L’attuale amministrazione Comunale di Gaeta, “in perfetta similitudine con le precedenti”, per privilegiare il “fare subito a tutti i costi” ha finito per “fare male”. A dichiararlo è il capogruppo consiliare del Partito Democratico Emiliano Scinicariello annunciando il disco rosso imposto dalla Regione Lazio sulla procedura avviata dalla Giunta Leccese sulle nuove modalità di sub-delega in materia di paesaggio secondo quanto prevede la legge regionale numero 8 del 2012. Insomma il comune di Gaeta pensava di abrogare lo scorso anno la commissione “Paesaggio” ma la Regione Lazio ha detto di no.
“I miei sospetti che le modalità intraprese dal Comune in materia di sub-delega per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di paesaggio, conferite dalla legge regionale numero 8/2012, non fossero conformi alla normativa si sono dimostrati fondati – osserva subito il capogruppo Dem al comune di Gaeta Scinicariello – La possibilità di sostituire la Commissione Paesistica prevista dall’articolo 148 del decreto legislativo 42/04 con professionisti esperti in materia paesaggistica, anche se ritenuta ammissibile, deve rispondere però a specifici requisiti dettati dalla legge che il Comune di Gaeta, ahimè, non ha rispettato nella procedura sviluppata dai dipartimenti ‘Seap’ e ‘Rue’ del Comune”.
A dirlo è ora la direzione Regionale per le Politiche Abitative e la Pianificazione Territoriale, Paesistica e Urbanistica – Area Affari Generali, Contenzioso e Legislativo che è arrivata ad una considerazione: le modalità organizzative previste dal Comune di Gaeta non rispondono infatti, secondo quanto comunicato dalla Regione, ai criteri previste dalla delibera di Giunta regionale numero 886/2008 come modificata dalla delibera di Giunta Regionale numero 338/2009.
La possibilità di ricorrere a professionisti esterni è, infatti, subordinata alla verifica e alla attestazione che l’organico comunale, in entrambi i dipartimenti, non è in grado di esprimere figure professionali in possesso dei requisiti previsti dalla norma vigente. Trattandosi inoltre di due differenti dipartimenti (“Seap” e “Rue”), è richiesto che in ciascuno di essi le funzioni paesaggistiche siano autonome rispetto a quelle urbanistico-edilizie. “E quindi, secondo la Regione, è necessario – aggiunge Scinicariello – che vi sia almeno un responsabile del procedimento interno per ciascun dipartimento, e che lo stesso sia destinato in via esclusiva a questa funzione, oltre che in possesso del requisito di adeguatezza del livello delle competenze come previsto. Ciò eviterebbe il ricorso ai professionisti esterni, esattamente come da me sostenuto nella richiesta di chiarimenti inviata all’architetto Manetti, che ringrazio per la celerità e la professionalità dei suoi uffici, con un notevole risparmio in termini di costi per le casse comunali”.
Sempre secondo quanto comunicato dalla Regione, tre professionisti sui nove selezionati dal Comune di Gaeta mediante procedura ad evidenza pubblica dal Comune di Gaeta per l’istruttoria e l’espressione dei pareri paesaggistici previsti dal decreto legislativo numero 42/2004, non sono risultati in possesso del requisito di adeguatezza e quindi non sono stati autorizzati all’espletamento dell’incarico. “Il Comune, nella sostanza, deve necessariamente verificare l’esistenza all’interno del proprio organico, delle figure professionali in possesso dei requisiti di adeguatezza previsti dalla Regione Lazio a cui affidare l’incarico di responsabile dei procedimenti paesistici – ha commentato il capogruppo del Pd – Solo in caso di attestazione negativa da parte dei dirigenti competenti, ora si potrà ocedere alla esternalizzazione di un servizio così delicato quale quello della espressione dei pareri paesistici, avendo cura di differenziare, per i due dipartimenti ‘Seap’ e ‘Rue’, le funzioni paesistiche da quelle edilizio-urbanistiche”.
Quello comunicato dalla Regione è dunque, una nuova battuta d’arresto nell’iter autorizzativo da parte della Regione Lazio sulle nuove modalità di sub-delega in materia di paesaggio che,. disciplinate dalla legge regionale numero 8/2012 ed intraprese dall’amministrazione comunale, “a conti fatti si sono dimostrate un ‘boomerang’ – ha aggiunto Scinicariello – dal momento che è da quasi un anno (è di luglio dello scorso anno la delibera di consiglio comunale che ha abrogato la commissione paesistica) che non vengono esaminate le istanze paesistiche presentate dai cittadini”.
La Regione non è entrata invece nel merito dell’altra questione sollevata sempre dal capogruppo del Pd Scinicarello relativa a due professionisti selezionati dal Comune, posti in quiescenza dalle rispettive amministrazioni di appartenenza: “La normativa vigente vieta alle amministrazioni pubbliche – conclude l’esponente Dem – l’attribuzione di incarichi di studio e consulenza, ritenendo che questa tematica attenga all’interpretazione e all’applicazione di normativa statale di portata generale in materia di pubblico impiego su cui dovrà esprimersi il Comune”.