GAETA – Nel consiglio comunale di Gaeta in cui le minoranze di centro sinistra hanno provato a chiedere attraverso una mozione la confisca al patrimonio immobiliare dell’ente il piazzale dell’ex stazione ferroviaria è affiorato il forcing che Fratelli d’Italia da giorni ha promosso contro la leaderschip dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro settentrionale. Il consigliere di “Gaeta Tricolore” e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia nel mini question-time che ne è seguito ha presentato un’interrogazione al Sindaco Leccese che su quella che ha definito la “pessima Gestione da parte del presidente dell’Autorita di Sistema Portuale Pino Musolino, sulla riorganizzazione della pianta Organica e, più in generale, sulla reale condizione in cui versa la sede territoriale di Gaeta”. Nel mirino di Volpi sono finite la situazione finanziaria di crisi dell’ex Autorità portuale del Lazio alla luce di un’inchiesta della Corte dei Conti sulla gestione del personale e quella inerente il depauperamento”, in tema di organici, della sede cittadina dell’Adsp.
In effetti il consigliere Di Vasta si è fatto portavoce di quei funzionari e dirigenti (che sono purtroppo tanti) dell’Autorità di sistema che sono stati trasferiti per motivi di opportunità presso la sede centrale di Molo Vespucci di Civitavecchia in relazione al loro coinvolgimento di impegnative e gravose inchieste penali di diverse Procure e della Dda di Napoli. Di quest’ultimo ma fondamentale aspetto l’esponente gaetano di Fdi non ne ha fatto minimamente cenno limitandosi a sottolineare come “I Lavoratori vadano tutelati sempre ! (e ci mancherebbe) Siamo contrari ai licenziamenti! La sede di Gaeta dell’ex Autoritrà portuale invece deve essere Potenziata non prossima alla chiusura con il conseguente accentramento delle funzioni amministrative e gestionali interamente su Civitavecchia ! Oltre 3 milioni di euro di introiti annuali e a Gaeta non resta nulla ! Seguiranno ulteriori interrogazioni attraverso i nostri referenti in Regione. Fratelli d’Italia non indietreggerà su questa deplorevole operazione!” – ha concluso Di Vasta in un post pubblicato su facebook.
In sede di risposta il sindaco di Gaeta Leccese ha fatto rilevare come Di Vasta si sia espresso con qualche giorno di ritardo sullo svuotamento degli uffici cittadini dell’Asdp. Un’interlocuzione istituzionale è stata promossa da tempo con il presidente Pino Musolino che avrebbe garantito di correre ai ripari presto. In effetti il problema era stato posto – ha rivelato il sindaco Leccese – in tre riunioni di maggioranza. Peccato che il consigliere Di Vasta, dopo la revoca agli inizi di gennaio dell’assessore di Fdi Mario Paone, avesse dato forfait. Al termine della discussione della sua interrogazione il consigliere Di Vasta ha dovuto prendere atto che qualcuno sia intervenuto prima di lui dichiarandosi “soddisfatto della risposta ricevuta”.
Il consiglio di martedì tuttavia ha sancito la rottura, al momento insanabile, dei rapporrti tra i consiglieri di minoranza di centro sinistra Silvio D’Amante, Emiliano Scinicariello e Sabina Mitrano ed il presidente dell’assemblea Davide Speringo, lo stesso che i tre esponenti avevano eletto con il loro voto all’inizio della consiliatura. L’esclusione nell’ordine del giorno della mozione sull’acquisizione del parcheggio dell’ex stazione è stato provocato – ha tentato di giustificarsi Speringo – per il mancato arrivo del parere dell’avvocatura interna. Intanto Scinicariello, Mitrano e D’Amante hanno annunciato che nei giorni prossimi saranno protagonisti dell’adozione di “atti conseguenti”.
Altro non faranno che presentare un esposto alla Procura di Cassino ravvisando l’ipotesi di reato di omissione d’ufficio. E cosa ha fatto il presidente Speringo al termine delle ore (abbondanti) di tempo riservate alle interrogazioni e interpellanze? Ha lasciato la guida dell’assemblea al suo vice e sempre vulcanico Massimo Magliozzi. Non è andato via ma si è accomodato tra i banchi della maggioranza. Al presidente Magliozzi non è rimasto altro che, scadutol il tempo riservato per le interrogazioni, di applicare il regolamento del consiliare, di passare al “prossimo ed ultimo punto all’ordine del giorno”. Troppo facile.