APRILIA -Aveva affittato un terreno agricolo di 40mila metri quadrati alla periferia di Aprilia per coltivarvi ben 9000 piantine di canapa indiana. Con questa accusa la Guardia di Finanza del comando provinciale di Latina, con l’ausilio dei mezzi della sezione area di Pratica di Mare, lo scorso 23 settembre aveva ha arrestato Damiano Murgia con l’accusa di detenzione ai fini di detenzione di sostanze stupefacenti. Lunedì l’uomo, di 41 anni, è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere al termine del rito abbreviato celebrato davanti il Gup del Tribunale di Latina Giuseppe Cario. Il magistrato ha di fatto raccolto completamente l’analoga richiesta avanzata dal sostituto procuratore Giorgia Orlando che ha condiviso le risultanze investigative delle Fiamme Gialle.
Il 41enne di Aprilia aveva scelto un terreno ad hoc che, apparentemente adibito alla legale coltivazione di semi di canapa sativa light consentito dalla legge, non doveva finire nel mirino delle forze dell’ordine. E invece il sorvolo di un elicottero della Sezione Aerea di Pratica di Mare del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia permise alla Guardia di Finanza del reparto territoriale di Aprilia di smascherare l’illegale e assai remunerativa coltivazione. Murgia difese inizialmente la “legalità” della piantagione esibendo una documentazione contabile concernente l’acquisto di “sementi certificati” ma una perizia tossicologica della Procura accertò il contrario: la canapa indiana aveva un valore di THC dieci volte superiore ai limiti legali previsti dalla legge 242 del 2016.
Gli inquirenti, sequestrando la piantagione unitamente ad un sofisticato impianti di irrigazione, accertarono come le 9000 piante cannabis sequestrate avrebbero comportato un quantitativo stimato di circa 2.500 chilogrammi di marijuana, che al dettaglio avrebbe fruttato circa 10 milioni euro.