Latina / Scoperto il centro logistico dello spaccio di cocaina e crack, arrestata la famiglia De Rosa

LATINA – Nell’appartamento numero 11 di Via Londra, uno dei condomini popolari, è stato scoperto un centro logistico di spaccio operato dalla famiglia De Rosa. Questo è diventato il quartier generale del loro traffico di droga. I primi segnali di attività sospetta sono stati notati lo scorso maggio, quando un via vai di giovani che visitavano l’appartamento e poi scomparivano nei vicoli circostanti ha insospettito i carabinieri e ha spinto ad investigare sulla presenza di un intenso traffico di cocaina e crack. A maggio dello scorso anno, i primi arresti in flagranza sono stati eseguiti all’interno della famiglia De Rosa. Ora si è scoperta l’esistenza di una seconda piazza di spaccio, operata da un appartamento in Via Sabaudia, in una zona completamente diversa della città, dove la presenza di clienti ha creato fastidio e allarme tra i residenti.

Le indagini svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal Maggiore Antonio De Lise, hanno portato all’arresto di cinque persone e a ulteriori due in flagranza di reato nella notte e nelle prime ore della mattina di ieri.

Giulia De Rosa, 50 anni, il figlio Cristian, 28 anni, e Anna Bevilacqua, cognata di Cristian, sono stati arrestati e incarcerati. Francesca e Giovina De Rosa, figlie di Giulia, rispettivamente di 25 e 30 anni, sono state sottoposte a misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla pg. Durante l’operazione, è stato arrestato anche il fratello Giuseppe, trovato in Via Londra con circa 30 dosi di stupefacente, che ha rivendicato la proprietà. Inoltre, i carabinieri hanno scoperto che Cristian nascondeva mezzo etto di cocaina nell’appartamento in Via Sabaudia, e lo hanno arrestato nuovamente in flagranza.

Secondo l’accusa, dopo la prima incursione dei carabinieri, il canale di vendita al dettaglio della droga è stato spostato e riattivato nell’appartamento di Cristian in Via Sabaudia. Tuttavia, il ritrovamento di decine di dosi di stupefacente nell’appartamento di Via Londra suggerisce che forse il commercio non si era mai fermato in quella zona.

L’ordinanza del gip riconosce che Via Londra era diventata una vera e propria “piazza” di spaccio, sia per la frequenza del luogo, diventato un punto di riferimento per molti clienti, sia per la turnazione degli spacciatori, che “si alternavano tra loro, assicurando la prosecuzione dello smercio senza soluzione di continuità”, potendo contare su fonti di approvvigionamento stabili. Gli acquirenti fermati e ascoltati dai carabinieri del Maggiore De Lise, hanno sempre ammesso di aver acquistato droga in quell’appartamento, riconoscendo e indicando tutti gli indagati.

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