GAETA – Inammissibile. Nel prossimo consiglio comunale di Gaeta non campeggerà un argomento tanto caro ai tre consiglieri comunali di centro sinistra (Silvio D’Amante, Emiliano Scinicariello e Sabina Mitrano) circa l’avvio della procedura finalizzata alla confisca o all’acquisizione al patrimonio comunale del piazzale dell’ex stazione ferroviaria. L’ha anticipato il sindaco Cristian Leccese confermando, invece, quanto la maggioranza, di concerto con la segreteria generale del comune, stia cercando di venir fuori da una situazione politicamente imbarazzante sulla scorta della mozione presentata il 6 febbraio scorso dai tre rappresentanti dell’opposizione e dopo la conclusione delle indagini preliminari della Procura di Cassino nei confronti di 13 persone con le ipotesi di reato di lottizazione abusiva, abuso d’ufficio e turbata libertà dell’incanto. La mozione non figurerà nell’agenda dei lavori del prossimo consiglio comunale essenzialmente per una ragione: non c’è stata alcuna sentenza con il reato di lottizzazione abusiva.
“Mi meraviglio che la mozione, che contiene una serie di inesattezze e grossolani errori, chieda l’acquisizione al patrimonio del comune di Gaeta del piazzale dell’ex-stazione quando al momento c’è stata soltanto una conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura. Non ci sono state la richiesta di rinvio a giudizio e tantomeno la fissazione di un processo. Mi sembra che qualcuno – ha aggiunto il sindaco Cristian Leccese – stia strumentalmente mettendo il carro davanti i buoi. Non riesco ad individuarne le ragioni anche perché la campagna elettorale è terminata un mese fa con il voto regionale”.
La maggioranza deve trovare ora il modo per esternare la sua scelta politica. A chi toccherà dire ai consiglieri D’Amante, Scinicariello e Mitrano che non è ancora il momento che la città si riappropri del piazzale, di 2700 metri quadrati, venduto nel 2018 dal Consorzio Industriale del sud pontino alla società “Cavour Immobiliare” (per un importo di 409 mila euro) ad insaputa del comune di Gaeta? Nessuno, al momento, vuole assumersi questa significativa responsabilità politica, dal presidente del consiglio comunale Davide Speringo (a cui è destinata la mozione presentata ai sensi degli articoli 13 e 14 dello Statuto comunale e degli articoli 24,28 e 31 del regolamento del consiglio comunale) alla segretaria generale Patrizia Cinquanta. E’ probabile che questo diniego possa essere reso noto da qualche capogruppo della maggioranza nel corso della prossima conferenza dei capigruppo chiamata a calendarizzare il consiglio per l’approvazione del bilancio di previsione 2023 e di quello pluriennale.
Non si esclude che la mozione venga sibillinamente respinta con lo stesso mezzo – una lettera scritta – con cui è stata inviata il 6 marzo al presidente d’aula. Per il sindaco Leccese appare fuori luogo che i consiglieri Silvio D’Amante, Emiliano Scinicariello e Sabina Mitrano chiedano all’assemblea di impegnare il Sindaco Cristian Leccese e la Giunta Comunale a “dare incarico al dirigente competente di intraprendere la procedura di acquisizione al patrimonio comunale dell’intera area della ex-Ferrovia, compreso l’edificio della ex-stazione quale immobile funzionale alla pubblica utilizzazione dell’oggetto della vendita di cui in premessa”.
La replica dei firmatari della mozione:”Inutile girarci intorno, la vendita dell’area ‘ex-stazione’ e dell’immobile che vi insiste è stata percepita da tutta la città come una ferita che andava prima o poi rimarginata, attraverso un atto amministrativo riparatore, ma ancor prima ed ancor più con un forte segnale politico di verso opposto.- avevano tenuto a precisare D’Amante, Scinicariello e Mitrano – Il Consiglio Comunale, ma più ancora la politica locale tutta, ebbe la possibilità di porre rimedio subito, a caldo, prima ancora che la brutta pagina politica divenisse anche vicenda giudiziaria, quando gli ex consiglieri comunali Scinicariello e De Angelis presentarono una mozione analoga a quella di ora”. Quella mozione fu rigettata da tutti i consiglieri dell’ex maggioranza Mitrano, tranne dai due che la presentarono.
Ora un altro cantiere aperto nello stesso piazzale è fermo da tempo per via di altre vicende giudiziarie che “rappresentano un altro episodio inquietante ed un’altra macchia per la nostra comunità cittadina. La premessa d’obbligo, alla quale teniamo di più, è che la discussione politica che intendiamo sollevare sulla vicenda, e l’atto amministrativo che ne potrà conseguire, non debbano intendersi o costituire interferenza con le eventuali azioni giudiziarie in corso, poiché non intenderemo richiedere alcuna discussione sulle stesse. Ma di certo non possiamo sottacere sullo scenario a tinte fosche all’interno del quale la discussione avrà luogo”.
I consiglieri di centro sinistra D’Amante, Scinicariello e Mitrano hanno formalizzato – secondo il loro punto di vista – la richiesta alla politica gaetana “di chiudere in modo definitivo quella brutta pagina, impegnando Sindaco e Giunta ad incaricare il Dirigente competente affinché parta con immediatezza l’iter amministrativo che possa riportare quel bene alla città di Gaeta, attraverso l’acquisizione a patrimonio pubblico. In questo modo potremo finalmente disporre liberamente di un’area strategica per l’economia e per la viabilità cittadina, liberando finalmente i residenti di quella zona, gli avventori delle attività commerciali insistenti e i dipendenti delle stesse, i cittadini in transito in quell’area tanto cruciale dall’incubo che sono costretti a vivere ormai da un paio di anni”.
Le minoranze, in sostanza, hanno rilanciato questa istanza potendo beneficiare di una forma di diritto di prelazione di cui il Comune – a loro dire – sarebbe stato il beneficiario in rapporto al Consorzio industriale del sud pontino. L’avvocatura del comune di Gaeta smentisce questa ricostruzione affermando come il Consind nel 2018 abbia espletato direttamente un bando pubblico e non coinvolgendo eventualmente il comune di Gaeta con un’ipotetica manifestazione d’interesse. Le minoranze di centro sinistra, confidano invece “in un risveglio delle coscienze politiche locali, per cambiare questa città, finalmente, ma in meglio.”
Il sindaco Leccese diventa l’avvocato d’ufficio del suo predecessore, il neo consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano, per la decisione della Giunta di aver approvato il 2 agosto 2019 una variante al Prg declassificando, da servizi a parcheggio, il piazzale dell’ex stazione: “Guardi che il comune non ha provocato alcun vantaggio al neo proprietario dell’area. Tutt’Altro. La variante approvata in Giunta era funzionale al progetto di riordino della sosta e della mobilità di questa zona centrale di Gaeta. E la lottizzazione abusiva? Non mi sembra che sia realizzata una cubatura..una…”
Le minoranze di centro sinistra sanno, per prime, che la loro mozione, qualora venisse anche discussa dal consiglio comunale di Gaeta, non sarà mai approvata dalla bulgara maggioranza che sostiene il sindaco Lecese. Il quale però ha capito che la mozione è un intelligente cavallo di Troia perché i consiglieri comunali Scinicariello, D’Amante e Mitrano vogliono far uscire allo scoperto il ribelle consigliere e coordinatore di Fratelli d’Italia, finito sull’Aventino per la revoca dell’assessorato alla Polizia Locale all’avvocato Mario Paone ed il conferimento successivo a Stefano Martone di “Lab 32”.
“Il consigliere Di Vasta? – ha aggiunto Leccese – Se lei ha qualche sua notizia ce lo faccia sapere. La scorsa settimana è stato regolamente invitato dalla maggioranza attraverso una chat a partecipare ad una riunione sul bilancio 2023 ma non l’abbiamo visto”.
Il sindaco di Gaeta sta mostrando i muscoli anche mostrando una lettera del dicembre scorso della Regione Lazio che, a distanza di otto mesi dalla presentazione della richiesta dell’ex consigliere comunale di Demos Franco De Angelis, diceva di no all’ipotesi di nominare un commissario ad acta sulla gestione del piazzale dell’ex stazione. “La Regione ha rigettato l’istanza dell’ex consigliere comunale De Angelis – ha concluso Leccese – perché non sono state individuate irregolarità”.
La controreplica dell’esponente di Demos: “Purtroppo la Regione si è pronunciata in questi termini sulla scorta di una relazione che le è stata inviata dalla dirigente del dipartimento “Riqualificazione del territorio” Stefania Della Notte, che figura tra i tredici indagati per lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio. Ha visto mai un oste dire pubblicamente che il suo vino non è buono? Me lo faccia sapere” – ha concluso Franco De Angelis.