MINTURNO – Sarà la città di Minturno ad ospitare, il 21 marzo, la XXVIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera Sud Pontino, in contemporanea con le manifestazioni che si svolgeranno a Milano e in tutto il Paese. Dopo uno stop di quattro anni imposto dalle circostanze della pandemia, si torna in piazza con un corteo che attraverserà le vie della città, seguito dalla lettura dei nomi delle vittime e da un pomeriggio di seminari e approfondimenti aperti alla cittadinanza.
La manifestazione del 21 marzo sarà anticipata il 18 marzo a Minturno, presso la Chiesa dell’Annunziata alle ore 20:00, dalla Veglia dedicata alle vittime innocenti delle mafie e di ogni guerra. Con la presenza del Vescovo di Gaeta, Mons. Luigi Vari, di Massimiliano Noviello, figlio di Domenico Noviello (imprenditore ucciso dai Casalesi a Castel Volturno nel 2008) e di padre Filippo Ivardi, missionario comboniano.
Il tema proposto da Libera per quest’anno è «È possibile. Pace, giustizia, verità, diritti, accoglienza e libertà». La parola “possibile” deriva da “potere” e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere. Dunque è possibile il cambiamento, è possibile un Paese più giusto, libero e accogliente, ma solo se a metterci in gioco saremo tutti, insieme.
Scuole, cooperative, associazioni, comunità religiose e cittadini si daranno appuntamento a Scauri di Minturno, cittadina le cui risorse economiche e naturali sono state depredate dalla presenza dei clan, che l’hanno eletta da tempo luogo di investimento. Una presenza discreta e silenziosa, quella delle mafie nel Sud Pontino, ma che ha prodotto effetti ben visibili: riciclaggio, caporalato, traffico di droga, usura, reati legati all’ambiente.
Ci ritroveremo quindi, a partire dalle 09:00 in piazza Luigi Ranieri, da dove alle ore 10:00 partirà il corteo che attraverserà il centro della città, fino ad arrivare a piazzale Sieci. Qui leggeremo i nomi delle oltre 1000 vittime innocenti colpite delle mafie, dal 1893 ad oggi.
Seguiranno tre seminari in sale adiacenti alla piazza che toccheranno i temi dei beni confiscati, della Costituzione e che ripercorreranno, tramite la cronaca giudiziaria, la storia della presenza mafiosa sul nostro territorio. Ma il 21 marzo non è solo Memoria, ma anche Impegno: abbiamo un debito di riconoscenza verso chi è stato assassinato e verso chi è rimasto solo. Un debito che impone a tutti il morso del più. Il cambiamento è possibile, ma ha bisogno di ciascuno di noi. Ripartiamo da Minturno, nessuno si senta escluso!
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