LATINA – La Procura Regionale della Corte dei Conti sta indagando sul Comune di Latina, con l’ipotesi di danni all’amministrazione. Due i filoni dell’inchiesta: Latina Calcio e urbanistica, entrambi collegati all’inchiesta Olimpia. Per quanto concerne la vicenda del Latina Calcio, la Procura erariale ha comunicato di “aver convenuto in giudizio vari Agenti dell’Ente per asseriti danni patiti dall’Amministrazione conseguentemente a spese che, a termini di convenzione intervenuta tra Comune e Concessionaria, avrebbero dovuto essere sostenute dalla stessa società”. Nella medesima nota viene comunicato anche “di aver convenuto in giudizio vari Agenti del Comune di Latina per asseriti danni patiti dall’Amministrazione conseguentemente a una serie di incarichi professionali rivelatisi inutilizzabili in ragione del ritiro d’ufficio degli atti prodotti dai medesimi professionisti incaricati”.
Il commissario straordinario Carmine Valente ha firmato una delibera, con i poteri della Giunta, con la quale ha espresso l’interesse dell’ente a rappresentare in giudizio la posizione dell’amministrazione quale danneggiata. Si tratta di una costituzione di parte civile ma in sede di Corte dei Conti al fine di garantire gli interessi dell’ente.
Sono tre i filoni sui quali si incardina l’indagine della Corte dei Conti: la gestione degli appalti con l’affidamento diretto e senza gare a evidenza pubblica; i favori al Latina Calcio con fondi sottratti ad altri interventi pubblici e i reati in materia di urbanistica attraverso l’approvazione dei Ppe illegittimi. I riflettori della Corte dei Conti si erano accesi già nel 2020, dopo che il pm Giuseppe Miliano aveva trasmesso gli atti dell’inchiesta Olimpia a fine 2016: quattro anni dopo la magistratura contabile chiede una serie di adempimenti istruttori all’ente relativi alle parcelle liquidate a progettisti incaricati nel 2013 per la redazione dei sei Piani particolareggiati edilizi, poi annullati dal commissario Giacomo Barbato a maggio 2016.
Adempimenti riconducibili alla messa in mora per la restituzione dei compensi pagati, per un importo complessivo di circa 400.000 euro, ai tecnici esterni e all’allora capo dell’Urbanistica che firmò insieme ad altri due professionisti il nuovo Ppe di Borgo Piave. L’attenzione della Corte dei Conti riguardò il dirigente anche perché aveva firmato la determina con la quale furono affidati gli incarichi esterni e le nomine di dieci responsabili unici dei procedimenti, i Rup. Il documento risale al 13 giugno 2013: in totale furono 28 tra architetti, ingegneri e geometri (di cui 26 esterni) a ricevere il mandato con un unico atto per “ridisegnare” la città a colpi di varianti.
Oltre ai nuovi Ppe dei quartieri Frezzotti (R1), Prampolini (R3) e Isonzo (R6), di Borgo Piave e Borgo Podgora e Latina Scalo, poi annullati durante la successiva gestione commissariale. Per quei Ppe viziati ora si prospetta la restituzione dei compensi percepiti dai progettisti, ma su questo aspetto occorre aspettare le conclusioni della Procura regionale della Corte dei Conti.