Gaeta / Affidamento della gestione della strada Flacca, il Comune contro la Regione Lazio

GAETA – “Quella strada non ci interessa. Gestirla costa troppo in termini economici oltre alle responsabilità civili e penali”. Con queste motivazioni la Giunta Municipale di Gaeta – come da previsione – ha conferito l’incarico alla propria avvocatura interna per costituirsi nel giudizio promosso dalla Regione davanti il Consiglio Stato avverso la sentenza del Tar numero 911 del 15 novembre scorso con cui il Comune di Gaeta chiedeva l’annullamento del verbale di cessione della strada da parte della Regione nel tratto compreso tra il chilometro 26.850 e 32.110.

Ad impugnare la sentenza del Tar del Lazio – sezione di Latina è stato il presidente vicario della Regione Lazio Daniele Leodori che, conferendo l’incarico all’avvocatura regionale, ha chiesto che il secondo grado della magistratura amministrativa confermi la validità il verbale di cessione – avvenuto il 20 luglio 2012 -. della gestione dell’importante arteria – dallo svincolo di Fontania sino a quello della Canzatora, in località Vindicio a Formiaal Comune di Gaeta (da parte dell’Astral) in forza dell’articolo 2 del nuovo Codice della strada e del suo regolamento di attuazione.

In pratica i tratti urbani delle strade statali, regionali e provinciali siano dei singoli comuni “in esecuzione dei principi, costituzionali e comunitari, di decentramento, di proporzionalità e di sussidiarietà dell’’azione amministrativa. La Regione Lazio aveva comunicato allo stesso Ministero delle infrastrutture il trasferimento al comune di Gaeta del tratto urbano della strada Flacca che “si trova all’interno di un centro abitato in un comune superiore ai 10mila abitanti”.

Questa vicenda nasconde non pochi motivi di incertezza amministrativa perché – secondo l’avvocato della Regione Elisa Caprio – il comune di Gaeta dal verbale di consegna della Flacca presentò si il ricorso ma “non mostrò interesse alla definizione del giudizio”. Almeno sin o a quando – lo scorso novembre – l’amministrazione Leccese, sollecitata dal Tar – ha “nuovamente manifestato interesse alla decisione del ricorso. Insomma per coltivare questo legittimo interesse il comune di Gaeta ha impiegato dieci lunghi anni “

La Regione ha deciso di giocarsi questa partita, economica e di giurisdizione, davanti il Consiglio di Stato perché – a suo dire – la sentenza si è limitata a stabilire come il ricorso sia fondato nel merito nella parte “in cui è stato dedotto il difetto procedimentale in relazione alle omissioni delle attività di parere e di autorizzazioni preliminari”. Ma quale organo istituzionale deve definire urbano un tratto di strada che sia provinciale, regionale o nazionale? Il Comune di Gaeta, che ha deciso di impugnare una sentenza (del Tar) che la Regione considera “illogica, contradditoria, illegittima e lesiva”, sostiene attraverso la propria avvocatura interna che spetti proprio al presidente della Regione operare questa classificazione.

Il pensiero della regione Lazio è diverso: in base all’articolo 4 del regolamento di attuazione del Codice della strada “i tratti di strada statali, regionali o provinciali, che attraversano i centri urbani con popolazione superiore ai 10mila abitanti, sono classificati quali stradi comunali con la stessa deliberazione della Giunta Municipale di delimitazione delle medesima”.

Con la decisione della Giunta Leccese di sfidare la Regione (e dunque l’Astral) davanti il consiglio comunale il pomo della discordia diventa il verbale di consegna del 20 luglio di 13 anni fa. Per la Regione “è legittimo ed è tuttora conforme alla normativa vigente” . Il Comune dovrà motivare un “silenzio” amministrativo (durato dieci anni, dal 13 luglio 2012 al novembre 2022) che l’avvocatura della Regione censura in questi termini: “La Giunta di Gaeta ha avuto dieci anni di tempo per evidenziare problematiche di tipo economico che, durante gli anni di pendenza del primo giudizio, non ha più lamentato in quanto sicuramente destinatario di finanziamenti della stessa Regione per la realizzazione di opere di interesse pubblico”.

Il Consiglio di Stato è stato invitato dalla Regione Lazio e dal Comune a dirimere definitivamente questa controversia che potrebbe conoscere problemi di sicurezza della stessa strada Flacca. La Regione è chiara quando sostiene, concludendo, come il “repentino mutamento verificatosi in tema di proprietà della strada comporta inevitabilmente una serie di difficoltà gestionali del tratto di strada in questione che si è inteso superare proprio in base alla normativa vigente. Oltre a ciò si evidenziano – si legge nel ricorso in giudizio della Regione Lazio – le palesi incertezze in ordine ad eventuali profili da attribuirsi all’ente individuato quale proprietario(Regione/Astral o Comun e di Gaeta) nel caso di possibili sinistri lungo il tratto urbano della stessa Flacca. Senza tralasciare – conclude l’avvocato Caprio – le incertezze di natura giuridica susseguenti a possibili contenziosi in tema di individuazione del soggetto responsabile per i danni procurati”.

Il pensiero del Comune di Gaeta è un altro: non si rinnovi l’errore commesso dal comune di Formia di attribuirsi la gestione del suo tratto urbano della stessa strada regionale Flacca e poi per la sua manutenzione – soprattutto per il consolidamemto degli otto cavalcavia esistenti – deve chiedere i finanziamenti conseguenti e relativi alla stessa Regione. Insomma quando il cane si morde la coda.

(In copertina, immagine di repertorio)

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