CASTELFORTE – Giuseppe Molinaro, il 58enne appuntato dei Carabinieri che martedì ha ucciso il direttore dell’albergo Nuova Suio a Castelforte Giovanni Fidaleo e ferito gravemente la guardia giurata Miriam Mignano, non era destinatario di alcun provvedimento disciplinare. E la decisione dell’uomo di godere dal 22 febbraio scorso di una “licenza straordinaria per gravi motivi di salute” non deve far coltivare alcuna insinuazione perchè l’Arma, in base alla normativa della privacy, non può e non deve sapere la ragione per la quale un militare da alcuni giorni si è assentato dal lavoro. E’ quanto trapela dalla Compagnia di Formia dei Carabinieri alcune ore dopo la diffusione ufficiale di una nota con cui il Capo della Procura di Cassino, Luciano D’Emmanuele, aveva fatto il punto sulle indagini a 24 ore dalla tragedia consumata all’interno della struttura di via delle Terme.
I Carabinieri sostengono, rimarcandolo, come l’appuntato originario di Teano avesse chiesto lui, lo scorso agosto, di essere trasferito dalla Stazione di Castelforte dove aveva prestato servizio nei dieci anni precedenti. Intanto emergono nuovi dettagli dopo le significative informazioni rese note dalla Procura di piazza Labriola. La dinamica dell’omicidio potrebbe essere definita dal numero delle auto che i Carabinieri hanno trovato all’esterno dell’albergo. Ne sono state individuate tre. Due sarebbero appartenute all’omicida reo confesso e al direttore d’albergo ucciso. La terza, rinvenuta a qualche metro di distanza, appartiene ad un amico di Miriam Mignano al quale aveva chiesto di poterla utilizzare per recarsi presso l’albergo di Suio. A fare cosa lo stanno cercando di ricostruire i Carabinieri che, privilegiando sempre la pista passionale (Molinaro avrebbe ucciso Fidaleo perchè pensava che avesse iniziasse una relazione sentimentale con la Mignano), non escludono altre ipotesi investigative.
Se – come ha dichiarato il legale di Molinaro nell’interrogatorio davanti al Pm della Procura della Santa Maria Capua Vetere- doveva esserci un chiarimento a tre, perchè gli stessi Molinaro, Fidaleo e Mignano hanno utilizzato tre auto diverse per recarsi all’appuntamento. Alle indagini poi potrebbero dare un importante contributo sia l’autopsia in programma sabato sul cadavere del direttore d’albergo originario di Itri ma residente a San Giorgio a Liri ma anche il contenuto di uno tre telefonini sequestrati dai Carabinieri sul luogo del delitto. Appartiene all’amico di Miriam, lo stesso che la Procura considera formalmente “persona informata sui fatti”?
Che gli accertamenti compiuti dai Carabinieri hanno bisogno ora di ulteriori approfondimenti da parte del Ris dell’Arma lo si evince anche da alcuni reperti rinvenuti. La spranga di alluminio non è mai stata trovata nell’abitacolo della Ford Focus ma era nel luogo dell’omicidio di Fidaleo. Chi l’ha utilizzata o l’avrebbe dovuto fare qualora il chiarimento a tre fosse degenerato? Si trovava lì per caso o è stata portata da Fidaleo o dalla Mignano che lotta sempre contro la morte al Gemelli di Roma dove è stata sottoposta ad un lungo e delicato intervento chirurgico per lo scoppio dell’intestino tenue e crasso per le lesioni riportate dall’ala iliaca destra? E, infine, a chi sono appartenute le tracce ematiche rinvenute confuse tra setti bossoli della pistola d’ordinanza calibro 9 parabellum dell’appuntato Molinaro? Da qui la decisione, giusta, di sequestrare il dvr del sistema di video sorveglianza struttura alberghiera anche se si teme che, al momento dell’omicidio, non fosse funzionante.
PHOTOGALLERY
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.