sorta di luna park o pista, in cui le prestazioni meccaniche dei mezzi prevalgono sulla conoscenza, contemplazione e bellezza dei luoghi. In montagna si dovrebbe andare facendo affidamento sulle proprie forze e non sulla potenza di un fuoristrada o di un quad”.

Dunque la proposta avanzata dalla Comunità Lazio Meridionale e isole Pontine insieme con l’Associazione Incontri & Confronti è una sora di “gerachizzazione della mobilità montana”. Così in linea di principio immaginano che le strade possano essere divise in “pubbliche” – con accesso consentito a tutti gli automezzi; “agrosilvopastorali” – con accesso solo agli aventi diritto, come i proprietari di fondi e i lavoratori della montagna; e, infine, i “sentieri” – con accesso esclusivamente a piedi o, al massimo, in mountain bike. In questa prospettiva l’auspicio formulato è che i tre comuni principali – Spigno Saturnia, Formia, e Itri, coordinati dall’ente Parco – concertino ed adottino misure omogenee di tutela delle strade, dei sentieri e delle piste con fondo naturale, disciplinandone l’accessibilità, l’uso e le modalità di manutenzione. I sentieri montani sono infatti fortemente interconnessi, per cui una “disciplina integrata” tra i comuni interessati avrebbe una efficacia maggiore.

“La necessità d’intervenire in maniera organica sulla viabilità e sentieristica dei monti Aurunci  – si legge ancora nella nota – non riguarda solo la fruizione di tipo ambientale, ma investe anche problemi di natura tecnica e di sicurezza. Non si può infatti sottacere il rischio di smottamenti e avvallamenti di strade e sentieri con fondo naturale a causa dell’uso improprio, ripetuto e frequente di SUV, moto da cross, quad, etc…. Come non va sottaciuta la questione sicurezza quando due veicoli s’incrociano per la presenza costante di pendii e scarpate, prive di protezione, ai lati del sedime di transito, o per l’uso promiscuo (pedonale e carrabile) nel periodo di forte innevamento.

Non si tratta d’imbrigliare la montagna tra limiti e divieti, come recentemente qualche politico in cerca di facile consenso ha tentato di far credere, ma di proporre uno sviluppo sostenibile del territorio montano, che non può prescindere da una regolamentazione del transito veicolare che su di esso si svolge. Mobilità in montagna, contrasto agli incendi boschivi e prevenzione del dissesto idrogeologico, costituiscono gli elementi di una vera e propria proposta culturale su come intendere la montagna, che l’Associazione ha già iniziato a portare avanti da qualche tempo e che, ora bisogna rimettere al centro dell’attività” – concludono.

Share