SUD PONTINO – Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, così in una realtà funestata da un evento doloroso, come quella delle comunità comprese tra Castelforte e Santi Cosma e Damiano, teatro di un episodio di efferata violenza che ha portato alla morte Giovanni Fidaleo e al grave ferimento della giovane Miriam Mignano, i cittadini hanno voluto manifestare e ribadire il loro “No” alla violenza. In particolare nei confronti delle donne.
L’episodio, consumatosi proprio nel pomeriggio alla vigilia della “Giornata internazionale delle donne”, ha scosso profondamente tutte le comunità del Sud Pontino che hanno deciso di dar forma alla profonda “stanchezza”, culturale ed emotiva, nei confronti di questa “stortura del linguaggio” – la violenza.
N’è nata una fiaccolata popolata di donne e uomini, grandi e piccini, da diverse città del sud della provincia: non c’è genere, non c’è età, certe “lotte” non hanno quartiere. Certe rivoluzioni culturali hanno bisogno delle gambe di tutti affinchè arrivino a meta, sfidando in maniera efficace i cascami culturali avverso i quali nascono. Perchè si possa arrivare a vedere la donna smarcata da qualasiasi considerazione permeata di possesso e di violenza.
Una camminata scandidata dal ritmo del dispiacere e della speranza partita, intorno alle 18:30 nel comune di Santi Cosma e Damiano, dove Miriam era molto conosciuta, da piazza “Ex Ferrovia” per culminare in piazza “Campomaggiore”.
Con la “Fiaccolata della Speranza”, i partecipanti hanno espresso vicinanza e solidarietà a Miriam – per la quale era stata organizzata anche una santa messa presieduta da don Fabio Gallozzi nella chiesa di San Rocco a Castelorte, per iniziativa della locale Amministrazione – e ravvivato una riflessione rispetto allo spaccato della “violenza sulle donne” ma con l’auspicio, ben preciso, che possa tradursi in atti concreti.
Questo è quanto in animo anche delle infaticabili promotrici della stessa – Laura Frezza, Gabriella Di Nardo, Assunta Camillo e Cristina Vezza – ma è anche ciò che ha contribuito a ribadire la presenza di alcuni rappresentati delle istituzioni locali, come il sindaco di Santi Cosma e Damiano, Franco Taddeo; la consigliera comunale Pd di Santi Cosma e Damiano, Carmela Cassetta; la consigliera comunale di Formia, in quota “Guardare Oltre”, Imma Arnone.
“Dire no alla violenza può sembrare scontato, ma finché ce ne sarà bisogno ci troveremo nelle piazze, per le strade a dire basta” – lo dice chiaramente la consigliera Cassetta, da sempre molto vicina al tema e promotrice di diverse iniziative a riguardo in veste, soprattutto, dell’incarico ricperto di presidente del Parco regionale “Riviera di Ulisse”. Purtroppo quella numerazione lanciata proprio da lei con il progetto “Un pennarello contro il femminicidio” non si arresta in Italia, ma neanche nel resto del mondo.
Pertanto si fa sempre più necessario intervenire con iniziative concrete che si affianchino a quelli di sensibilizzazione. La Cassetta n’è consapevole e infatti ricorda: “Oltre che ad investire nelle scuole e nelle famiglie affinchè si affronti un’incisiva educazione ai sentimenti, all’affettività, come fondamento per il futuro esistenziale dei nostri figli, sono convinta che sia necessario pensare alla creazione di una rete con gli altri Comuni del comprensorio e mettere su una Casa di Protezione nel Sud Pontino. Santi Cosma e Damiano aveva uno sportello contro la violenza sulle donne – Sos Donna – ma è stato chiuso; è tempo di riprendere il progetto e anzi portarlo avanti con questa nuova forma!”.
“Tra l’altro non possiamo dimenticare quanto, alle volte, più piccole siano le realtà e più difficile possa essere dover chiedere aiuto e/o sfuggire a certe dinamiche dalle quali ci si può sentire oppresse per timore dell’opinione pubblica. Creare un punto di riferimento e far sentire alle donne, e a tutte le vittime di violenza, che non si è soli, è quanto più adesso – come sempre -mi preme gridare forte e veder tradurre in atti e spazi veri!” – conclude la Cassetta
“Bisogna fare qualcosa. La violenza sulle donne sta assumendo dimensioni sempre più grandi. E cresce la paura di assuefarsi a certe tragedie. È ora che si agisca con una politica di educazione al sentimento e al rispetto per i giovani” – osserva, a margine dell’iniziativa a cui ha preso parte, la consigliera Arnone, che – così come la sua omologa sancosimese- avverte la necessità dell’istituzione di un “Centro Anti-violenza” nel Sud Pontino.
“Non è più rinviabile – aggiunge lmma Arnone – una seria discussione e un proficuo lavoro affinchè venga istituito un Centro Anti-violenza (CAV) che possa accogliere donne e minori vittime di abusi e violenze. La manifestazione di sabato credo sia un segnale importante che tutte le forze politiche, trasversalmente, dovrebbero cogliere e fare proprio, affinché si possa lavorare per formare una società in cui il rispetto dell’altro sia al primo posto”.
Il senso intimo espresso a margine di questa manifestazione mi sembra di poterlo sintetizzare con la necessità dei presenti di saper prendere atto delle “bruttezze”, ma rispondere alle stesse senza lasciarsi “imbruttire”, anzi rilanciando con azioni che rendano – invece – responsabili di atti di nuova “bellezza”, come il desiderio di cambiare le cose.