CASTELFORTE – Il Comando provinciale dell’Arma di Caserta, guidato dal colonnello Manuel Scarso, ha già chiarito la questione della pistola d’ordinanza in uso a Giuseppe Molinaro, l’appuntato che martedì scorso ha ucciso Giovanni Fidaleo e ferito Miriam Mignano a Suio Terme, esplodendo sette colpi. È stato scoperto che il percorso psicologico del militare era noto solo alla sua psicologa privata, Onesta D’Angelo, a cui aveva consegnato la pistola prima di costituirsi, e non all’Arma, alla quale lo stesso Molinaro non ha fornito alcuna informazione sul proprio stato di salute.
Tre anni fa, durante il servizio a Castelforte, la pistola gli era stata ritirata a causa di uno stato depressivo causato dalla morte della madre. Dopo quattro mesi di osservazione e un parere positivo specialistico, gli era stata restituita. Dopo il trasferimento alla stazione casertana di Carinola, Molinaro aveva iniziato a presentare certificati medici per una patologia che nulla aveva a che fare con problemi psicologici e, quindi, non c’erano le condizioni per il ritiro dell’arma. Lo scorso 22 febbraio era andato in licenza per un intervento chirurgico programmato.
Molinaro aveva continuato a frequentare la sua psicologa privata senza informare l’Arma, che era venuta a conoscenza della situazione solo dopo l’omicidio, quando il militare aveva consegnato la pistola alla psicologa. Non c’era alcun sospetto riguardo ai problemi di salute del carabiniere, poiché sia nel casertano che a Castelforte non aveva mai destato preoccupazioni riguardo al suo stato. Non è escluso che la Procura militare possa approfondire il caso.