CASTELFORTE – Dopo Giulio Andreotti, Pietro Ingrao. Prosegue l’azione culturale dell’amministrazione comunale di Castelforte di rilanciare la figura e l’opera di alcuni “padri” dell’Italia Repubblicana con destinatari i giovani e le future generazioni. Alla memoria dell’indimenticato dirigente del partito Comunista e storico primo presidente della Camera espressione della sinistra italiana, il comune di Castelforte ha voluto intitolare la pinetina e l’area verde che costeggia il Rio Grande. L’intitolazione è coinciso con la “Festa della Primavera” in occasione tantisssimi studenti dell’istituto comprensivo di Castelforte, guidati dal sempre attivo dirigente scolastico Amato Polidoro, hanno appreso forse per la prima volta dell’opera e della figura di Pietro Ingrao.
Originario di Lenola, figlio del segretario generale del comune di Formia, il futuro deputato e presidente della Camera dei Deputati avrebbe voluto fare dell’altro, magari il regista o il poeta, se non glielo avesse impedito il regime fascista. E invece il comune di Castelforte ha voluto rendere omaggio ad un personaggio che, quando è scomparso il 27 settembre 2015, ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama politico e culturale italiano non tanto per la sua ortodossia politica e partitica (Ingrao non accettò lo scioglimento del Pci alla Bolognina nel 1989) quanto per il suo rigore morale apprezzato anche da altre forze politiche della Prima Repubblica. L’intitolazione della pinetina a Pietro Ingrao ha “pareggiato”, di fatto, quella di qualche mese della piazza antistante il palazzo municipale di Castelforte al sette volte presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti che “con Ingrao – ha detto il sindaco Angelo Felice Pompeo – andava molto d’accordo quando si trattò, in concomitanza del sequestro di Aldo Moro, di varare il compromesso storico con l’appoggio esterno del Pci al quarto governo Andreotti”.
Ed il giorno terribile dell’eccidio di via Mario Fani è stato ricordato nell’intervista video allegata – dalla figlia dell’allora presidente della Camera, Chiara Ingrao: “Fu il primo rappresentante del mondo istituzionale di questo paese ad annunciare l’uccisione dei cinque componenti della scorta di Moro e del suo sequestro da parte delle Brigate Rosse. Mio padre era sotto schock ma mi convinse quel pomeriggio del 16 marzo 1978 a non chiudermi in casa e ad andare a manifestare con tutta la forza che avevo dentro in piazza San Giovanni. Fu un giorno terribile ma anche importante perché le forze democratiche di quel paese seppero, nonostante la mortale aggressione di un manipolo di terroristi, a mantenere la barra dritta”.
Un confidente e un amico di Pietro Ingrao è stato l’entnomusicologo di Maranola Ambrogio Sparagna, lo stesso che con i suoi organetti intitolò “Bella Ciao” in occasione dei funerali laici dell’ex presidente della Camera a Roma. Agli studenti di Castelforte ha ricordato la sua decisione di non tagliare mai il cordone ombelicare con la sua terra d’origine, con la sua Lenola, con Formia dove ha studiato e con Fondi dove prendeva il treno e incontrava Peppe De Santis.
“Pietro – ha rivelato Sparagna – voleva fare il regista, un mestiere per il quale aveva studiato e si era fermato. Ha fatto altro, l’Italia e, oggi, Castelforte, gli devono essere per sempre riconoscenti”.
Chiara Ingrao in occasione dell’intitolazione della pinetina di Rio Grande ha presentato il romanzo “Il resto è silenzio” e il libro per bambini “Bellerotelle” in un contesto di festa arricchito dall’allestimento degli stand della “Demea” Eventi Culturali – da oltre vent’anni promuove l’editoria e l’arte in tutto il territorio nazionale – e del gazebo della Giornata nazionale della gentilezza ai nuovi nati e da un vero e proprio pic nic promosso dai ristoranti “Bacchettone e Zaza”, “Terra dei Briganti” e “Tenuta di Ponio”
All’evento hanno presenziato anche il sindaco di Lenola Fernando Magnafico ed il vice sindaco dei comuni di Coreno Ausonio Angelo Urgera, di Gaeta Teodolinda Morini, di Santi Cosma e Damiano Gianluca Ionta e di Formia Giovanni Valerio. Non c’era – come annunciato – la minoranza del Partito Democratico al comune di Castelforte. Nulla nei riguardi dell’opera e della figura di Pietro Ingrao ma il bersaglio è stato di nuovo il sindaco di Castelforte Angelo Felice Pompeo al quale è stata fatta rilevare l’”inopportunità “ di intitolare il 6 dicembre scorso una piazza alla memoria di Giulio Andreotti.
“Se si facesse un’analisi, evidentemente poco attenta, ed anche populista ,si potrebbe pensare che questa amministrazione abbia intitolato una piazza ed una pineta a due famosi politici della prima Repubblica – hanno rimarcato i consiglieri comunali Dem Giuseppe Rosato e Giancarlo Cardillo, il segretario cittadino Ferdinando Orlandi ed il portavoce dei Giovani Democratici Antonio Santamaria – Purtroppo la realtà è diversa, la storia è diversa, i valori sono diversi. La maggioranza ha scelto due personaggi totalmente all’opposto: uno prescritto (e non assolto), Andreotti, per il reato di concorso esterno in partecipazione ad associazione a delinquere di stampo mafioso: nonostante la prescrizione, la sentenza della Cassazione riconosce la colpevolezza dell’imputato, almeno fino alla primavera del 1980. Per noi questo è insuperabile, mentre per altri sembra di no. Dall’altra parte Pietro Ingrao, un uomo, un politico, un partigiano, un comunista di alto spessore morale e umano. Il compagno Ingrao è stato uno dei padri costituenti della nostra nazione, un intellettuale, dedito al partito e alla crescita culturale della nostra nazione. Il primo comunista presidente della Camera ed anche un uomo della nostra terra”.
Per il circolo del Pd di Castelforte è “stata sicuramente una scelta giusta e dovuta ma purtroppo, come sempre, una scelta non condivisa e unilaterale, dalla quale ci sentiamo esclusi. Se fossimo stati coinvolti avremmo sicuramente condiviso tale decisione, in quanto Pietro Ingrao merita questi riconoscimenti ed altro per quello che ha rappresentato per noi e per la nostra nazione. C’è più di un sospetto che questa decisione unilaterale nasconda il goffo tentativo di accostare due personaggi totalmente diversi. E’ impensabile associare Ingrao ad Andreotti- hanno rimarcato gli esponenti del Pd – Sicuramente un’idea partorita da questa maggioranza che denota una cultura di “cencelliana memoria” come se i valori e la politica potessero essere messi sul piatto delle trattative. Prendiamo le distanze da questo atteggiamento e da questo modo di fare e quindi non parteciperemo a tale cerimonia. Sicuramente avremmo gioito e gioiremo per questa piazza intitolata a Pietro Ingrao ma, anche per il rispetto che merita Ingrao, non abbiamo voluto partecipare all’evento di martedì. Siamo sicuri che Pietro Ingrao avrebbe approvato ed avrebbe avuto la stessa reazione, contrastando con tutta la sua forza questo modo di amministrare. E poi il luogo prescelto, la pinetina di Rio Grande: in questo momento non entriamo nel merito della proprietà del comune su questo limbo di terra ma, sicuramente approfondiremo successivamente”.
INTERVISTE Video Angelo Felice Pompeo, sindaco di Castelforte; Chiara Ingrao, scrittrice; Ambrogio Sparagna, etnomusicologo.