APRILIA – Confermata la confisca di terreni e fabbricati associati a Nino Montenero. E’ quanto prevede la Sentenza n. 8541 del collegio della prima sezione penale della Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dal sessantaseienne di Aprilia e dagli altri terzi intestatari contro il decreto della Corte di Appello di Roma emesso nel dicembre 2021, il quale aveva confermato la decisione del Tribunale di Latina che aveva disposto la confisca preventiva dei beni. La confisca si basava sul Decreto Legislativo del 6 settembre 2011, il quale aveva accertato la pericolosità sociale di Nino Montenero nel periodo compreso tra il 1974 e il 2016, durante il quale erano state acquisite terre ed edifici a lui riconducibili, già posti sotto sequestro.
L’operazione risale al 2020, in quanto Nino Montenero, sessantaseienne di Aprilia, è stato ritenuto dalle autorità giudiziarie un soggetto costantemente coinvolto in attività criminali sin dal 1972, nonché in rapporti di frequentazione e correità con altri soggetti delinquenti. Secondo la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Latina, i beni oggetto della confisca sarebbero stati acquisiti tramite disponibilità economiche derivanti da attività illecite. Al momento dei fatti, si è osservata una netta sproporzione tra il valore del patrimonio familiare e i redditi dichiarati, poiché nonostante il loro “tesoro” costituito da immobili, mezzi e attività, Nino Montenero e i suoi figli dichiaravano al Fisco solo poche migliaia di euro all’anno.